lunedì 27 dicembre 2010

Capitan Findus minacciato di estinzione......


Sembrerebbe proprio che il celebre merluzzo, ingrediente indispensabile dei conosciutissimi bastoncini di pesce tanto apprezzati dai nostri figli stia diventando sempre più raro : è questa infatti la conclusione a cui è arrivato il gruppo Findus France in una nota apparsa proprio qualche giorno prima di Natale.
Il fornitore ufficiale di merluzzo per i bastoncini di pesce francesi si trova nelle isole Féroé in Danimarca ed ha chiuso i battenti all'inizio di dicembre proprio a causa della mancanza, direi rarefazione, di materia prima. Dal 2007, infatti, Findus Francia ha investito molto in politiche di sviluppo sostenibile, privilegiando, ad esempio, un tipo di pesca responsabile e sopprimendo l'utilizzo di olio di palma nei suoi prodotti....ora pare che nonostante l'adozione di queste pratiche, le risorse marine conoscano comunque un progressivo impoverimento. Da Findus Francia garantiscono che il pesce in stock dovrebbe durare sino a marzo e che si potrebbero verificare degli aumenti di prezzo pari al 15%, ma niente paura: i mitici bastoncini continueranno ad essere distribuiti perché Findus Francia annuncia di aver già trovato un fornitore sostitutivo basato questa volta nell'Oceano Pacifico.

giovedì 23 dicembre 2010

Attenzione a quello che mettete nei vostri piatti!

Credits: Menutoxique.fr

Lo so che scrivere di questi temi a due giorni dal Natale, potrebbe risultare pedante, però mi preme segnalarvi uno studio interessantissimo, apparso in Francia all'inizio di dicembre, realizzato dal Movimento Genérations Futures, secondo cui più di 80 sostanze chimiche- di cui alcune suscettibili di essere cancerogene- sono ingerite nell’arco di una giornata da un bambino di 10 anni attraverso dei pasti normali. Nell’ambito di una Campagna di sensibilizzazione sull’Ambiente ed il cancro, sono stati analizzati per alcuni mesi i piatti che compongono i nostri pasti e l’esito della ricerca è a dir poco sconcertante.
I pasti-tipo presi in esame prevedono un’alimentazione composta da cinque porzioni tra frutta e verdura fresche, tre prodotti derivati dal latte, 1,5 lt di acqua, qualche stuzzichino, carne o pesce, pane e derivati.
Le analisi di laboratorio condotte miravano ad identificare la presenza di sostanze chimiche, anche cancerogene, di pesticidi e di residui chimici che possono alterare, a lungo andare, il sistema ormonale del bambino. Sono state identificate 81 sostanze chimiche di cui 42 come possibili cancerogene, 5 sostanze cancerogene certe mentre ben 37 sono suscettibili di avere degli effetti nefasti sul sistema endocrino dei bambini…..
"Anche se, nella maggior parte dei casi, i limiti legali per ogni sostanza  chimica esaminata non vengono superati, vediamo nella nostra indagine che i consumatori, anche i più piccoli, sono quotidianamente esposti alla contaminazione di sostanze cancerogene o perturbatrici del sistema endocrino” commenta un rappresentante dell’organizzazione.
Per la prima colazione, soltanto il burro ed il thé con il latte conterrebbero da soli più di una dozzina di residui cancerogeni ed una ventina di residui in grado di perturbare il sistema ormonale.
Per il pranzo, l’indagine mette in luce la presenza di residui nell’hamburger, nel tonno in scatola, senza contare i pesticidi contenuti nella verdura (fagiolini) o le sostanze chimiche presenti nelle gomme da masticare che i nostri figli quotidianamente masticano.
E a cena poi, il filetto di salmone si è rivelato il più ricco in residui chimici……..Già nel 2006, l'Observatoire bruxellois de la consommation durable, facendo riferimento ad uno studio simile condotto in Olanda, suonava il campanello d’allarme sugli effetti cumulativi dell’assunzione a lungo termine di pesticidi anche perché molti di questi agiscono in maniera sinergica. Ora gli effetti cumulativi delle sostanze/residui chimici non sono presi in considerazione per la determinazione del limite massimo ammesso negli alimenti, e lo studio olandese aveva evidenziato che sommando i residui di pesticidi presenti simultaneamente negli alimenti, questi avrebbero comportato degli effetti cronici sul sistema nervoso dei bambini……insomma niente allarmismi ma comunque tanta attenzione a quello che mettiamo nei nostri piatti ed in quelli dei nostri figli.

mercoledì 22 dicembre 2010

Omaggio alla Sardegna (episodio 1): i Papassini


Recentemente ho scoperto che questi biscotti (che in famiglia facciamo sempre non perché abbiamo origini sarde ma semplicemente perché li adoriamo) vengono fatti appositamente per le feste, soprattutto quelle di Natale e quale momento migliore allora se non questa settimana pre-natalizia per invitarvi a farli e a gustarli? Personalmente li trovo buonissimi: morbidi, con un impasto ricco ricco di frutta secca ed uvetta e poi sono graditissimi ai bambini che li mangiano sempre volentieri (provate a chiedere a mia figlia). Eccovi allora la ricetta che è la prima di una breve serie di ricette sarde delle quali mi sono "invaghita" e che vi propongo volentieri: buona degustazione a tutti.


Ingredienti per 40/50 papassini

250 gr di farina 00
150 gr di zucchero
100 gr di noci+ 100 gr di mandorle+ 100 gr di uva sultanina
80 gr di strutto
50 gr di frutta candita (possibilmente agrumi se li trovate)
un pizzico di bicarbonato in polvere (5 gr circa)
2 uova
un pizzico di sale

Per la glassa:
150 gr di zucchero a velo
3 cucchiai di acqua
palline di zucchero colorate

Mettete ammollo l'uva sultanina in acqua tiepida per 20 minuti circa, poi asciugatela; sminuzzate la frutta secca. Unite le uova allo zucchero sino a formare una crema omogenea, aggiungete lo strutto a temperatura ambiente quindi morbido, la farina, il bicabornato ed un pizzico di sale. Per ultimo mettete la frutta secca, l'uvetta e la frutta candita. Una volta amalgamato bene il tutto, fate riposare l'impasto in frigorifero per un'ora almeno. Tiratelo fuori dal frigorifero e stendetelo con il mattarello, avendo cura di mettere un pò di farina: alla fine dovrete avere un impasto alto 1 cm circa. Ritagliate tanti piccoli rettangoli, disponeteli su di una teglia e mettete nel forno già caldo ad una temperatura di 180° per venti minuti circa. Nel frattempo preparate la glassa unendo lo zucchero a velo e l'acqua su fuoco lento: otterrete un liquido denso biancastro. Tirate fuori i papassini dal forno e quando sono ancora caldi, spalmate la glassa su ognuno e spolverate con le palline di zucchero colorate.

martedì 21 dicembre 2010

La Sake Bomb......



Credits Gizmodo
Al di là delle sue funzioni, questo simpatico oggetto illuminerà con i suoi sgargianti colori le vostre cucine. Ma di cosa si tratta ? Non è una mina, e nemmeno un porcospino stilizzato, più semplicemente è uno stravangante contenitore di sake utilizzabile anche come teiera,  disegnato dal designer Alexander Purcell. La Sake Bomb ha una forma a metà strada tra il pesce palla giapponese ed una mina della Seconda Guerra Mondiale ma è decisamente più innocua ! E’ fatta di ceramica e dispone di 4 tazzine assortite che si appendono perfettamente alle sue « spine ».

Credits Dzn

La bomba di ceramica può contenere sino a 235ml della tradizionale bevanda giapponese; è prodotta interamente a mano a Los Angeles in forni tradizionali e, come tutte le ceramiche, mantiene perfettamente il caldo ed il freddo. La Sake Bomb è disponibile in quattro differenti colori: bianco, nero, arancio e blu.

venerdì 17 dicembre 2010

Mafalde con sugo di bresaola e castagne


A Roma c’è -3, a Milano nevica, insomma mi par di capire che tutta l’Italia sia sotto la morsa del gelo, e quindi oggi una ricetta un po’ carica ci sta tutta; una ricetta che è sicuramente un omaggio ai nostri vicini della Valtellina visto che sono loro ad avere “inventato” ed esportato nel mondo questo salume che è sicuramente tra quelli con il minor contenuto di grassi proprio per le carni utilizzate e per il metodo di stagionatura.
Ingredienti (per due persone con fame da lupi)
200 gr di mafalde corte (io utilizzo sempre quelle a marchio Garofalo ma immagino che esistano anche altre marche)
1 scatola di pomodori a pezzettoni
100 gr di bresaola (fatevi tagliare una grossa fetta dal salumiere)
100 gr di castagne bollite (nei supermercati vendono le castagne già bollite sottovuoto da utilizzare per le insalate, come snack, insomma sono pratiche e già pronte)
½ cipolla
spruzzata di vino rosso
olio
sale e pepe q.b.
Sminuzzate finemente la bresaola e le castagne, utilizzando eventualmente anche il mixer, tagliate la cipolla. In una casseruola, mettete dell’olio e unite poi la cipolla, quando comincia ad essere dorata, aggiungete la bresaola sfumandola con una spruzzata di vino rosso. Lasciate che l’alcool contenuto nel vino evapori e poi aggiungete le castagne, fate andare qualche minuto. Alla fine versate la polpa di pomodoro e lasciate cuocere a fuoco medio per 10-15 minuti. Aggiustate di sale e di pepe. Nel frattempo avrete messo a bollire la pasta, scolate, condite con il sugo e mettete del parmigiano reggiano. Con un bicchiere di vino rosso corposo, sta benissimo. Vista l'ora, prevedete anche un riposino pomeridiano.

giovedì 16 dicembre 2010

Thé e tisane per freddolosi in cerca di calore.....


No, non vivo al Polo Nord e non sono neppure andata a salutare di persona Babbo Natale, ho solo fatto un giro nel paese dove abito con la mia macchina fotografica ed eccovi qualche scatto preso quà e là......


non è neve (è quello che ingenuamente avevo pensato io di primo acchitto), si tratta di brina che si è, per così dire, formata nel corso della notte e che ci metterà un pò ad andarsene. Io già temo per la sopravvivenza del mio ulivo che certo non è abituato a questi rigori.....


E allora on est bien au chaud, davanti al camino a sorseggiare un thé, un infuso, una tisana calda, possibilmente in tema con l'ormai imminente Natale.


Personalmente al momento delle feste trovo sempre il modo di approvvigionarmi del Thé Esprit de Noel di Mariage Frères. E' il thé delle feste per eccellenza, una miscela profumata alle spezie dolci ed arricchita di scorze di arancia e di pezzi di vaniglia bourbon. Quest'anno ho comperato anche il Thé des Rois Mages di Kusmi Tea: è un thé verde di China aromatizzato all'arancia, alle mandorle, alla rosa, alla vaniglia ed alle spezie. Rispetto al thé di Mariage, è molto più leggero trattandosi di thé verde.  Per coloro che proprio non gradiscono il thé, ecco una mini lista di tisane ed infusi altrettanto interessanti. Cominciamo con gli infusi di Pompadour: il primo, Magic Emotion, è infuso aromatizzato all'arancia ed uvetta al rhum, buonissimo; c'è poi la tisana Wintertime con cannella e chiodi di garofano. Molto buono per conciliare il sonno (se mai ce ne fosse bisogno) 1001 Notte con zenzero, cardamomo e vaniglia. Sono tutti rigorosamente senza caffeina ed adatti per ogni momento della giornata. E per finire la tisana Sonno Sereno della Valverbe, che produce tisane, infusi e quanto altro da agricoltura biologica, rigorosamente piemontese. 

mercoledì 15 dicembre 2010

Ideuzza di regalo di Natale per patiti di fast food ;-)))))

Se proprio non potete fare a meno dei fast food, se alla vista di un hamburger vi vengono gli occhi lucidi, allora questo è senz’altro il vostro regalo di Natale: un bello speaker (=altoparlante), plasticoso al punto giusto (un po’ come i “veri” hamburger del resto ;-))))), disegnato dal designer giapponese  Iwakami Shunsuke.  

L’hamburger speaker vi consentirà di ascoltare tutta la musica che volete connettendovi al vostro computer, MP3, iPhone o qualsiasi altro device…..e se poi vi venisse la voglia di sfoggiarlo anche in giro, nessun problema: il nostro hamburger-altoparlante dispone di una batteria al litio ricaricabile tramite una porta USB integrata.  Le sue ridotte dimensioni (2.5 inches che corrispondono a 6.4 centimetri) vi permetteranno un facile trasporto, inoltre l’interruttore On/Off vi permetterà di accendere lo speaker solo quando ne avrete effettivamente bisogno. Il costo di questo piccolo oggetto di design? 22 dollari e se siete interessati ad acquistarlo andate a visitare il sito Urban Outfitters.

martedì 14 dicembre 2010

Mango, curry e souvenir



Per il mio ultimo compleanno ho ricevuto in regalo questo libro, Mango, curry e souvenir che si è rivelato una piacevole ed inaspettata sorpresa. L’autrice, Yasmin Alibhai-Brown, è una giornalista dell’Indipendent e dell’Evening Standard ed in Inghilterra è una delle voci più autorevoli della televisione britannica su temi quali il multiculturalismo o il sociale. Mango, curry e souvenir è la storia della sua famiglia di origine indiana e delle sue peripezie tra diaspora e persecuzioni: ogni evento però, felice o triste che sia, è accompagnato da una ricetta che l’autrice ripesca nel proprio ricettario di famiglia. Il libro propone quindi al lettore un autentico viaggio alla scoperta di gusti, aromi, spezie, sapori di un pezzo di Asia in Africa…..e sì, perché le ricette proposte, i sapori evocati o i profumi nell’aria, si collocano in un contesto storico-politico senz’altro difficile: nel libro si affronta, infatti, il tema doloroso (ma sconosciuto ai più- me compresa) della diaspora degli indiani dell’Africa orientale. Agli inizi del diciannovesimo secolo, gli indiani sono stati strappati alla loro terra dagli inglesi che li hanno spediti al di là dell’Oceano, sul continente africano, a costruire la ferrovia dell’Africa Orientale….migliaia di famiglie indiane si sono così ritrovate a vivere in una realtà completamente diversa dalla loro ed hanno però continuato a mantenere ostinatamente le loro abitudini e le loro usanze, innanzitutto quelle alimentari. Quando poi, a partire dagli anni 60’ gli stati africani sono diventati indipendenti, i dittatori che si sono avvicendati al potere hanno espulso intere comunità di indiani, sottraendo loro tutti i beni. L’Inghilterra non ha potuto fare altro che riprendersi questi suoi “ex sudditi”, che hanno incontrato non poche difficoltà di adattamento nel Regno Unito. Tutte le ricette proposte fanno viaggiare la nostra fantasia: molte di queste sono di difficile realizzazione non tanto per il livello di complessità in se, quanto per la difficoltà nell’approvvigionamento della materia prima. Altre, invece, le ho trovate accessibili e ve le proporrò non appena se ne presenterà l’occasione. Ci sono i burfi di ricotta, deliziosi dolcetti che si conservano sino a due settimane nel frigorifero di casa o il tortino speziato di carne tritata e uova, piatto non leggerissimo ma gustoso, l’originale crema di avocado, il pollo arrosto alle spezie, i gamberi di Zanzibar (detti anche bocconi d’amore)…..insomma il libro, oltre ad essere un buon manuale di storia contemporanea, è anche un esotico ricettario.

lunedì 13 dicembre 2010

Zuppa di cavolfiore e zafferano


Non so voi, ma a me lo zafferano piace molto, purché sia italiano (dell'Aquila DOP oppure sardo) e quindi autentico. In molti provano a spacciarti per autentico zafferano, una polvere gialla che va sotto il nome di saffran: ora, lungi da me l'idea di essere sciovinista, però tra il nostro prodotto Dop (possibilmente anche biologico) e quello che si trova nei numerosi negozi di gastronomia esotica, c'è una differenza enorme e non mi riferisco solo al prezzo. Quella di oggi è una ricetta che si sposa perfettamente con il freddo di questi giorni: una zuppa calda, capace di riscaldarti da dentro, leggera, non untuosa ma dal sapore sicuramente particolare. E' una ricetta che avevo gustato per la prima volta nel Bar à soupes et à quenelles di Giraudet quando ancora vivevo a Parigi e mi capitava spesso, nei fine settimana, di fermarmi a gustare una zuppa in questo posto minuscolo, che ha il pregio però di trovarsi nel cuore del 6° arrodissement, quindi in una posizione super centrale.

Ingredienti (per due):
un cavolfiore di media grandezza
soffritto (carote, cipolle, sedano)
brodo vegetale (calcolate almeno un litro)
2/3 fili di zafferano
olio
parmigiano reggiano
sale, pepe q.b.

Pulite il cavolfiore, privandolo delle foglie e del torsolo centrale, e tagliatelo a pezzi. Mettete un filo di olio nella pentola a pressione, aggiungete le verdure del soffritto e fate rosolare il tutto per qualche minuto. Aggiungete il cavolfiore, e poi il brodo vegetale (si tratta sempre del brodo vegetale che preparo per mia figlia e non solo, e che spesso e volentieri uso per delle ricette da adulti) fino a ricoprire il cavolfiore. Chiudete la pentola a pressione e lasciate cuocere 15 minuti da quando comincia a fischiare.
Una volta terminata la cottura, lasciate raffreddare un poco, immergete il mixer nel composto e frullate il tutto: normalmente, se avete dosato bene l'acqua, ne dovrebbe risultare una crema nè troppo densa ma neppure troppo liquida. A questo punto, aggiungete lo zafferano e rimettete la crema sul fuoco, mescolandola bene, a fuoco lento. Salate, pepate e servite bollente con una bella manciata di parmigiano reggiano.

venerdì 10 dicembre 2010

No, non è una macchina del pane come le altre……

Credits: Sanyo

Sicuramente non è una macchina del pane come le altre, neppure per le dimensioni, perché con i suoi 11 kg la Sanyo’s Gopan (da gohan, riso in giapponese, e pan, pane) non è certo un utensile che può essere piazzato in una qualsiasi cucina. Ma cos’ha di così innovativo la Sanyo Gopan? Si tratta di una macchina che produce il pane macinando direttamente i chicchi di riso. Le tradizionali macchine del pane realizzano dell’ottimo pane, partendo però sempre dalla farina: la Gopan, invece, è in grado di cuocere dei deliziosi panetti di riso utilizzando semplicemente la materia prima non lavorata, ed in 4 ore, con la sola aggiunta di acqua, sale, e lievito ottenere del pane di riso. Visto che l’idea viene dal Giappone non ci dovrebbe stupire più di tanto: laggiù la Sanyo Gopan va letteralmente a ruba, tanto che si prevede un esaurimento delle scorte prima delle festività natalizie e la Sanyo sta seriamente pensando ad una riedizione nel 2011. Il prodotto è stato inoltre promosso e sostenuto dal Ministero dell’Agricoltura che sta portando avanti una campagna di sensibilizzazione a favore del riso, il cui consumo, presso la popolazione giapponese, si è praticamente dimezzato nell’arco di 40 anni, passando dai 118 kg/anno pro capite dei primi anni 60’ agli attuali 59kg/anno pro capite. Inoltre la Gopan risponde perfettamente alle esigenze delle persone malate di celiachia che non possono mangiare il grano ma che amano comunque il pane fresco......l'unico problema è che al momento la Sanyo Gopan non è commercializzata in Europa quindi farsela spedire dal Giappone costerebbero un pò caro. 

giovedì 9 dicembre 2010

Zuppa rustica di fagioli cannellini e catalogna


In un ristorante di Piacenza un paio di settimane, in una giornata di freddo pungente, ho provato una zuppa di fagioli cannellini e catalogna che ho apprezzato moltissimo. Di ritorno a casa, ho provato a rifarla e dopo un paio di tentativi, penso di essere arrivata alla ricetta originale che vi propongo.
Ingredienti (sempre per due persone con appetito e desiderose di riscaldarsi):
1 barattolo di fagioli cannellini pronti all’uso
200 gr di catalogna bollita
un cucchiaio di concentrato di pomodoro
brodo vegetale q.b.
carota, cipolla e sedano per soffritto
olio d’oliva
parmigiano grattugiato
sale e pepe
Scolate i fagioli dal barattolo e sciacquateli sotto l’acqua. In una casseruola, mettete un filo di olio con carota, cipolla e sedano: fate andare il soffritto. Aggiungete la catalogna bollita  fatta a pezzetti, continuate a fare cuocere al fine di insaporire il tutto. Mettete un cucchiaio di concentrato di pomodoro stemperandolo in un goccio d’acqua. Fate insaporire ed, infine, aggiungete i fagioli. Mettete il brodo: la quantità di brodo dipende da come volete la zuppa. Se la preferite più “acquatica”, allora dovrete aggiungere più brodo; se, al contrario, vi piacciono le zuppe belle dense, cremose, con una parte dei fagioli che si sono sciolti, la quantità di brodo sarà sicuramente minore. Io vi suggerisco di iniziare con poco brodo, se poi vedete che la zuppa è troppo asciutta, fate sempre in tempo ad aggiungere del brodo. Cuocete, a fuoco basso, per almeno 20 minuti- mezz'ora: i fagioli devono cominciare a sciogliersi. Servite la zuppa calda con una grattata di parmigiano e dell’olio crudo.
Variante suggeritami dalla mia amica Luciana:
la mia amica Luciana mi ha detto che questa zuppa è molto usata nel meridione, soprattutto a Napoli e mi ha suggerito la seguente variante che non ho ancora sperimentato ma che mi sembra ugualmente interessante proporvi: invece di fare il soffritto, fate rosolare in una padella, con dell’olio, un po’ di aglio e di peperoncino ed aggiungete  la catalogna. Una volta che la catalogna è ben rosolata aggiungete i fagioli. Anche in questo caso occorrerà aggiungere del brodo per rendere il tutto cremoso. Provatela e fatemi sapere.

martedì 7 dicembre 2010

Regali a km 0


Sembra proprio che quest’anno il regalo eco-compatibile sia di gran moda: ho già visto diversi settimanali dedicare degli ampi servizi a questo tema di grande attualità. Nel mio piccolo anch’io ho un suggerimento di regalo eco-compatibile e a km 0 da darvi e riguarda soprattutto i lettori del mio blog che risiedono a Milano (nella zona est): si tratta del progetto Gusto di Brianza (http://www.gustodibrianzaest.it/).  L’iniziativa Gusto di Brianza vuole valorizzare il territorio compreso tra il Lambro e l’Adda, attraverso una serie di attività volte a favorire la ri-scoperta del paesaggio, della cultura, dei prodotti locali e delle tradizioni contadine della Brianza Orientale.
In quest'ottica, Gusto di Brianza ha lanciato l'idea dei pacchi natalizi a km 0 o quasi. All'interno dei pacchi troverete soltanto prodotti delle cascine o della aziende agricole della zona: cìè la birra di Natale prodotta dal birrificio Hibu di Cornate d'Adda, rossa, corposa e con buccia d'arancia dolce e cannella; c'è il dolce Ficòn, realizzato con farine di grano e mais e l'aggiunta di fiori di sambuco e di foglioline di rosmarino oppure il Pan Tramvai, dolce tipico della Brianza, rielaborazione del tradizionale pane con le uvette, o ancora, il cotechino o lo zampone prodotto nella cascina in cui i maiali sono nutriti solo con frumento, mais, orzo e piselli, o la pasta di farro della Brianza, realizzata con il farro di 19 produttori brianzoli coinvolti in un progetto della Camera di Commercio di Monza e Brianza, senza dimenticare il vino Bollicine di Brianza Brut.....insomma ce n'è per tutti i gusti e soprattutto per tutte le tasche. I pacchi infatti hanno un costo che va da 9 a 119 euro e sono prenotabili inviando il modulo d'ordine compilato a info@gustodibrianzaest.it ; per altre informazioni contattate pure il signor Brambilla (chi altrimenti!) al numero 333.4065161 .

lunedì 6 dicembre 2010

Risotto allo zafferano ed al puzzone di Moena


A casa mia il riso è senz’altro più amato della pasta e d’inverno così come d’estate cerco di farlo almeno una volta alla settimana. Questa volta avevo nel frigo un pezzo di puzzone di Moena che era rimasto a testimonianza di una cena trentina che avevo organizzato qualche tempo fa e che non avevo proprio voglia di mangiare da solo, assoluto…ho pensato quindi che il binomio con lo zafferano potesse andare bene e l’ho sperimentato, devo dire, con successo, perché, pur essendo il puzzone un formaggio che si fa “sentire”, in realtà ha un sapore meno forte o deciso di tanti altri formaggi che emanano un odore meno forte.
Ingredienti (per due persone):
200 gr di riso carnaroli oppure di vialone nano (in realtà io ne preparo ogni volta 250 gr per due e non avanza mai….)
1 lt di brodo vegetale (uso quello che preparo per mia figlia: va benissimo per i risotti)
2/3 fili di zafferano
100 gr di puzzone di Moena
50 gr di parmigiano
una noce di burro
1 schizzetto di vino bianco
Mettete in una casseruola il riso e cominciate a farlo tostare dapprima con uno schizzo di vino e poi aggiungendo po’ di brodo; continuate ad aggiungere del brodo a mano a mano che avanzate nella cottura; a due terzi della cottura aggiungete al riso lo zafferano che avrete precedentemente diluito in una tazzina con un po’ di acqua calda. Mescolate per bene e appena prima di terminare la cottura aggiungete anche il puzzone di Moena avendo cura che si sciolga bene e si amalgami con il riso. Spegnete e mantecate con una noce di burro ed una bella manciata di parmigiano reggiano.

giovedì 2 dicembre 2010

Però, questi giapponesi!


Credits: AFP
Se pensate che la patria della gastronomia sia la Francia, ebbene vi sbagliate di grosso, perché secondo gli esperti della prestigiosa guida Michelin, le cose non stanno esattamente così. La scorsa settimana è stata infatti pubblicata da Michelin la guida Tokyo Yokohama Kamakura 2011 (dove Yokohama Kamakura sono due città satelliti di Tokyo) in cui sono recensiti 266 ristoranti: 54 di questi hanno ricevuto due stelle (che già non sarebbe male), mentre a 14 sono state assegnate ben tre stelle che, secondo la Michelin, equivale a proporre una cucina di livello eccezionale, che da sola vale il viaggio. 12 dei 14 ristoranti insigniti delle tre stelle servono cucina giapponese e soltanto due francese..……insomma un bello smacco per i cugini d'Oltralpe…..ma non è finita qui: Parigi vanta solamente 10 ristoranti “stellati” contro i 14 di Tokyo. Questo risultato permette al Giappone di uguagliare, per la prima volta, la Francia, patria- secondo la patriottica guida Michelin- dei migliori ristoranti al mondo con un totale di 26 stelle.

mercoledì 1 dicembre 2010

Gamberoni, lardo e pere


La frenesia del Natale è già cominciata: si leggono ovunque suggerimenti di menù pantagruelici e con un numero di calorie a tre zeri; menù che richiedono tre giorni di preparativi per poi arrivare alla vigilia di Natale sfiancati da tutto quel cibo che ci è passato davanti. Ecco perciò una ricetta semplice ma d'effetto, che non può non piacere a coloro che amano il pesce ma che intriga anche i più carnivori e che potrebbe andare bene per uno dei tanti tour de force gastronomici a cui ci piegheremo- volentieri naturalmente- nel periodo natalizio.

Ingredienti (x 2 persone)
Calcolate 6-8 gamberoni a persona (se li utilizzate come secondo, oppure 2-3 gamberoni/persona se si tratta di uno stuzzichino)
Una fettina sottilissima di lardo di Colonnata per ogni gambero
2 Pere
Un pizzico di noce moscata
Un cucchiaino di cannella
Un cucchiaino di succo di limone
Un cucchiaio di zucchero di canna
Olio EVO
Sale, pepe q.b.
Pulite i gamberi, togliendo loro il guscio e lasciando solo la testa e la coda. Avvolgeteli nella fettina di lardo e fate cuocere in una padella con pochissimo olio per qualche minuto a fuoco vivace. Sbucciate le pere, togliete il torsolo e affettatele nel verso longitudinale. Mettete le fettine in una padella con il succo di limone, una spolverata di zucchero di canna, una grattugiata di noce moscata ed un cucchiaino da caffè di cannella: fate andare per qualche minuto.
In un piatto mettete le pere, adagiate i gamberoni e condite il tutto con il succo delle pere.