giovedì 29 dicembre 2011

Paccheri ricotta, pistacchi e pomodori secchi


La vita sta lentamente tornando alla normalità, nonostante le feste non siano ancora finite: la Nanetta, dopo una pausa di una settimana e relativo ciclo di antibiotici, è in forma smagliante e da oggi ha ripreso ad andare all’asilo, anche perché a casa non la tenevamo più; gli avanzi delle feste sono stati quasi tutti eliminati (a parte i numerosi panettoni e pandori che ancora aspettano di essere mangiati); le bottiglie di spumante sono state finite….quello che resta ancora lì è quella fastidiosa sensazione di avere come un salvagente intorno alla vita, sensazione che mi spinge tutte le mattine a consultare speranzosa la bilancia per leggerne il verdetto finale che, inesorabilmente, è a mio sfavore……quindi dopo le ore passate davanti ai fornelli, in questa manciata di giorni che ci separa dal 2012, la voglia di cucinare è ai minimi storici ed allora ho pensato ad una ricetta passepartout, senza tempo, che si prepara in 10 minuti e, tutto sommato, se paragonata alla pasta al forno, è relativamente light ;-))))
In una terrina, lavorate la ricotta ed il parmigiano. Tagliate a listarelle i pomodori secchi, sminuzzate grossolanamente i pistacchi. Sciacquate leggermente i capperi dal sale.
Cuocete la pasta, versatala nella terrina e mescolate bene con la ricotta ed il parmigiano. Se risulta troppo asciutta, allora versate un pochino di acqua di cottura che avete precedentemente messo da parte. Unite i pomodori secchi, i capperi ed i pistacchi, mescolate ulteriormente e servite in tavola caldi!
E dopo il procedimento, di seguito vi metto pure gli ingredienti nel caso in cui vi venisse voglia di rifarla:
200 gr di paccheri
100 gr di ricotta (mucca o pecora vanno bene entrambe)
3 cucchiai di parmigiano grattato
10-12 pomodori secchi (preferibilmente sott’olio)
1 pugnetto di pistacchi
1 pugnetto di capperi
Acqua di cottura q.b.
Passate tutti un buon Capodanno, appuntamento al 2012!

martedì 27 dicembre 2011

Crema di topinambur e nocciole


Non provateci neppure a giustificarvi, a dire che siete stati travolti dagli eventi e a negare l’evidenza…..A Natale anche voi come gli altri 65 milioni di italiani avete mangiato troppo….avete ecceduto con il cibo e l’alcol, in una parola vi siete abbuffati. Ed allora prima della prossima abbuffata in calendario, quella in programma la notte di San Silvestro, cercate di disintossicarvi un poco. Personalmente ritengo che le vellutate, le zuppe oppure le creme di verdure siano degli ottimi disintossicanti: sono buone ma non pesano sulla bilancia, sono colorate e, soprattutto, saziano anche gli appetiti più robusti. Ed eccovi quindi una vellutata delicata ma gustosissima, con quella punta di morbidezza che la panna gli conferisce. La Nanetta l’ha apprezzata moltissimo: si è mangiata il suo bel bol di crema senza batter ciglio, dicendomi: “Buonissima mamma”……Allora buona disintossicazione!

IngredientiPer 2 persone+ Nanetta
- 500 gr di topinambur
- 2 cucchiai di panna liquida
- brodo di carne e/o vegetale
- una foglia di alloro
- un rametto di rosmarino
- un cucchiaio di nocciole sminuzzate
- olio evo
- sale e pepe

Sbucciate i topinambur, tagliateli a dadini e metteteli nella pentola a pressione con la foglia di alloro,  il rametto di rosmarino ed il brodo vegetale. Da quando la pentola a pressione comincia a fischiare calcolate almeno 10 minuti di cottura. Spegnete, aprite la pentola, togliete l’alloro ed il rosmarino ed immergete il frullatore nella pentola. Aggiungete la panna, mixate nuovamente, aggiustate di sale e pepe.

Sminuzzate le nocciole grossolanamente e fatele grigliare in un padellino. Versate la crema calda di topinambur nel piatto, aggiungete un filo d’olio e le nocciole grigliate.

venerdì 23 dicembre 2011

Goloso Natale a tutti!


Eccoci arrivati alle porte del Natale: siete distrutti, stanchi morti, sderenati per questo tour de force pre-natalizio oppure aspettate impazientemente l’arrivo del Bambino Gesù e di Babbo Natale?

Per quanto mi riguarda io sono quasi pronta: all’appello mancano solo le prove di travestimento da Babbo Natale (prove che dovrò fare con mio marito visto che è stato scelto all’unanimità come Babbo Natale) e pensare alla decorazione della tavola per la vigilia……il resto è fatto J

Ma non è Natale senza il tradizionale albero ed io allora ne ho preparato uno goloso goloso per voi.

Passate tutti un sereno Natale!

Io vi saluto, vado ad immergermi nell’atmosfera infantile e magica del Natale e vi do appuntamento alla settimana prossima. Un grosso abbraccio! 

Ingredienti
1 tuorlo d’uovo
160 gr di farina
40 gr di zucchero fine
40 gr di burro
40 gr di miele
1 cucchiaino di bicarbonato di sodio
Cannella e chiodi di garofano macinati q.b. 

Per la glassa:150 gr di zucchero a velo
3 cucchiai di acqua
diavolini colorati q.b.
Il burro ed il miele dovranno essere molto morbidi. Mescolate tutti gli ingredienti e lasciate riposare l’impasto per un paio d’ore in frigorifero.  Stendete l’impasto: lo spessore del foglio non dovrebbe superare i 2/3 mm. Con gli appositi  stampi ritagliate le parti dell’albero di Natale (io ho usato l’albero di Natale della Tescoma), disponetele sulla teglia da forno che avrete ricoperto con la carta forno, infornateli a 170° per 15 minuti circa. Tirateli fuori e lasciateli raffreddare prima di disporli sull’alberello.

Per la decorazione, potrete semplicemente cospargere il vs alberello con dello zucchero a velo in modo da ottenere l’effetto neve, oppure decorarlo con i diavolini colorati. In questo caso mescolate a fuoco basso l’acqua e lo zucchero a velo sino ad ottenere una crema bianca. Spalmate su ogni biscotto e lasiate rapprendere: spolverate poi con i diavolini colorati.
Ciao!

giovedì 22 dicembre 2011

Pasta rughetta, panna e pecorino


Quest’anno i regali di Natale sono bio e a Km 0: è quanto emerge da un’indagine promossa dalla Coldiretti in cui si evidenziano i trend gastronomici del Natale 2011. Tre italiani su quattro, infatti, hanno dichiarato di voler acquistare prodotti Made in Italy, mentre il 33% degli italiani intende regalare prodotti alimentari locali a chilometri zero e il 28% prodotti biologici.

E’ boom di “cesti eco-compatibili”: sono oltre cinquemila quelli richiesti dai consumatori nei farmers’ market e nelle Botteghe di Campagna Amica. I prodotti più gettonati risultano essere i formaggi ed i salumi, seguiti da vini, marmellate e miele. C’è chi propone delle composizioni di timo, rosmarino e origano per ricordare l’estate passata o per sognare quella che verrà. Da Milano a Brescia, da Pavia a Monza, da Varese a Cremona, da Como a Mantova nei cesti si raccontano i territori e i loro tesori. A Cremona si prepara anche il cesto “tutto bufala” con i formaggi delle bufale allevate in Pianura Padana. A Mantova, oltre ai salumi, si punta su lambrusco e grana, mentre nel bresciano non mancano le bollicine della Franciacorta e i casoncelli di Longhena. 

Ci sono anche i pacchetti turistici delle aziende agricole, in aree che vanno dalla montagna alla Franciacorta, dai parchi regionali alle strade del gusto e dei sapori. Il funzionamento è semplice: basta acquistare il pacchetto, telefonare, prenotare, il giorno scelto presentarsi con il voucher e godersi la vacanza. Le informazioni e le proposte si trovano anche nel sito www.terranostra.lombardia.it

E per brindare alle feste che arrivano, quest’anno c’è anche l’aperitivo bio: il 23 dicembre, alle ore 18.00, presso tutte le Botteghe di Campagna Amica della provincia di Milano e Monza Brianza, i consumatori potranno degustare i prodotti della tradizione lombarda: vino dell'Oltrepò Pavese, grana lodigiano e salumi brianzoli. Vi metto anche i locali dell'aperitivo a km zero: Bottega di Monza (via Arosio 12/A); Bottega di Legnano (Corso Sempione 29); Bottega di Trezzano sul Naviglio (via Indipendenza 2); Bottega di Triuggio (via Cagnola 79); Bottega di Magenta (Strada Valle 32).

Ed io che sono una sostenitrice della stagionalità dei prodotti e dei prodotti a km0, oggi vi passo una ricetta semplicissima, realizzata con l’ultima rughetta raccolta nell’orto.

Preparate l’intingolo come se doveste fare una pasta aglio/olio e peperoncino, a fine cottura aggiungete due cucchiai di panna da cucina (calcolate un cucchiaio a persona). Lavate la rughetta, asciugatela e tagliatela, conservatela da una parte. Grattate il pecorino. Cuocete i rigatoni, scolateli e versateli nella padella insieme alla rughetta, mescolate il tutto ed unite una generosa manciata di pecorino grattugiato. Servite caldi!

mercoledì 21 dicembre 2011

Marmellata di cachi e cioccolato fondente


Prima di parlarvi della mia ricetta di oggi, vi volevo segnalare al volo due idee di regali per bebés gourmands che ho visto in rete. In realtà nei giorni scorsi, stavo cercando dei grembiuli da cucina per bambini e mi sono imbattuta in questi due regali golosi…..
Credits: Ladurée

Innanzitutto le mamme fan dei celeberrimi macaron de Ladurée ora potranno sfogare questa passione sui loro bimbi: Ladurée ha infatti messo in vendita una collezione Bebé che prevede dei deliziosi bavaglini con dei piccoli macaron ricamati…..ma curiosando in rete per trovare qualcosa di meno snob e più democratico adatto alla Nanetta, ho scovato questa linea di accessori per piccoli cuochi lanciati da Thun:  dei deliziosi grembiuli da cucina e da gioco che si abbinano anche a delle sportine per fare la spesa per piccoli consumatori responsabili……

Credits: Thun

E dopo questi “consigli” per gli acquisti, eccovi la mia ricetta di oggi. Nel realizzare questa ricetta il mio obiettivo era quello di preparare una specie di crema spalmabile al cacao che però avesse anche della frutta, insomma un sostituto casalingo della Nutella…..l’abbinamento con i cachi è venuto spontaneamente perché anche qualche tempo fa vi avevo proposto una torta di cachi e cacao: ho preparato quindi una normalissima marmellata di cachi, utilizzando però poco zucchero e solo a fine cottura ho aggiunto la cioccolata fondente fatta a pezzi…….buonissima e graditissima non solo dalla Nanetta ma pure da mia suocera ;-)))))



 Ingredienti
1 kg di polpa di cachi
350 gr di zucchero
1 bustina Fruttapec 1:3
100 gr di cioccolato fondente extra  (70% di cacao)
Togliete la polpa di 10 cachi maturi e mettetela in una pentola. A parte mescolate lo zucchero e Fruttapec 1:3 ed aggiungetelo poi alla polpa di cachi. Cuocete a fuoco medio mescolando, quando comincia a bollire, alzate la fiamma e sempre continuando a mescolare, lasciate cuocere ancora per altri 3-5 minuti. Spegnete ed aggiungete la cioccolata fondente fatta a pezzetti: mescolate il tutto e versate nei barattoli. Chiudete, rovesciate i barattoli e riponete in cantina.

Buona merenda!

lunedì 19 dicembre 2011

Crema di tonno e patate


“Chose promise, chose due” mi diceva sempre una mia collega francese. La scorsa settimana vi avevo lasciati con la promessa di una ricettina per la tavola di Natale ed eccomi oggi con questa mousse di tonno, super rapida….In realtà nel weekend appena trascorso, avevo, come tutti del resto in questo periodo, tantissime cose da fare: i miei genitori salivano questo weekend da Roma, il frigorifero che piangeva (in compenso però il freezer straripa…) una mia cara amica da incontrare in aeroporto ieri tra un aereo e l’altro…..insomma non ho fatto altro che correre. E siccome volevo preparare uno stuzzichino da mettere sotto i denti come antipasto, mi è venuta in mente questa ricetta che andrebbe fatta con la maionese, ma io che non sono una fan di questo alimento, l’ho sostituito con una confezione di Philadelphia che avevo in frigo. La mousse che ho fatto si presta bene ad essere conservata in frigo, quindi potrete prepararla il 23 sera per poi consumarla durante il cenone della Vigilia……e sì perché da noi è tradizione osservare il digiuno nella giornata del 24 dicembre, per poi scatenarci durante un pantagruelico cenone rigorosamente a base di pesce………Io l’ho spalmata su di una fetta di pane integrale fatto in casa con grano saraceno.

Ingredienti:
180 gr di tonno
200 gr di Philadelphia
1 patata media
Capperi q.b.
Sale
Bollite la patata e schiacciatela con una forchetta. Scolate il tonno dall’olio, sciacquate i capperi dal sale.

In un frullatore mettete Philadelphia, il tonno, la patata, i capperi, frullate bene il tutto, aggiustate di sale, lasciate riposare in frigo per un paio di ore e poi mangiatela spalmata sul pane caldo.

Buona settimana!


venerdì 16 dicembre 2011

Indivia belga con speck croccante


Quest’anno non sono ancora entrata in modalità natalizia ….come mamma ho fatto tutto quello che era mio dovere fare per garantire alla Nanetta un genuino spirito di Natale: ho fatto l’albero ed il presepe a fine novembre, ho decorato la casa con Babbi Natale e palle e ghirlande, ho recuperato i cd di Natale che oramai ascoltiamo a ripetizione, ho comperato la maschera di Babbo Natale da far indossare a mio marito, ho fatto i regali, ma, dentro di me, l’atmosfera calda ed avvolgente del Natale, non è ancora arrivata……non sento quella felicità fatta di piccole cose che altri anni caratterizzava il mio stato d’animo in questo periodo….sarà forse che il nuovo lavoro mi assorbe completamente, sarà  che questa crisi pesante influenza in modo negativo il mio umore, fatto è che, nella mia testa qualche meccanismo deve essersi inceppato e fa in modo che la magia del Natale rimanga fuori dai miei pensieri quotidiani…..Ho persino difficoltà a mettermi dietro ai fornelli a preparare tutti quei calorici dolcetti o biscotti che non smettiamo mai di sgranocchiare durante le feste….quindi anche questa settimana, sul mio blog niente ricette natalizie: proverò a fare una riflessione sul tema questo weekend e vedo di proporvi qualcosa per la prossima settimana che possa apparire sulle vostre tavole della vigilia o del 25.

Quindi oggi c’è per voi una ricettina che non è mia, ma mi è stata gentilmente suggerita da Melina, una signora biondissima ma di autentiche origini calabresi, che lavora all’asilo della Nanetta e con cui ho avviato un interessante scambio di libri di cucina, di ricette e di vita J

Vi avevo proposto, l’inverno scorso, una ricetta sempre a base di indivia belga che è un piatto tipicamente invernale in Francia, les endives au jambon: quella di oggi è una versione differente dalle più tradizionali endives au jambon. Io l’ho fatta rapidamente domenica sera, l’ho provata e mi è piaciuta molto. Grazie Melina!



Ingredienti:
4 cespi di indivia belga
150 gr di emmental
8 fettine di speck
1 rametto di timo
1 foglia di alloro
Uno schizzo di vino bianco
20 gr di burro
1 cucchiaino di zucchero
Sale e pepe q.b.
Lavate e asciugate i cespi di insalata belga, tagliateli a metà nel senso della lunghezza. In una padella fate sciogliere il burro e cuocete l’indivia 3-4 minuti per parte, aggiungendo un paio di cucchiai di acqua calda. Aggiustate di sale e di pepe, scolate l'insalata dal fondo di cottura e lasciatela raffreddare.
Tagliate l’emmental a fettine sottili come se fosse delle fettine di sottilette: mettete le fettine sulla metà dei cespi di insalata belga, copriteli con l’altra metà dei cespi ed otterrete così dei panini che avvolgerete con due fette di speck. Disponete i cespi in una pirofila, cospargeteli con lo zucchero e bagnateli con il fondo di cottura rimasto nella padella e il vino, mettete anche il rametto di timo e la foglia di alloro e  passate in forno caldo a 200° per 20 minuti circa, poi accendete il grill e fate dorare lo speck per 6-7 minuti.
Prima di consumarli lasciate raffreddare un paio di minuti.
Buon weekend!


mercoledì 14 dicembre 2011

Tortino di cardi e formagella


Nel lungo ponte appena passato sono stata nelle Langhe a mangiare il tartufo, a fare incetta di cachi e a recuperare la dotazione annuale di vino della famiglia…..ebbene tra le tante cose che amo di questa terra- oltre ai tartufi naturalmente- ci sono i cardi gobbi del Monferrato. Contrariamente a molti altri alimenti, i cardi li mangiavo anche prima che diventassi un’emigrante in terra straniera. Mia mamma prepara da sempre una parmigiana di cardi à tomber che fa seriamente concorrenza a quella di melanzane ma che, proprio come quella di melanzane, ha 2000 calorie a porzione e quindi non si può mangiare tutti i giorni J

Durante gli anni di “esilio dorato” a Parigi, i cardi li mangiavo solo quando rientravo in Italia, anche perché non sono decisamente un ortaggio che si trovi in Francia. Da quando sono rientrata, invece, ogni autunno ne faccio una scorpacciata perché li trovo buonissimi, facilmente digeribili e tutto sommato versatili: i cardi sono buoni anche passati semplicemente nel burro con una spolverata di noce moscata. Certo quelli che compero sono i cardi comuni, non quelli gobbi, ma io li trovo gustosi ugualmente. Il tortino di oggi è un omaggio a questo ortaggio a torto poco conosciuto…..con i cardi gobbi del Monferrato invece ho preparato una ricettina a 10000 calorie che vi proporrò prossimamente ;-)))), intanto per fare pratica con i cardi (la cosa più noiosa è pulirli….) beccatevi questo tortino, graditissimo dalla Nanetta che, lo confesso, non ha ben capito che cosa esattamente stesse mangiando J.


Ingredienti
1 kg di cardi
3 uova
3 cucchiai di parmigiano grattugiato
80 gr di caciotta morbida (io ho usato una formagella dal sapore molto dolce proprio per non coprire il sapore dei cardi)
Noce moscata q.b.
Sale e pepe q.b.
Burro e pangrattato per la teglia
Pulite i cardi privandoli dei filamenti, strofinateli con il limone e metteteli a bagno in un’insalatiera con del succo di limone proprio come fate per i carciofi; poi sbollentateli per 5-6 minuti con acqua ed uno schizzo di aceto. Lasciateli raffreddare e frullateli. A parte, in  una piccola insalatiera, mescolate bene le uova, il parmigiano, la caciotta tagliata a dadini, la noce moscata grattugiata, il sale ed il pepe. Unite questo composto ai cardi frullati, mescolate bene. Ungete la pirofila con una noce di burro, poi mettete un pochino di pangrattato che assorbirà l’umidità, versate il composto e mettete nel forno caldo a 180° per 45 minuti circa. Lasciate intiepidire prima di consumare.

lunedì 12 dicembre 2011

Quadrucci all’uovo con cannellini


Buon rientro a tutti! Avete trascorso un ponte tranquillamente a casa oppure vi siete dedicati anima e corpo allo shopping pre-natalizio. Io ho fatto un sacco di cosucce interessanti e ve ne parlerò nel corso dei prossimi giorni sul mio blog.....

Intanto per ricominciare après la pause, mi ricordo che in un post del mese di settembre vi parlavo di questo delizioso libricino Cucinare in famiglia: ricette tra rime e fornelli che avevo sfogliato e che mi era sembrato contenere degli spunti interessanti pur nella loro semplicità. Proprio l’altro giorno, sono andata a sfogliarlo nuovamente perché mi era venuta in mente una ricetta che aveva attirato la mia attenzione: i quadrucci all’uovo con fagiolina del Trasimeno.  Ora io qui in Padania la fagiolina del Trasimeno non l’ho trovata e mi sono dovuta accontentare dei più banali cannellini: ho utilizzato però dei quadrucci all’uovo fantastici di Campofilone , un marchio che uso spesso perché per me è sinonimo di bontà nella pasta all’uovo…..e poi avevo sempre queste erbette che giravano per casa visto che ormai nell’orto non si trova più nulla L: insomma ne è venuta fuori una minestra asciutta fantastica, calda, stile comfort food, quei cibi che ti scaldano dentro e fuori, buoni ed equilibrati.

Di seguito vi metto gli ingredienti, io ne ho preparata un po’ di più, quindi calcolate che le porzioni che vi ho indicato, vanno bene per 3 persone.
Buona settimana: forza che mancano meno di due settimane a Natale J!

Ingredienti:
180 gr di quadrucci grossi all’uovo
250 gr di fagioli cannellini
100 gr di spinaci (io ho messo due cubetti di quelli surgelati che equivalgono a 100 gr circa)
100 gr di bieta erbetta
Carota, cipolla e sedano per soffritto
Olio evo
Sale
Parmigiano q.b.
Peperoncino q.b. (facoltativo)
Mettete ammollo a bagno i fagioli secchi la sera prima, l’indomani cuoceteli nella pentola a pressione per almeno 25 minuti. Se volete velocizzare la preparazione, potete sempre utilizzare i fagioli cannellini nei barattoli: in quel caso, dovrete solo aprire la scatola, sciacquarli un pochino et voilà….In un’ampia padella, fate scaldare l’olio, aggiungete le verdure per il soffritto: non appena si coloriscono un pochino, unite l’erbetta e gli spinaci e fate cuocere per 5- 6 minuti. Aggiungete poi i fagioli e continuate la cottura. Cuocete a parte i quadrucci all’uovo: uniteli ai fagioli, saltateli un minuto e servite caldi caldi accompagnati da una spolverata di parmigiano, dell’olio a crudo e del peperoncino tagliato al momento.

giovedì 8 dicembre 2011

Muffin con miele e noci


Ieri a Milano era festa: i milanesi hanno festeggiato Sant’Ambrogio, questo vescovo che nell’iconografia classica viene sempre raffigurato con una grande mitra sulla testa…. io non ho lavorato, ero a casa con la Nanetta che in questo periodo è in piena regressione da distacco: ha ripreso a fare pipì dans les culottes, si rifiuta di salire le scale e vuole sempre essere presa in braccio, sta sviluppando un attaccamento morboso per il ciuccio…..insomma il periodo è sicuramente duro per lei che, dopo 26 mesi di vita simbiotica con la sua mamma, la vede improvvisamente allontanarsi per tutto il giorno….ma il periodo è duro anche per me che, oltre ai sensi di colpa a 10000, non so bene come aiutarla: cerco di starle vicino quando sono in casa, ho triplicato la dose di coccole, la coinvolgo in ogni cosa che faccio, ma penso che la Nanetta abbia fondamentalmente bisogno di tempo: tempo per interiorizzare questo cambiamento e per elaborare nella sua splendida testolina rossa (e si perché la Nanetta ha i capelli rossi ;-)))) che la mamma ogni mattina la lascia all’asilo perché va a lavorare ma che poi ritorna tutte le sere con una dose raddoppiata di baciotti e di coccole solo per lei. Ieri  quindi le ho preparato una bella merenda, golosissima, che abbiamo gustato entrambe con una tazza di thé di Natale di Mariage Frères: i muffin con miele e noci.



Ingredienti per 6/8 muffin (dipende dalla grandezza delle forme che utilizzate)

150 gr di gherigli di noci
100 gr di zucchero
110 gr di burro
3 uova
150 gr di farina
1 bustina di lievito per dolci
100 gr di miele millefiori

Sminuzzate grossolanamente i gherigli di noci. In un’insalatiera, sbattete lo zucchero ed i burro a temperatura ambiente sino ad ottenere una crema biancastra omogenea. Aggiungete le uova una ad una, poi la farina, il lievito, il miele ed i gherigli di noci: mescolate bene. Versate la pasta in una tortiera per cake leggermente imburrata. Mettete nel forno pre-riscaldato a 180° per 45 minuti circa. Per verificare se è cotto, inserite una lama di coltello nel cake, se ne esce asciutta, il vs cake è cotto. Lasciate raffreddare i muffin e toglieteli dalle formine.  Servite accompagnati da una tisana oppure da un thé.

Buona merenda!

martedì 6 dicembre 2011

Insalata di avocado, indivia belga, uova ed uvetta


Ennesima scoperta alimentare fatta in Francia: l’indivia belga….ora voi magari vi starete chiedendo che cosa mangiavo io a Roma prima di emigrare a Parigi. In realtà tutte le verdure (perché mia mamma è sempre stata una quasi vegetariana), ma tutte le verdure che si potevano comperare nei mercati rionali romani e che, seguendo il ciclo naturale delle stagioni, crescevano nell’agro Pontino: cicoria a go-go, carciofi, puntarelle, barba del frate, zucchine romanesche, asparagi………una cosa è certa: l’indivia belga non rientrava e non rientra neppure ora, tra le coltivazioni abitualmente praticate nell’Agro Pontino. E’ evidente quindi che appena “sbarcata” in territorio gallico, l’approccio iniziale con l’indivia belga non sia stato dei migliori, anche perché all’inizio la mangiavo soprattutto in mensa dove la facevano sempre braisée, che è una via di mezzo tra una cottura in padella ed una con l’acqua ed il brodo….ma dopo l’iniziale freddezza, ho imparato ad apprezzare questa insalata, perché io la considero tale, forse perché si presta a tante preparazioni invernali diverse, ed ho trovato un abbinamento perfetto: si sposa benissimo con la dolcezza dell’avocado e dell’uvetta. La ricetta che vi propongo oggi è un esempio di come, anche nei mesi invernali, si possano preparare delle insalate appetitose ed equilibrate dal punto di vista nutrizionale. La Nanetta l’ha apprezzata forse attirata anche dai colori nel piatto: il giallo delle uova sode, il verde dell’avocado, il marrone dell’uvetta ed il bianco dell’indivia!



Ingredienti per 2 persone:
1 basco grande di indivia belga
1 avocado
1 cucchiaio di uvetta secca extra large
2 uova soda
Olio evo e sale q.b. 

Tagliate a lamelle l’indivia e un avocado maturo; bollite le uova, lasciatele raffreddare e tagliate a lamelle anche le uova: io ho questo piccolo affetta uovo della Tescoma che mi semplifica parecchio la vita e mi consente di avere delle fettine di dimensioni uguali. Nel frattempo lasciate rinvenire per una mezz’ora circa, in una ciotola con dell’acqua calda, l’uvetta secca, poi scolatela ed asciugatela con uno scottex. In un’insalatiera mettete tutti gli ingredienti, aggiustate di sale e di olio (poco perché l’avocado è già di per se molto oleoso) e portate in tavola!

lunedì 5 dicembre 2011

Gamberoni tandoori


C’è stato un periodo della mia vita in cui mi ero presa una “cotta” per la cucina indiana: adoravo il pollo tandoori, cotto in questo particolarissimo forno in argilla; mi piacevano da morire i naan con il formaggio ed ingurgitavo litri di lassi, una piacevolissima bevanda a base di acqua, yogurt, acqua di rose e frutta….Il  mio amore è arrivato al punto che ho deciso, insieme a Francesca, la mia amica di scorribande culinarie, di seguire anche un corso di cucina indiana che all’epoca ci aveva molto appassionato.

Oggi, a qualche anno di distanza, ho preso un po’ le distanze (perdonatemi il gioco di parole) dalla cucina indiana: mi sono resa conto che l’uso abbondante e quotidiano delle spezie, a lungo andare stufa, soprattutto per un palato italiano che è abituato più all’olio ed alle erbe aromatiche che alle spezie…..e poi se c’è una cosa che non ho mai potuto soffrire nella cucina indiana è l’impiego del coriandolo fresco: proprio non lo sopporto, mentre invece adoro i semi di coriandolo, soprattutto se abbinati alla carne. Ma di questa mia passione di gioventù mi è rimasta qualche ricetta che preparo un paio di volte l’anno (non di più) e che riscuote sempre un grande successo perché, non ce lo nascondiamo, la cucina indiana, se presa a piccole dosi, è deliziosa: i gamberoni tandoori sono una di quelle ricette che compaiono improvvisamente sulla mia tavola una sera a casa quando je veux me faire plaisir e, soprattutto, voglio far piacere a mio marito che dei gamberoni tandoori ama quel delizioso sughetto che si forma e nel quale inzuppa un panino intero ;-)))). Naturalmente la ricetta che vi propongo non contempla l’uso del tandoori, anche perché la vedo dura costruire un forno in argilla nelle nostre case super moderne, però gli ingredienti sono gli stessi ed il risultato è ugualmente appetitoso.

L’ultima volta che li ho preparati, qualche giorno fa, al posto del burro, ho utilizzato un nuovo tipo di olio che solo da poco è commercializzato sul mercato italiano e che in Francia, invece, è uno degli olii più venduti: si tratta di Isio4, un olio  che presenta una combinazione unica e bilanciata di 4 oli complementari (girasole, colza, Oleisol®, Vinacciolo), rispettando il sapore naturale degli alimenti. L’utilizzo dell’olio d’oliva nella cucina indiana e, più in generale, in quella esotica è assolutamente da bandire: è stato questo il messaggio che all’epoca del mio corso, la mia insegnante mi disse senza mezzi termini rispondendo alla mia domanda se potevo preparare un tikka masala con l’olio d’oliva…..in pratica mi incenerì con lo sguardo J ed io capii, una volta per tutte, che l’olio d’oliva lo devo usare nella cucina italiana, appena cambio continente, mi conviene piuttosto passare ad un olio dal sapore più neutro.

Ora dopo tutta ‘sta pappardella, eccovi gli ingredienti per due persone con un grande appetito:

500 gr di gamberoni sgusciati (io ho usato delle jumbo mazzancolle)
burro oppure di olio neutro (girasole, colza, vinacciolo) q.b.
1 cipolla tritata
2 teste di aglio schiacciate
1 cucchiaio di pasta tandoori
2 cucchiai di succo di limone
Sale q.b.
Se non avete comprato dei gamberoni già sgusciati, allora puliteli e metteteli da parte. In una padella fate fondere un po’ di burro oppure scaldate un po’ di olio, fate dorare le cipolle e l’aglio sino a quando le cipolle non diventino tenere. Aggiungete la polvere di tandoori e continuate la cottura per un paio di minuti circa. Aggiungete il succo di limone e coprite la padella: fate cuocere 5 minuti circa poi unite i gamberoni e lasciateli sul fuoco sino a quando non siano cotti. Salate.

Fate bollire del riso basmati e servite i gamberoni accompagnati dal riso basmati; in mancanza di riso, munitevi di un pezzo di pane per fare  la scarpetta J

venerdì 2 dicembre 2011

L'olio giocando.....



Lo sapevate che il nostro pianeta ospita 1628 varietà di olivi e che solo in Italia ne abbiamo 638?
Che non c'è olio nelle olive? Che le olive verdi e le olive nere non sono due diverse varietà…..o ancora che la spremitura a freddo non esiste?
Se non eravate al corrente di tutte queste cose, nessun problema….neppure io lo ero sino alla scorsa settimana quando ho avuto la fortuna di partecipare ad un’interessante serata organizzata dai Salumi del Frantoio presso il Frantoio Celletti.
L’obiettivo della serata era ad un tempo quello di presentare ai foodblogger una nuova tipologia di prodotti che trovate già nei supermercati: dei nuovi salumi a cui, grazie ad un esclusivo brevetto alimentare, viene tolto il grasso animale, sostituito da olio extra vergine d’oliva…..e quello di proporre un viaggio sensoriale nel mondo dorato (è proprio il caso di dirlo) dell’olio d’oliva accompagnati da Gino Celletti

La serata è incominciata con i seguenti suggerimenti: l’olio si gusta con il naso, l’olio dolce va abbinato con i sapori dolci, quello amaro con i sapori amari, last but not least, l’olio più pizzica e meglio è….dopo queste dritte di base, le cose si sono fatte serie ;-))): abbiamo scaldato i bicchierini che avevamo di fronte un paio di minuti tra le mani e poi via con il gioco……
Nel primo assaggio, l’odore arrivato al naso e poi alla bocca è stato quello sorprendente del pomodoro, delle foglie di pomodoro associate ad un pizzico di basilico: si trattava di un olio dolce della tonda Iblea, varietà siciliana, un olio che abbiamo abbinato alla dolcezza ed alla morbidezza del prosciutto cotto e della ricotta.
Il secondo assaggio ha spiazzato tutti: dal bicchierino si sentiva un forte odore di erba, di amaro che poi è stato confermato dal sapore che si è sprigionato in bocca…..in questo caso avevamo un olio della Coratina, Puglia, che ci è stato proposto accompagnato da un sapore deciso e forte come può esserlo quello della mortadella e del pepe nero.

Il nostro viaggio è poi continuato con tutta una serie di piatti sempre a base di Salumi del Frantoi accompagnati da olii di diverse varietà: pizza napoletana all’olio campano, foglie d’olivo toscano agli spinaci con julienne di tacchino arrosto, tagliata di wurstel in crema di gorgonzola, scaglie di parmigiano croccante e olivo sardo e per finire un delizioso sorbetto di limone all’olio…..
E mentre ero in macchina e ritornavo a casa, riflettevo sul fatto che forse per alcuni piatti e per certe ricette, usare un olio neutro (di semi oppure di girasole) permette di “scoprire” il sapore della preparazione stessa, ma che mai nessun tipo di condimento riuscirà a sposarsi bene con i sapori come l’olio d’oliva nostrano!
Buon weekend!

giovedì 1 dicembre 2011

Vellutata aromatica di lenticchie, timo, finocchio ed alloro


I legumi costituiscono un capitolo a parte nella storia delle relazioni con il cibo della Nanetta: non riesco ancora a capire per quale misterioso ed inspiegabile motivo, la Nanetta nutra una consolidata avversione nei confronti dei legumi. Piselli, lenticchie, fagioli, non fanno decisamente per lei, li rifiuta dicendomi: “Mamma, nocciolo” come se all’interno dei legumi ci fosse chissà quale sorpresa……ed io che però non demordo, perché adoro i legumi e perché sono fermamente convinta che costituiscano una validissima alternativa alle proteine di origine animale, ho deciso che d’inverno debba mangiarli almeno una volta alla settimana e mi sono messa di buzzo buono, come si dice, a proporle ogni volta delle vellutate o delle puree camuffate.
Volendo prepararle una vellutata di lenticchie sono partita dalle lenticchie decorticate che hanno un colore decisamente più “rosa” e meno marrone rispetto alle lenticchie normali, in modo da confonderle le idee..... Poi ci ho aggiunto della passata di pomodoro che ha fatto risaltare ancora di più il rosa delle lenticchie ed infine ho camuffato il tutto mettendoci delle erbe aromatiche……naturalmente gliel’ho servita accompagnata dagli immancabili crostini, che lei adora e che metterebbe pure sulla purea di frutta: insomma per farvela breve, si è sbafata i suoi due mestoli di vellutata mentre io gongolavo che mi sembravo uno dei 7 Nani (e sì perché ho dimenticato di scrivervi che siamo in pieno trip da Biancaneve e i 7 Nani…..ma di questo vi parlerò in un altro post).
Oggi, colgo anche l’occasione per segnalarvi il contest Lenticchia Pedina: ai primi venti che pubblicheranno una ricetta sarà spedito in omaggio una confezione di Lenticchia Pedina ed un grembiule da cucina con ricettario stampato.
Iscrivetevi e pubblicate la vs ricetta con una foto del piatto alla pagina http://www.pedina.it/Contest-lenticchia-manda-tua-ricetta-con-lenticchie-pedina, potreste vincere un weekend enogastronomico oppure buoni di acquisto.
Inoltre con l’acquisto delle lenticchie Pedina, per ogni confezione 15 centesimi saranno devoluti al progetto del CESVI “Casa del Sorriso” in Brasile.

Ingredienti 
250 gr lenticchie decorticate
1 cipolla
2 cucchiai di olio evo
1 cucchiaino di semi di finocchio
12 rametti di timo
1 foglia di alloro
½ barattolo di passata di pomodoro

sale
Tagliate finemente la cipolla. Nella pentola a pressione, fate scaldare l’olio, aggiungete la cipolla, poi le lenticchie e le erbe aromatiche (alloro, timo e finocchio), infine la passata di pomodoro. Lasciate insaporire per 5 minuti, poi coprite di acqua, chiudete la pentola a pressione e lasciate cuocere. Da quando comincia a fischiare, calcolate 20 minuti di cottura. Togliete la foglia di alloro. Immergete il frullatore e frullate bene il tutto. Servite la vellutata calda con un filo di olio d’oliva ed una spolverata di parmigiano.

martedì 29 novembre 2011

Polpettine di carne e ricotta


Alzi la mano chi non ama le polpette: io devo ancora trovarla una persona a cui non piacciono le polpette, soprattutto se sono quelle della mamma! Inoltre, per le mamme sempre di fretta ma che si preoccupano, al tempo stesso, di quello che danno da mangiare ai figli, le polpette costituiscono una soluzione validissima: ne parlavo non più tardi di qualche giorno fa, con le altre mamme dell’asilo, dicendo che con le polpette o con i polpettoni si risolvono tanti problemi di alimentazione con i figli. Le polpette si preparano in mille modi sempre appetitosi, aiutano ad utilizzare “diversamente” quello che rimane nel frigorifero, in genere sono sane e, particolare essenziale, risultano graditissime ai bambini! Recentemente ho voluto provare questa ricetta di polpette con carne e ricotta che non prevede l’uso delle uova: l’ho tratta direttamente dal libro Bolli bolli pentolino, di cui vi ho parlato a lungo in un mio post di qualche tempo fa, e che continua ad essere una fonte di ispirazione preziosa per tutto quello che riguarda l’alimentazione dei più piccoli. 

Ingredienti per 5 porzioni
500 gr di carne macinata di manzo
200 gr di ricotta di mucca
40 gr di parmigiano grattugiato
80 gr di pangrattato
¾ scatola  di passata di pomodori
Olio evo q.b.
Sale
Noce moscata q.b.
Amalgamate bene la carne macinata, la ricotta, il parmigiano, la noce moscata, i 50 gr di pangrattato ed il sale: formate delle palline che passerete poi nel pangrattato rimasto. Mettete la passata di pomodoro in una pirofila, adagiateci sopra le polpette e spolverate con il parmigiano avanzato. Cuocete in forno a 200° per 25-30 minuti circa: a metà cottura mescolate le polpette e 5 minuti prima della fine, scoprite la teglia. A cottura ultimata, versate un filo di olio. Potete anche farne di più e poi congelarle: quando ne avrete bisogno, non vi resterà che passarle nel forno.

lunedì 28 novembre 2011

Risotto salsiccia e rucola


Non so com’è andato il vostro weekend ma la parola d’ordine del mio è stata la seguente: nebbia, nebbia, e ancora nebbia, declinata nella versione mattutina, pomeridiana e notturna….insomma uno di quei fine settimana da starsene rintanati in casa al calduccio, coccolati dall’amore della Nanetta e di mio marito. Naturalmente anche un weekend dietro i fornelli: ho sperimentato infatti 3 ricette che vi proporrò a breve sul mio blog, giusto per non perdere la mano. La ricetta di oggi, invece, l’avevo provata in settimana  e trae spunto da un piatto che avevo assaggiato quest’estate in montagna: una pasta corta con speck e rucola, niente male. Ma siccome da queste parti, siamo amanti del risotto, non poteva mancare  la versione a chicchi e poi qualche adattamento dettato dalle circostanze. In realtà la rughetta è tra le poche cose che l’orto offre ancora ed allora, invece di utilizzarla in insalata, ho pensato di adoperarla per questo gustoso risotto che poi alla fine è diventato un piatto unico che mi ha risolto la cena.



Ingredienti per 2 porzioni abbondanti (Nanetta inclusa)
250 gr di riso carnaroli
2 salsicce di puro suino
1 ciotola di rughetta
Brodo vegetale q.b.
Parmigiano grattugiato
Una noce di burro
Olio evo
Sale 

Togliete la pelle alle salsicce, schiacciatele con una forchetta e mettetele in un pentolino: lasciatele cuocere senza l’aggiunta di olio, quando saranno croccanti mettetele da parte. Lavate la rughetta ed asciugatela, se le foglie sono troppo grandi, tagliatela un po’. In una pentola, fate scaldare un poco di olio, versate il riso, tostatelo e poi cominciate a cuocerlo, aggiungendo di tanto in tanto un mestolo di brodo bollente. A 2/3  della cottura, mettete la salsiccia sbriciolata, mescolate bene il tutto. A cottura ultimata, spegnete il riso, unite la rughetta, una noce di burro ed il parmigiano: mantecate il tutto e servite immediatamente in tavola.




venerdì 25 novembre 2011

Merenda di cachi, pere e cannella


Ne avevo già parlato qualche tempo fa quando, in occasione di un post dedicato al momento della merenda,  riflettevo sui differenti stili adottati da ciascuna mamma. Io sono di quelle che per merenda propone la frutta ad oltranza, anche se poi cerco di associarla sempre a qualcosa di più sfizioso: dei cracker, il thé con i biscotti oppure una fetta di crostata o di ciambellone…….lo scorso weekend avevo diversi cachi dell’orto che erano maturi ed ho deciso di preparare una merenda per la Nanetta che sostituisse la solita frutta: per attenuare l’effetto “restringente” dei cachi, ho messo dentro un bella pera matura e per insaporire il tutto ho aggiunto un pizzico di cannella, non tanto, perché sennò la Nanetta, che pure è abituata alle spezie, mi storce il naso……Ne è venuta fuori una composta vellutata, dai profumi, colori e sapori autunnali che la Nanetta ha gradito molto ma che è stata apprezzata ancora di più da mio marito che ha finito la ciotola. Ed ad me che l’ho preparata, è rimasto soltanto il cucchiaino da leccare alla fine J!



Ingredienti
la polpa di 2 cachi
1 pera
1/2 cucchiaio di miele
Cannella q.b.
Acqua

Togliete la polpa ai cachi e mettetela da una parte. Sbucciate una pera, fatela a dadini e mettetela in un pentolino con il miele ed un filo di acqua. Lasciate cuocere a fuoco lento per almeno un quarto d’ora sino a quando la pera non comincia a sciogliersi, aggiungete la polpa di cachi e lasciate cuocere ancora un paio di minuti, prima di spegnere mettete la cannella e mescolate. Passate il tutto con il frullatore. Servite a temperatura ambiente.

Buon weekend a tutti!