giovedì 31 gennaio 2013

Di ricotta ed ananas



Correva l’anno 1922 e Luisa Spagnoli creò un cioccolatino dal nome “cazzotto”: 90 anni dopo il Bacio Perugina è sempre con noi ad addolcire le nostre giornate più amare…sembra lo spot di una nuova pubblicità in vista di San Valentino ma banalmente è la verità su uno dei cioccolatini più amati dagli italiani e più esportati (sono 55 i paesi in cui mangiano i nostri Baci). Personalmente adoro i Baci Perugina, non amo affatto San Valentino però devo dire che l’iniziativa di aprire un temporary store firmato Baci Perugina in via Montenapoleone 6, nel cuore di Milano, dall’8 al 14 febbraio proprio in concomitanza di questa festa, mi piace molto……mi piace soprattutto l’idea di entrare in una boutique con un cielo stellato, pareti dipinte di blu e argento, come l’ incarto dei Baci Perugina, percorse da messaggi d’amore….ma mi piace forse più di tutti l’idea di  poter fare incetta di scatole di Baci Perugina “limited edition”, confezionate al momento, che potranno essere personalizzate con una dedica scritta a mano su un cartiglio Baci Perugina….tutto questo naturalmente a beneficio della sottoscritta perché- ahimé- l’Uomo Goloso non ama particolarmente la cioccolata ed allora sarò io a dovermi sacrificare per entrambi ;-)))))
Ed ora, dopo questa overdose di calorie, andiamo di ricetta light e sana…..





200 gr di farina
200 gr di ricotta vaccina
200 ml di latte
75 gr di zucchero
50 ml di olio evo
Mezza bustina di lievito
Ananas fatto a fette q.b.
Zucchero a velo q.b.

Setacciate la ricotta e cominciate a lavorarla, versate il latte, l’olio e lo zucchero, continuando sempre a mescolare insieme gli ingredienti. In una terrina mischiate la farina ed il lievito, aggiungeteli delicatamente al composto. Affettate l’ananas e tagliatelo secondo il vostro gusto personale. Ungete una tortiera, versate il composto e decorate con l’ananas. Mettete in forno a 180° per 45 minuti circa. Togliete dal forno, lasciate riposare per qualche minuto e cospargete di zucchero a velo.

lunedì 28 gennaio 2013

Tortino di radicchio e patate con ricotta affumicata




Dov’ero io venerdì pomeriggio quando nella Garfagnana si è avvertita una forte scossa di terremoto? Ma a Firenze naturalmente! Tranquilli, dopo il primo attimo di panico iniziale, la razionalità ha preso il sopravvento e constatato che non c’erano danni, abbiamo continuato la nostra riunione di lavoro…..comunque lo spavento c’è stato e venerdì sera un po’ per la stanchezza del viaggio, un po’ per lo strizzone preso, sono crollata alle 9.30 insieme alla Nanetta, contentissima di potersi addormentare accoccolata vicino a mammetta. Ma oltre allo spavento della sottoscritta, la notizia positiva è che non ci sono stati danni e, soprattutto, non ci sono stati morti……
Ma veniamo alla ricetta di oggi, sperimentata due weekend fa: direi che, in questo caso,  il primo esperimento è perfettamente riuscito e sicuramente da rifare visto che l’Uomo Goloso l’ha divorato in men che non si dica!

Buona settimana a tutte!



500 gr di patate
2 baschi di radicchio lungo
2 uova
50 gr di ricotta affumicata
Olio evo q.b.
Sale q.b.
Lessate le patate e poi tagliatele a fettine. Lavate e pulite il radicchio poi tagliatelo a listarelle: in una padella scaldate un poco di olio ed aggiungete il radicchio facendolo cuocere per 5/6 minuti, aggiustate di sale. In una terrina sbattete le uova; mescolate le patate con il radicchio e poi versate le uova sbattute. Ungete una pirofila, unite il composto patate/radicchio e sopra grattugiate abbondantemente la ricotta. Mettete in forno a 180° per 20 minuti circa, mangiate caldo.

 

giovedì 24 gennaio 2013

Cake miele e noci



Ieri ero, per lavoro, alla fiera dell’oro di Vicenza. Ho visto un trionfo di oro, soprattutto quello giallo, di pietre preziose, di perle di tutte le forme, i colori e le dimensioni; poco presente l’oro bianco che sembra essere passato di moda, moltissimi i visitatori provenienti dall’Europa dell’Est, innanzitutto russi, che hanno sostituito gli arabi a livello di frequentazione della fiera.  Ma l’aspetto che più mi ha colpito di questa manifestazione famosa anche oltre i nostri confini è che il Made In Italy ancora una volta trionfa: si è vero, c’era qualche espositore di semi-lavorati straniero e qualche “gioielliere” francese ma la stragrande maggioranza degli espositori sono italiani, artigiani di Arezzo, di Valenza, di Vicenza; quello che emerge è che, nonostante la crisi e il sostegno pari a zero che la piccola e media imprenditoria riceve dallo Stato italiano, le competenze, le capacità, la creatività di noi italiani è apprezzata e riconosciuta universalmente…… e meno male aggiungo io!…..Allora, dopo questa divagazione non proprio in tema culinario, di impronta nazionalista (ma che volete dopo anni di vita in Francia circondata da sciovinisti, il mio senso di appartenenza all’Italia si è fatto prepotentemente strada e con esso l’orgoglio di essere italiana), passo alla ricetta di oggi.
Questo cake è un mio classico, una di quelle ricettine che propongo puntualmente ogni inverno perché si sposa benissimo con una tazza di thé alle spezie o con una cioccolata calda di Modica alla cannella: è semplice da fare e si conserva bene per qualche giorno….allora che aspettate? Correte a comperare gli ingredienti in vista del prossimo freddo che i meteorologi hanno annunciato!
150 gr di farina
3 uova
110 gr di burro
100 gr di zucchero
100 gr di miele
150 gr di noci sminuzzate grossolanamente
1 bustina di lievito per dolci 
Sminuzzare le noci. In una terrina mescolare energicamente lo zucchero ed il burro a temperatura ambiente sino ad ottenere una crema. Aggiungere le uova una ad una, poi la farina, il lievito, il miele e le noci. Versate il composto in una forma per cake imburrata: io ho usato questa della Tescoma! Cuocete in forno a 180° per 45 minuti: prima di tirare fuori il cake, fate la prova coltello. Lasciate raffreddare prima di togliere il cake dalla forma e servite freddo.

lunedì 21 gennaio 2013

Vellutata di zucca e porri



Brrr che freddo, l’inverno vero è finalmente arrivato. I due giorni appena trascorsi sono stati all’insegna della neve e del gelo ed la mia strategia è stata quella di rintanarmi in casa, davanti al camino che ha funzionato per 48 ore ininterrottamente, e di preparare cibi coccolosi e colorati che mi aiutassero a contrastare il biancore che mi circondava. 
 
Ho preparato questa vellutata di zucca e porri con l’ultimissima zucca che ancora avevo; ho fatto un tortino di radicchio e patate delizioso e per la nostra prima colazione ho cucinato una torta di ricotta all’ananas….tutte ricette che troverete a brevissimo sul mio blog…….
Intanto oggi per iniziare “caldamente” la settimana, eccovi la ricetta di questa vellutata non proprio light ma, che volete, co’ ‘sto freddo qualche caloria in più ci sta tutta.
 
Buona settimana a tutti: la mia sarà una settimana in giro per lo stivale tra una trasferta di lavoro e l’altra.

500 gr di zucca tagliata a dadini
300 gr di porri tagliati a rondelle
Brodo vegetale q.b. (dovrebbe essere sugli 800 cl)
200 gr di panna liquida fresca
Olio evo o burro q.b.
Sale e pepe q.b.
 
Soffriggete i porri e la zucca nell’olio caldo per 10 minuti circa. Aggiungete un paio di mestoli di brodo continuando la cottura per altri 15 minuti, frullate il tutto. Rimettete sul fuoco aggiungendo il restante brodo, salate, pepate e riprendete la cottura per altri 10 minuti, appena prima di spegnere unite la panna. Servite cospargendo con semi di zucca e parmigiano.

venerdì 18 gennaio 2013

Risotto radicchio tardivo e mascarpone



Apro questo post riconoscendo pubblicamente che la ricetta che state per leggere non è mia ma mi è stata suggerita dalla mia collega Nerina, vicentina purosangue, espertissima in riparazioni di orologi e gioielli e, da qualche mese, anche wedding planner…..quindi se avete in programma di sposarvi ed abitate nel nord est dell’Italia fareste bene a rivolgervi a lei……dopo questa doverosa sviolinata, passo a descrivervi la ricetta ;-)))
Qualche tempo fa, durante la pausa pranzo, Nerina mi aveva parlato di questo suo modo di preparare il risotto con il radicchio tardivo: mi conoscete oramai e non ho potuto fare a meno di segnarmi la ricetta, che ho fedelmente riprodotto utilizzando due baschi di tardivo che lei mi ha procurato ed il mitico mascarpone della cascina. Solo un’avvertenza: attenzione a questo piatto perché rischia seriamente di compromettere la vostra dieta che presumo avrete cominciato il 7 gennaio………


Per due persone
200 gr di riso carnaroli
2 baschi di radicchio tardivo (ma potete farlo anche con il radicchio quello lungo)
3 cucchiai di mascarpone
Due dita di vino rosso
Brodo vegetale q.b.
Olio evo q.b.
Sale e pepe q.b.
Pulite il radicchio e fatelo a striscioline: la parte bassa del radicchio la utilizzerete subito, le cimette del radicchio, invece, le unirete al risotto solo all’ultimo momento in modo da conferire al risotto quel non so che di croccante. In una pentola versate un filo di olio, unite il radicchio e fate cuocere per un paio di minuti, versate anche il vino rosso e sfumate: a questo punto unite il riso, tostatelo e cominciate la cottura, versando brodo al bisogno. A 5 minuti circa dalla fine della cottura, aggiungete le cime del radicchio, continuando a mescolare e, appena prima di spegnere, unite anche il mascarpone, amalgamatelo bene con il risotto. Spegnete, versate un po’ di parmigiano, lasciate riposare il risotto prima di servirlo in tavola.
Et merci a Nerina!

mercoledì 16 gennaio 2013

La scienza dal giocattolaio




Domenica scorsa sono stata alla presentazione del libro “La scienza dal giocattolaio”  edito da Codice edizioni; più che un libro per bambini, si tratta di piccolo dizionario illustrato dei giocattoli preferiti da noi adulti: dal meccano al frisbee, dalla Barbie al dolce forno, dal piccolo chimico ai soldatini; dietro ad ognuno di questi giocattoli si nascondono delle storie e degli aneddoti curiosi ed inconsueti.
Lo sapevate che con 6 mattoncini Lego si possono fare addirittura 95000 combinazioni diverse (devo dirlo alla Nanetta che non fa altro che giocare con i suoi Lego Duplo!)? E che una delle primissime versioni del Piccolo Chimico in vendita negli Stati Uniti negli anni ’50 conteneva ben 4 isotopi di uranio radioattivo? Roba da matti! E che dire dell’Hula  Hop, assurto a simbolo del femminismo, che veniva utilizzato già dai greci ed ancora prima dagli egizi, 500 anni prima della nascita di Cristo? Ho appreso anche che il cubo magico di Kubrik si può risolvere in 20 mosse (io non so mai riuscita a completare più di due facciate di questo misterioso cubo) e che il Monopoly, il gioco più giocato da sempre, è arrivato in Italia all’epoca del fascismo? Tradotto in italiano con il termine italico Monopoli, i nomi che compaiono sul Monopoli prendono spunto dai nomi delle vie di Milano.
Questo libro è stata una vera rivelazione, come fare un tuffo nella storia di intere generazioni di bambini, alla riscoperta dei giocattoli più divertenti e diffusi del Novecento: è un piccolo vocabolario scientifico del giocattolo, composto da voci brevi, corredato da illustrazioni accattivanti e da una ricca iconografia….ma soprattutto contiene curiosità a palate!
L’autore, Davide Coero Borga, si definisce al tempo stesso uno scienziato ed un apprendista giocattolaio,  ed ha cercato di raccontarci in modo semplice e ludico la storia dei nostri giocattoli preferiti e di cosa abbiamo imparato da loro, senza saperlo.
Ognuno dei 31 giocattoli famosi repertoriati ha una propria carta d’identità, una descrizione precisa, con insospettate storie di scienza che si celano dietro la maschera di ninnoli per bambini. La scienza dal giocattolaio è anche un libro giocattolo, in cui le immagini si trasformano grazie ad una gelatina rossa, estraibile dalla contro copertina, che, se sovrapposta alle immagini del libro, rivela una serie di figure nascoste che ammiccano al lettore e ai contenuti letti.
A metà fra un catalogo di una mostra e un libro di design, La scienza dal giocattolaio è anche un’esperienza visiva: scatti tratti da un set fotografico incontrano giocattoli scientificamente reinterpretati. 


lunedì 14 gennaio 2013

Involtini ripieni di carciofi


Finalmente sono arrivati! Ero lì ad aspettarli dai primi di dicembre e, durante le recenti vacanze di Natale, li ho mangiati…di cosa sto parlando? Ma degli amatissimi carciofi naturalmente! A Roma ho fatto indigestione: fritti, alla romana, in frittata, con la pasta…..insomma tutti i giorni  la mia mamma ci faceva trovare i carciofi…..che buoni, li adoro…….e questa ricetta di involtini con i carciofi mi ha fatto riconciliare, temporaneamente, con la carne. In realtà a Roma non ho potuto fare a meno di rimettermi a mangiare carne: abbiamo avuto il trionfo delle fettine panate, dell’arrosto morto, del bollito……per terminare con questi involtini a cui proprio non ho saputo resistere J


Per due persone
300 gr di fettine di manzo battute sottili
½ fettina di prosciutto cotto per ogni fettina di carne
½ fettina di sottiletta per ogni fettina di carne
2 carciofi
Farina q.b.
1 spicchio di aglio
Vino bianco q.b.
Olio evo q.b.
Sale e pepe q.b.
Pulite i carciofi e tagliateli sottilmente come se doveste fare un carpaccio. In una padella scaldate un filo di olio, unite l’aglio, quando comincia ad essere dorato, versate i carciofi che farete cuocere o fuoco svelto per 6-7 minuti circa.

Con il batticarne, battete bene le fettine, passatele nella farina, adagiate mezza fettina di prosciutto cotto, mezza fettina di sottilette, un po’ di carciofi, arrotolate le fettine, chiudetele con uno stuzzicadenti oppure con un filo di quelli usati per chiudere l’arrosto. In una padella fate scaldare un filo di olio evo, adagiate gli involtini, versate il vino bianco, fate evaporare l’alcol e cuocete a fuoco svelto per 4/5 minuti. Prima di servire in tavola, aggiustate di sale e pepe.

giovedì 10 gennaio 2013

Le ricette del riciclo: datteri con mascarpone



Una delle parole più cercate su Google nel 2012 è stata sicuramente spending review. Presente sulle prime pagine di tutti i più importanti quotidiani nazionali, sui siti internet, in televisione, questo nuovo termine, sconosciuto alla stragrande maggioranza della popolazione all’inizio del 2012, è entrato prepotentemente nel nostro linguaggio e, soprattutto nelle nostre vite al quotidiano. Anch’io nel mio piccolo ho attuato una spending review facendo leva su alcuni voci di spesa importanti nel nostro bilancio famigliare, andando a limare altre voci di costo e, utilizzando, spesso, un po’ di creatività e di immaginazione per risparmiare qualche soldino. Sicuramente il primo ambito che ha risentito della mia spending review è stato quello dell’acquisto di libri: in realtà sino a settembre 2011 ero un’assidua frequentatrice di Amazon; nel settembre del 2011 è entrata in vigore una legge che non ha consentito di applicare sui libri degli sconti superiori al 15% ed è scattata allora la mia personale protesta….mi sono fatta la tessera della biblioteca del mio paese (la Nanetta aveva già la sua) ed ho cominciato a frequentarla un paio di volte al mese. Devo confessare che mi si è aperto un mondo sconosciuto: ricevo ogni 15 giorni le mail contenenti gli ultimi arrivi; in un registro dei desiderata posso scrivere il nome di un libro che desidererei leggere e, nel giro di qualche settimana, il libro nella fattispecie viene acquistato; posso tenere i libri sino a 30 giorni e rinnovare il prestito; posso richiedere e prendere in prestito le più recenti edizioni delle guide turistiche e, dulcis in fundo, pagando una quota associativa ridicola, partecipo alle iniziative della biblioteca che, vi assicuro, sono tutte molto interessanti…..insomma tutto questo per farvi capire che forse non tutti i mali vengono per nuocere e che, alla fine della fiera, questa forma di spending review de’ Noantri da me attuato, non solo mi ha fatto risparmiare dai 400 ai 500 euro l’anno, ma mi ha consentito di partecipare in maniera più attiva alla vita sociale del paese in cui vivo……

.........la mia personale spending review ha poi attaccato la dispensa ed il frigorifero; mi sono ripromessa di non lasciare più marcire le verdure nel cassetto del frigo e di utilizzare “les restes” per creare delle ricette alternative ed originali: è il caso di questi datteri al mascarpone che avevo assaggiato tanti anni fa a Venezia ed il cui ricordo si è affacciato alla memoria quando si è trattato di utilizzare dei datteri natalizi che giravano per casa e gli ultimi cucchiai di mascarpone della cascina.




Il binomio datteri-mascarpone è “mortel”: assicuratevi però di avere dei datteri snocciolati big size ed un mascarpone di buona qualità. Aprite i datteri, imbottiteli di mascarpone, richiudeteli, metteteli in frigorifero per un paio di ore, tirateli fuori dal frigo 10 minuti prima di consumarli e voilà pronto il vostro frutta-dessert super nutriente e ricostituente…..alla faccia della dieta e dei buoni propositi del 2013 ;-)))))!

lunedì 7 gennaio 2013

I tortellini della mamma



Ve ne avevo parlato nel mio primopost del 2013 e vi avevo promesso che, una volta scaricate le foto, vi avrei proposto la ricetta ed eccomi qui puntualissima, anche se questi tortellini non sono proprio dietetici e sicuramente non aiuteranno la prima prova costume che, come recitava la canzone Espadrillas by Porfirio Rubirosa, è scattata inesorabile il 7 gennaio, dopo l’Epifania, a feste concluse.

A casa “Quaderni Golosi” la prova bilancia è stata drammatica: io devo perdere 2 kg che dopo la gravidanza si sono caparbiamente “avvinghiati” alla mia pancia e non accennano ad andarsene, anzi sembrano aver trovato la loro collocazione ideale…..la situazione dell’Uomo Goloso è sicuramente più difficile da mandare giù in tutti i sensi: 5 kg da perdere prima dell’estate…. mi domando come farà anche perché le sue mascelle non accennano a voler prendere un po’ di ferie ;-)……comunque, indipendentemente dalla nostra dieta, continuerò a pubblicare i post con le mie ricette, statene pur certi! 

I tortellini della mamma sono riservati per le grandi occasioni che sono, di solito, le feste comandate ed i compleanni dei famigliari….si tratta di un piatto tipicamente invernale, bello sostanzioso che riscalda il corpo ma anche lo spirito. Riconosco che la preparazione è un po’ lunga ma potete sempre farne molti di più e poi congelarli!

E per chi ricomincia oggi, coraggio, in fin dei conti mancano meno di tre mesi a Pasqua!


Per la pasta
3 uova
400 g di farina 

Per il ripieno
100 gr di vitella a dadini
100 gr di maiale mago a dadini
100 gr di petto di pollo a dadini
¼ cipolla tagliata sottile
1 costa di sedano tagliato a cubetti
1 carota media tagliata a cubetti
1 uovo intero
50 gr di parmigiano grattato
la scorza grattugiata di un limone bio
burro q.b.
olio q.b.
1 grattata di noce moscata
sale e pepe q.b.
 

Per il brodo di carne
Vi lascio liberi di scegliere il tipo di carne da utilizzare: noi l’abbiamo preparato con il cappone ruspante che ci avevano dato gli zii…..
Impastate le uova con la farina e tirate una sfoglia molto sottile (noi abbiamo usato la mitica Imperia!).
In una casseruola scaldate l’olio ed il burro, aggiungete le verdure per il soffritto, fatele rosolare, quando saranno dorate aggiungete la carne, mettete sale, pepe e noce moscata: proseguite la cottura per almeno 20 minuti. Macinate il composto ed aggiungete l’uovo, il parmigiano ed il limone grattato. Tenete da parte il composto. Tirate la sfoglia, con il taglia pasta (io ho usato questo della Tescoma!) formate dei rettangoli: disponete al centro di ogni rettangolo un po’ di composto poi ripiegate in due e date forma al vostro tortellino (avrei dovuto realizzare un tutorial, perdonatemi!). Mettete sul fuoco il brodo, quando bolle, versate i tortellini, una volta che saliranno a galla, saranno pronti: serviteli ben caldi in tavola accompagnandoli da una generosa manciata di parmigiano.


mercoledì 2 gennaio 2013

Vellutata cremosa di patate



Felice 2013 a tutti, che questo nuovo anno possa essere all’insegna della salute, delle gioie famigliari e della serenità!
Ora, per quanto mi riguarda, negarlo non servirebbe a nulla se non ad accrescere i miei sensi di colpa: lo confesso, ho decisamente esagerato durante questi giorni di festa appena passati. I miei bagordi gastronomici sono iniziati la vigilia di Natale. Va fatta una premessa: quest’anno abbiamo deciso di passare il Natale a Roma a casa dei miei e domenica 23 dicembre alle 7.20 eravamo già sul treno Italo che in poco più di 3 ore ci ha portato alla stazione Ostiense proprio accanto alla sede megagalattica di Eataly…la nostra prima tappa l’abbiamo fatta proprio lì per iscrivere l’ignara Nanetta ad un’animazione natalizia in tema gastronomico. Poggiate le valigie a casa, sono iniziate le grandi manovre in cucina: mia mamma mi ha prospettato le sue idee per il cenone della vigilia e per il pranzo di Natale, ed io, solo a sentire l’elenco delle ricette,  ho cominciato a produrre un’abbondante salivazione. Il giorno della vigilia a pranzo ci siamo trattenuti: il sacrificio l’abbiamo fatto più che volentieri perché sapevamo quello ci avrebbe aspettato la sera. Abbiamo cominciato con il fritto vegetale a base di carciofi e zucchine romanesche, patate, mele e cavolfiori….abbiamo continuato con le polpette di baccalà di Goretti, e poi ha fatto la sua apparizione l’immancabile spaghetto col tonno, lo sgombro in carpione, i filetti di tonno…..
...E visto che dopo tutta ‘sta robba non avevamo ancora raggiunto quota 5000 calorie, abbiamo concluso con un pandoro Loison al cioccolato fondente e tutta una serie di torroni sardi artigianali che ci hanno steso……
Non vi racconto i dettagli del pranzo di Natale, basterà soltanto dire che mia mamma aveva preparato i suoi mitici tortellini fatti in casa (datemi il tempo di scaricare le foto e poi vi proporrò la sua storica ricetta) cucinati con il brodo di cappone…….
E allora penso che dopo questa overdose di cibo, una ricetta di vellutata cremosa quel tanto che basta e light quel tanto che basta penso che ci stia tutta……vi lascio, devo scappare perché oggi si ricomincia (lavorativamente parlando intendo!).
A voi tutti auguri per un 2013 ancora più goloso!

 
Per 3 persone
 
500 gr di patate
20 gr di burro
Cipolla, sedano, carota per soffritto sminuzzati q.b.
100 cl di latte
Prezzemolo q.b.
Sale q.b.
Pulite le patate, tagliatele a pezzi e fatele bollire nell’acqua: una volta cotte, schiacciatele bene e rimettetele nell’acqua di cottura, girando bene. In una padella, sciogliete il burro e fate dorare le verdure del soffritto insieme al prezzemolo: aggiustate di sale e pepe ed aggiungete questo intingolo alla purea di patate. Mettete il tutto sul fuoco bassissimo e mescolate bene: versate il latte caldo e continuate la cottura ancora per qualche minuto. Servite in tavola calda.