lunedì 30 gennaio 2012

Dadolata di arance ghiacciate.......


In questo ultimo scorcio di gennaio, ho deciso di dedicare una settimana alle ricette a base di agrumi: frutti che amo tanto ma che purtroppo, a causa del mio reflusso gastroesofageo, posso mangiare solo in piccole dosi. Incomincio con una ricetta semplicissima che mi è stata data da Maria e che si è rivelata formidabile, un successone: merci Maria! La Nanetta ha preso questi tartufi per delle caramelle fredde e gommose: tanto meglio perché rispetto alle caramelle in commercio (ndr caramelle che lei mangia solo dai nonni perché a casa nostra le caramelle non ci sono), questi tartufi hanno il pregio di essere biologici e completamente naturali.

Mangiate per tre giorni arance bio e tenete da parte le bucce con poco bianco: le mettete a bagno, cambiando di tanto in tanto l'acqua per togliere l’amarognolo.

Bollite le bucce per  1 ora circa, scolatele e strizzatele bene. Tritatele con la mezzaluna. Pesatele ed usate lo stesso peso in zucchero. Mescolate in un’insalatiera le bucce sminuzzate e lo zucchero, poi mettete il tutto in una pentola e cuocetele a fuoco basso come fareste per le marmellate. Regolatevi sulla consistenza: una volta raffreddato il composto, fate delle palline da rotolare nello zucchero e mettere nei pirottini per dolcetti. Disponetele nel congelatore: degustare fredde.

venerdì 27 gennaio 2012

Il caffè alcolico di Luciana…….



Oggi una ricetta per papà e per tutti gli amanti del caffè (io non mi ci metto dentro perché carburo quasi esclusivamente a thé), il caffè alcolico di Luciana. Vi avevo parlato di Luciana in altre occasioni: l’estate scorsa per suggerirvi quella deliziosa lasagna di zucchine, fiori di zucca e salsicce e poi, ancora prima, per spiegarvi la faraona con bacche di ginepro che lei prepara. Ora Luciana è una di quelle persone che non ha un repertorio culinario vasto ma che quelle 5-6 ricette che prepara sono veramente una bomba. E’ il caso anche di questo caffè alcolico che, ripeto, pur non amando il caffè, trovo buono per quella punta di cioccolato che addolcisce il tutto J e poi la ricetta è semplicissima!

Fate 4 macchinette da 6 di caffè, riempite a metà di acqua oppure 8 macchinette da 3, in buona sostanza dovrete ottenere un caffè super ristretto.

Unico accorgimento: per la preparazione del caffè, utilizzate dell’acqua minerale naturale e non quella del rubinetto.
250 ml alcol per liquori
2 bustine di vaniglina
380 gr di zucchero finissimo
2 cioccolatini (1 al latte e l’altro fondente)
In una capiente terrina mettete lo zucchero, la vaniglina ed i cioccolatini, poi cominciate a versare una caffettiera alla volta. Mescolate bene il tutto, poi coprite e lasciate raffreddare. Aggiungete l’alcol, mescolate nuovamente e filtrate il composto: imbottigliatelo. Potete gustarlo anche subito: conservatelo in frigorifero, è decisamente più buono freddo!

giovedì 26 gennaio 2012

Polpette di lenticchie e noci


Too late…..penso che avrei dovuto proporvi questo post immediatamente dopo le feste perché in questo modo avreste potuto riutilizzare facilmente gli avanzi delle lenticchie che si aggiravano per casa dopo il cenone di San Silvestro…..vabbè arrivo troppo tardi, ma confido nel fatto che vi sia rimasta una piccola quantità di lenticchie ancora da cuocere che vorrete destinare alla sperimentazione. Era diverso tempo che volevo realizzare una ricetta di polpette a base di legumi secchi o di cereali: qualche settimana fa sfogliando una di quelle riviste che danno nei supermercati, mi è caduto l’occhio su questa ricetta e mi sono detta che era venuto il momento di lanciarmi. Partendo dalla ricetta, ho fatto un paio di tentativi prima di approdare alla mia versione della ricetta che vi metto di seguito:  

100 gr di lenticchie
200 gr di funghi champignon
60 gr di noci sminuzzate
3 cucchiai di parmigiano grattato
3 cucchiai di pangrattato+ pangrattato q.b.
1 cucchiaio di prezzemolo tritato
1 spicchio di aglio
1 uovo
olio evo q.b.
sale q.b.
Lessate le lenticchie. Pulite i funghi e tagliateli in pezzi. In una padella mettete un po’ di olio, scaldate ed aggiungete lo spicchio di aglio a rosolare,  unite i funghi e lasciate cuocere a fuoco medio 10 minuti circa.
A cottura ultimata, versate i funghi nel frullatore e frullateli bene: in un’insalatiera, unite al composto di funghi, le lenticchie, l’uovo, il parmigiano, il pangrattato, le noci, il prezzemolo ed il sale, mescolando bene il tutto. Se dovesse risultare troppo molle, aggiungete dell’altro pangrattato. Formate delle piccole polpette schiacciate oppure tonde e passatele velocemente nel pangrattato. A questo punto potete friggerle oppure cuocerle nel forno, à vous de choisir! In ogni caso, gustatele calde!



martedì 24 gennaio 2012

Il Menù di Yocci


Prendete una trentenne giapponese con i capelli ricci, nata a Osaka e laureata in pittura all’Accademia di Belle Arti, trapiantatela in Italia, datele una penna e chiedetele di illustrare la cultura italiana attraverso i suoi occhi di straniera completamente estranea alle nostre abitudini: otterrete così  “Giornale Italia”, una sorta di striscia settimanale de L’Internazionale in cui con delicatezza ed ingenuità Yoshiko Noda, in arte Yocci, ci propone la sua personale visione su ciò che la colpisce in Italia.  Recentemente Yocci ha anche illustrato la sezione baby del sito di Woolrich: carinissima! Ma la sua ultima fatica è un delizioso libro rosso dal titolo Il Menù di Yocci (edizioni Corraini) in cui incanta il pubblico con i suoi delicati disegni e guida il lettore alla scoperta delle ricette basic della cucina giapponese.
Come si prepara un cikuzen-ni? Yocci, ci spiega come preparare i suoi piatti preferiti della tradizione giapponese in una serie di ricette da lei definite “senza responsabilità”. Scritte in italiano e giapponese, in uno stile che mantiene tutta la freschezza e spontaneità di Yocci, queste colorate “istruzioni culinarie” sono illustrate con disegni inediti dell’artista, per regalarci uno spaccato giocoso della cucina del Sol Levante e far rivivere l’atmosfera di questa realtà gastronomica.

Dall’antipasto al dolce, ecco un Menu completo in pieno stile Yocci arricchito da una serie di fotografie in miniatura dei piatti realizzati: tante immagini per saperne di più su daikon, udon, nori e molti altri ingredienti esotici e misteriosi! Io l’ho sfogliato insieme alla Nanetta che se l’è pure portato dietro durante la sua “seduta” quotidiana sul vasino……inoltre ogni ricetta è corredata da disegni simpaticissimi e da commenti in un italiano-giapponesizzante.
Il libro è disponibile in italiano/giapponese e in inglese/giapponese…e poi, se volete, trovate anche la shopping bag in cotone bio decorata con i disegni di Yocci.

lunedì 23 gennaio 2012

Clementine al miele e mandorle sfilettate


Tempo fa leggevo non so più dove che le clementine hanno grandi proprietà diuretiche e rinfrescanti, in realtà a me le clementine piacciono molto perché fra tutti gli agrumi sono i più “gentili” con il mio stomaco sofferente di reflusso gastroesofageo. Per motivi evidentemente diversi, piacciono molto anche alla Nanetta che le preferisce di gran lunga agli altri agrumi, quindi a casa nostra d’inverno le clementine non mancano mai, soprattutto se sono bio e del sud Italia J Ho provato a fare questa ricetta basandomi su di una ricetta che assaggiavo sempre in un ristorante marocchino a Parigi, dopo una porzione gigantesca di couscous royal. All’inizio non capivo il motivo per cui si chiamasse royal, poi dopo essermi ritrovata davanti una generosissima porzione di semola, verdure e carne per comporre il mio couscous, ho capito forse che l’appellazione royal andava a quel couscous che comprendeva tutto al suo interno.
E per digerire il copioso pranzo, la frutta ripassata nell’acqua di fiori d’arancio aiutava enormemente. Ho rifatto la stessa cosa, utilizzando però delle clementine nostrane, con l’aggiunta di una punta di miele e di mandorle sfilettate alla fine per dare al tutto quel tocco croccante. Buono come frutta e come dolce allo stesso tempo!



Ingredienti per due persone:
3 clementine
1 cucchiaio di acqua di fiori d’arancio
1 cucchiaio di miele
1 cucchiaio di mandorle sfilettate
Acqua q.b.

Sbucciate le clementine. In un pentolino fate scaldare l’acqua, il miele ed i fiori d’arancio. Otterrete uno sciroppo né liquido né denso, passate nello sciroppo le clementine, disponetele in un piattino, versate lo sciroppo rimasto e cospargete di mandorle sfilettate.

venerdì 20 gennaio 2012

Cardi con fonduta di Castelmagno


Per il Ponte dell’Immacolata sono stata nelle Langhe a mangiare il tartufo bianco. Quello con il tartufo è un appuntamento annuale che non manco mai da quando sono ritornata in Italia. Da circa 3 anni andiamo sempre a mangiare in una trattoria, Da Camulin, che si trova a Cossano Belbo: è uno di quei posti in cui hai pochi ma deliziosi piatti sulla carta. Ogni volta che ci vado so già a priori cosa prenderò per antipasto, per primo e per secondo…..

E l’ultima volta che siamo stati, visto che amo molto i cardi, ho assaggiato nuovamente un piatto a base di cardi con fonduta di castelmagno: ho provato a rifarlo a casa e che mi è venuto buonissimo…adesso non dite che non potrete testare questa ricetta perché non sapete dove comperare i cardi: ce li hanno pure l’Ipercoop e l’Esselunga! E difatti io li ho trovati lì……ecco, la Nanetta non li ha graditi: secondo me è stato il castelmagno che è veramente forte come formaggio, però, per una volta tanto, questo piatto ce lo siamo gustato interamente noi due, mio marito ed io!
 
Ingredienti
800 gr di cardi
160 gr di Castelmagno
2 tuorli
150 ml di latte
Burro q.b.
Sale q.b.
Per pulire i cardi, dovete eliminare le foglie esterne, poi con un coltello togliere i filamenti dei cardi che si trovano all’esterno, strofinarli con il limone e metterli in un’insalatiera con acqua ed aceto. Cuoceteli nell’acqua bollente e salata per una ventina di minuti circa, poi scolateli.
Scaldate il latte, aggiungete il Castelmagno tagliato a dadini e senza smettere di mescolare, fate sciogliere per bene il formaggio. Aggiungete poi i tuorli e continuate la cottura per altri 3-4 minuti a fuoco basso.
Cuocete i cardi in padella con un poco di burro: un paio di minuti per lato andranno bene. Metteteli in un piatto e versate la fonduta di Castelmagno. Che ve lo dico a fare: trattasi di piatto unico….il rischio cinghialone notturno è sempre dietro l’angolo….


giovedì 19 gennaio 2012

Favole da leggere, da sfogliare e da assaggiare, naturalmente!!!

Credits: Sigep

Lo so che con questo freddo il solo parlare di gelato fa venire i brividi, ma quello preparato dai Maestri della Gelateria al Sigep, in programma a Rimini dal 21 al 25 gennaio prossimi, sarà veramente un gelato…da favola. I grandi maestri  della gelateria artigianale si sono dati appuntamento nel laboratorio delle idee per leggere una favola e tradurla in morbida dolcezza ghiacciata!
Credits: Sigep

Tre libri, tre giorni di lavoro e tante interpretazioni golose da leggere e da gustare: si parte domenica 22 gennaio con l’interpretazione della Mukka Moka e la scuola di gelato, (Agostino Traini, Emme Edizioni). Lunedì 23 Gennaio si continuerà con Il palazzo di gelato, di Gianni Rodari, da “Favole al Telefono”, mentre martedì 24 Gennaio si terminerà con Prospero e l’essagelato (Pino Pace, edizioni EDT).
Credits: Sigep

A giudicare gli artisti una giuria d’eccezione: centinaia di bambini delle scuole di Rimini che assaggeranno, giudicheranno e selezioneranno i gusti più…fa-vo-lo-si! E poiché il mondo delle favole è un mondo fatto di sogni e di dolcezza, lo stand dell’associazione si trasformerà in uno spettacolare mondo delle favole di cioccolato e gelato! La Mukka Moka, Il Palazzo di Gelato e Prospero saranno i protagonisti di un allestimento goloso e strabiliante: una mukka gigante di cioccolato, un palazzo di cioccolato alto più di 5 metri ed un Prospero gigante, anch’esso di cioccolato. L’appuntamento è al Sigep, la  più importante fiera al mondo nel settore della gelateria artigianale, e poi appuntamento naturalmente nelle migliori gelaterie artigianali d’Italia, magari quando farà un pò più caldo!

mercoledì 18 gennaio 2012

Crema di zucca con chiodini



A metà dicembre ho ricevuto un regalo graditissimo: un’enorme zucca Violina.
L’ho lasciata per un po’ nel soggiorno di casa a mo’ di soprammobile, poi con l’albero di Natale ed il presepe in giro, l’ho portata in cantina e lì è rimasta sino a quando non ho notato che da un lato si stava deteriorando. Ho messo subito al lavoro mio marito che l’ha tutta pulita, fatta a cubotti e messa nei sacchetti congelazione: è un Santo vero?  Ogni volta che apro il freezer, ho una botta di colore arancione che con questo grigiore mi mette subito di buon umore. Ecco allora che con uno dei sacchettini ho preparato una crema di zucca e ci ho poi aggiunto dei funghi chiodini per dare quel tocco di bosco che mancava alla ricetta.

Ingredienti per 4 persone+Nanetta:
700 gr di zucca
1 cipolla gialla
300 gr di chiodini
150 ml di panna da cucina
1 dado
1 spicchio d’aglio
Prezzemolo tritato q.b.
2 cucchiai di pinoli
Olio evo
Sale e pepe q.b.
Tagliate la zucca a cubotti e la cipolla finemente. Nella pentola a pressione (se non l’avete usate naturalmente quella normale), fate scaldare l’olio, imbiondire la cipolla e poi aggiungete la zucca, rosolandola per un paio di minuti. Poi versate l’acqua in modo da ricoprire la cipolla (500 ml dovrebbero bastare) ed il dado (io uso raramente il dado, ma quando lo uso metto sempre il dado gelatinoso, non mi ricordo nemmeno più di qualche marca sia). Chiudete la pentola a pressione e da quando comincia a fischiare lasciate cuocere 6-7 minuti, poi apritela, aggiungete la panna e continuate la cottura per un paio di minuti ancora. Se non utilizzate la pentola a pressione, allora incorporate la panna subito dopo aver aggiunto il dado. Lasciate raffreddare la zucca e riducetela in crema. Nel frattempo pulite i funghi, scaldate un po’ di olio in una padella con uno spicchio di aglio ed unite i funghi che dovranno cuocere almeno una decina di minuti, poi versate i pinoli e spolverate con il prezzemolo tritato. Riempite delle ciotole con questa crema vellutata, sopra versate i funghi ed i pinoli. La versione per la Nanetta era identica, solo che alla fine invece dei funghi, le ho versato una bella manciata di crostini al forno ed un cucchiaio di parmigiano grattato.

lunedì 16 gennaio 2012

Hachis parmentier


In questo mese di gennaio freddo ed umido, un plat d’hiver ci sta tutto, ma non un piatto qualsiasi, qui mi riferisco ad uno dei capisaldi della cucina francese: l’hachis parmentier. I miei colleghi francesi mi hanno sempre suggerito di non mangiare l’hachis parmentier alla “cantine” perché sostenevano giustamente che venisse fatto con la carne avanzata nei giorni precedenti…..io ho sempre seguito il loro consiglio; però andando a casa di amici e conoscenti mi capitava spesso di mangiare questo piatto che va detto, sarà pure fatto con gli avanzi del giorno prima, ma è buonissimo. In buona sostanza si tratta di carne macinata cotta come si cuoce il ragù nostrano, a cui si aggiunge del puré di patate e poi si schiaffa in forno. E’ decisamente un piatto invernale: provate a mangiarlo il 15 di agosto, avrete il cinghialotto piantato sullo stomaco per 48 ore almeno!

Ingredienti per  6 persone :
Per la purea di patate
1 kg di patate
40 cl di latte
50 gr di burro
5 cucchiai di parmigiano grattugiato
sale
Noce moscata q.b. 

Per l’hachis:
600 gr di carne macinata (io ho usato manzo e maiale insieme)
1  cipolla media
Olio q.b.
Sale e pepe 

70 gr di emmental grattugiato
Pangrattato q.b.

Tagliate finemente la cipolla, in una padella fate scaldare l’olio ed unite la cipolla, lasciandola cuocere almeno 10 minuti a fuoco bassissimo. Aggiungete poi la carne macinata, alzate un pochino la fiamma e cuocete il tutto per un altro quarto d’ora. Aggiustate di sale e di pepe.

Sbucciate le patate e fatele cuocere: io utilizzo sempre la pentola a pressione ed in 10 minuti me la cavo. Passate le patate con il passa patate.  Mettetele in una pentola, aggiungete il burro e lasciate che fonda: poi versate il latte, continuando a mescolare sempre, grattate la noce moscata ed infine unite il parmigiano. Cuocete ancora il puré a fuoco lento per altri 5 minuti. Lasciate raffreddare.

In una pirofila, versate la carne macinata, livellandola bene, unite la purea di patate, livellando bene anche quest’ultima. Cospargete di emmental e di pangrattato. Infornate a 180° per 20 minuti circa e poi per 7-8 minuti al grill. Si mangia tiepido, non bollente ed è ancora più buono l’indomani!

venerdì 13 gennaio 2012

Risotto cime di rapa, pomodori secchi e burrata


Vi ho parlato a più riprese della passione di mio marito per il risotto: la ricetta di oggi è un'umile rivisitazione di un piatto proposto dal celeberrimo ristorante milanese Il luogo di Aimo e Nadia……forse non tutti sanno che Aimo, il fondatore, ha appeso i mestoli ed il grembiule al chiodo per sopravvenuti limiti di età, lasciando i fornelli a due giovani ma talentuosissimi chef che si sono fatti le ossa lavorando all’estero accanto a grandi chef étoilés: si tratta di Alessandro Negrini e di Fabio Pisati, l’uno del Nord, l’altro del Sud.  La loro cucina risente molto dei rispettivi influssi regionali e la ricetta di oggi ne è un esempio lampante.

Avevo assistito ad un loro show cooking in cui avevano proposto proprio questo piatto, naturalmente più elaborato, più complesso nella preparazione, più ricco di ingredienti….io l’ho notevolmente semplificato ma, soprattutto, l’ho adattato al mio gusto personale. Gli ingredienti base: le cime di rapa, la burrata ed i pomodori secchi sono rimasti….le cozze da disporre sopra il risotto così come i capperi sono spariti perché ho ritenuto, ma quest’affermazione n’engage que moi, che il sapore “marino” delle cozze ed il salato dei capperi stonassero con il risotto nella sua globalità….ho insomma alleggerito il piatto anche per poterlo proporre alla Nanetta. In un mio precedente post vi avevo raccontato la ricetta del risotto alle ortiche e stracchino che lei aveva dimostrato di gradire enormemente senza lasciarsi intimorire dal colore verde brillante del piatto; questo risotto è, se possibile, ancora più verde dell’altro ma una volta portato alla bocca risulta sorprendentemente delicato grazie soprattutto alla burrata che equilibra il salato dei pomodori secchi. 

Ingredienti
200 gr di riso carnaroli
200 gr di cime di rapa
10 pomodorini  secchi
150 gr di burrata
1 cipolla media
Grana grattugiato
Brodo vegetale q.b.
Olio evo q.b.
Vino bianco q.b.
Pulite la cipolla e tagliatela finemente; in una padella fate scaldare un po’ di olio e poi unite la cipolla: la cottura della cipolla dovrà avvenire a fuoco bassissimo. Io l’ho tenuta circa mezz’ora sul fuoco a bassa temperatura, alla fine diventerà trasparente sino quasi a sfaldarsi. Lasciatela raffreddare e poi mixatela bene in modo da ottenere una salsina. Pulite le cime di rapa, fate scaldare in una padella un poco di olio con lo spicchio di aglio e lasciate cuocere le cime di rapa: anche in questo caso, una volta raffreddate, dovrete passarle al frullatore. Sminuzzate i pomodori secchi, se trovate quelli essiccati, reidratateli in un poco di acqua calda, poi asciugateli, strizzateli e tagliateli a listarelle.
In una casseruola, tostate il riso con l’olio evo, poi sfumatelo con un mestolo di acqua calda e poi con il vino. Proseguite normalmente la cottura aggiungendo, al bisogno, del brodo. A metà cottura unite la crema di cipolla, dopo qualche minuto versate la crema di cime di rapa, e poi i pomodorini secchi. Appena prima di spegnere, versate la burrata e, a seguire, il grana grattugiato, mantecate e servite caldo. La burrata deve essere aggiunta proprio alla fine, idealmente non dovrebbe filare. Se volete potete aggiungere anche dei capperi tritati: personalmente trovo che il sapore aggressivo dei capperi, stoni con il delicato della burrata e con il dolce della cipolla, sia fuorviante rispetto ai sapori “pugliesi” di questo risotto…..poi, come per tutte le cose, è una questione di gusti…..

mercoledì 11 gennaio 2012

Maccheroncini salsiccia, olive e pomodori


Che fare con una confezione di maccheroncini all’uovo che giaceva triste e sconsolata in frigorifero da oltre due settimane? Come prepararli per soddisfare i gusti anche della Nanetta? Tra i miei appunti disordinati di viaggio e di piatti, ho ritrovato questa ricetta che avevo assaggiato l’estate scorsa al mare: mi erano piaciuti tanto e così ho deciso di rifarli, usando però, rispetto alla versione originale, i miei maccheroncini all’uovo.
Che dire? Adattissimi per fronteggiare il freddo di questi giorni!

Ingredienti
250 gr di maccheroncini all’uovo
 salsicce
15 olive verdi
5 cucchiai di passata di pomodoro
1 spicchio di aglio
Parmigiano o pecorino grattugiato q.b.
Olio evo
Sale q.b.
1 rametto di timo
Private le salsicce della pelle, sbriciolatele e fatele cuocere in un padellino senza aggiunta di olio.
In una padella scaldate l’olio, aggiungete la passata e poi le olive verdi snocciolate e tagliate. Fate cuocere il tutto 4-5 minuti, unite poi la salsiccia sbriciolata ed il timo, continuando la cottura ancora per qualche minuto. Nel frattempo cuocete i maccheroncini, scolateli ed uniteli all’intingolo, saltateli un minuto in padella, spolverateli con una generosa manciata di parmigiano o pecorino….inutile dirvi che la Nanetta oltre alla pasta, ha fatto fuori tutti i pezzi di “ciccio” dell’intingolo……l’amore per la carne ed i suoi derivati non l’ha certo preso da me J!

martedì 10 gennaio 2012

Corso per piccoli Chef!


Credits: Eat's

Se vostro figlio vi fa entrare in crisi chiedendovi come mai scoppiate a piangere ogni volta che tagliate una cipolla o come fa ad esistere un “Sale dell’Himalaya”, visto che l’Himalaya è una montagna, dal 16 gennaio in poi non dovrete più arrampicarvi sugli specchi per trovare una risposta sensata…..a partire da questa data, infatti, Eat’s, il nuovo food market haut de gamme aperto nel cuore di Milano, ospiterà degli incontri golosi dedicati ai più piccoli, incontri che si propongono di insegnare ai bimbi ad amare il buon cibo.

Si tratta di un appuntamento che si terrà tutti i lunedì per un’ora a partire dalle 16 presso lo Show cooking dell’Eat’s Bistrò e si svolgerà sotto forma di un vero e proprio laboratorio pratico a cura dello chef Matteo Gelmini. Prima del laboratorio, i bambini saranno avviati ad un momento di esplorazione e di approfondimento che avverrà, invece, tra i banconi del Food Market, dove i piccoli cuochi potranno scegliere gli ingredienti da utilizzare direttamente nella preparazione delle loro ricette.

Il corso per “Junior Chef” di Eat’s è stato concepito per essere un momento speciale per i bambini, che daranno libero sfogo alla loro creatività davanti agli occhi divertiti e sorpresi di genitori che, osservandoli all’opera, potranno scoprire qualcosa di nuovo sui loro figli e, perché no, anche sui segreti della cucina.

La partecipazione al corso è gratuita (e con i tempi che corrono mi sembra un’interessante iniziativa), su prenotazione, per un massimo di 4 bambini a settimana. Per ulteriori informazioni contattare Eat’s al numero 02/76280614.

lunedì 9 gennaio 2012

Gli accras de morue di Goretti


Oggi ricetta esotica, si fa per dire….…..gli accras de morue sono delle polpette di merluzzo che si fanno nelle Antille francesi; ne trovate di tutti i tipi perché ogni mamma, nonna, zia, amica, ha la sua personale versione: con o senza farina, piccantissime o no, con l’aglio o senza, grandi o piccole, insomma c’è solo l’imbarazzo della scelta…..

La mia amica portoghese, Goretti, prepara però una versione riveduta e corretta di queste golosissime polpette di merluzzo; in realtà, da buona portoghese, utilizza il famoso Bacalhau che si fa arrivare direttamente dal Portogallo oppure che compera al mercato portoghese vicino Parigi….e sì, perché Goretti è un’amica che ho conosciuto quando vivevo in Francia e che continuo, nonostante la distanza, a frequentare………..

Le sue polpette di merluzzo sono uno dei più buoni souvenir che ho della Francia: mi ricordo ancora che al suo rumorosissimo matrimonio ne preparò qualcosa come 1200……c’era un tavolo con una montagna di queste polpette disposte come se fossero i barattoli del supermercato. In ogni caso le sue polpette sono come le ciliegie, una tira l’altra e non riesci a smettere di mangiarle…..nel periodo delle feste quando erano a Milano i miei, mio papà è stato preso dal desiderio di mangiare queste polpette che anche lui, in diverse occasioni, aveva gustato ed io l’ho accontentato….ecco la ricetta che condivido volentieri con voi!

Io vi suggerisco di farne in quantità considerevole….nella peggiore delle ipotesi, le congelate per poi friggerle e mangiarle in un secondo momento!



Ingredienti
550 gr di baccalà salato
750 gr di patate
1 uovo intero+ 1 tuorlo
Prezzemolo grattugiato q.b.
Olio evo q.b.
Sale e pepe q.b.
1 cucchiaino di peperoncino dolce
Pangrattato q.b.
Se utilizzate il baccalà salato, mettetelo in acqua almeno 24 ore prima in modo da togliere il sale. Sbucciate le patate, tagliatele a dadini e mettetele in una pentola, con l’acqua, insieme al baccalà fatto a pezzi: lasciate cuocere il tutto per 40 minuti almeno. Quando le patate risulteranno morbide, scolatele e mettetele da una parte. Pulite il baccalà, eliminando la pelle e sminuzzandolo con le mani in modo da togliere tutte le spine. Con una forchetta schiacciate le patate ed il baccalà, metteteli in un’insalatiera insieme all’uovo intero ed al tuorlo, unite il prezzemolo, il peperoncino dolce, aggiungete un filo di olio, aggiustate di sale e pepe ed amalgamate bene tutti gli ingredienti. In un piatto versate il pangrattato, prendete un po’ di composto e formate delle palline, passate ogni pallina nel pangrattato. A questo punto potete friggere le polpette oppure passarle al forno a 180° per 20 minuti circa….scegliete voi: mangiatele calde!


giovedì 5 gennaio 2012

La Galette des Rois


La Galette des Rois è il dolce che in Francia celebra l’Epifania…..ad onor del vero cominciate a trovarla nelle pasticcerie e nei panifici subito dopo Natale e la continuate a vederla in circolazione sino alla fine di gennaio. Strano a dirsi, ma io ho sempre associato la Galette des Rois alla fine delle vacanze di Natale, al rientro definitivo al lavoro ed ai bilanci…questo perché nella multinazionale dove lavoravo in Francia, era tradizione che il direttore del momento invitasse tutti i suoi collaboratori a mangiare la galette, farsi gli auguri di buon anno ma, soprattutto, tirare un bilancio professionale dell’anno appena passato ed indicare a grandi linee gli obiettivi per quello appena iniziato…. E così ci si ritrovava intorno ad un tavolo, con una flûte di champagne in mano (perché i Francesi spesso e volentieri bevono anche sul posto di lavoro….) ed una fetta di galette nell’altra, come bravi scolaretti, a sorbirci i sermoni  spesso scontati e sicuramente noiosi di qualche mega direttore (un po’ in stile Fantozzi)….in compenso però ho avuto modo di assaggiare delle Galette buonissime di grandi chef, dai sapori anche esotici ed inediti. Qualche giorno fa, stufa dei panettoni e dei pandori nostrani, ho voluto riprodurla a casa. I puristi della Galette perdoneranno la mia banalizzazione della ricetta: so bene che la Galette quella con la G maiuscola non si fa con la pasta sfoglia ma con la pate feuilletée inversée, ma con una Nanetta come aiutante personale, l’impresa sarebbe risultata impossibile, ho preferito quindi semplificarmi la vita, prendendo due dischi di pasta e procedendo con la preparazione di questo dolce che è veramente semplice.

La tradizione vuole che ogni Galette contenga al suo interno una fève, ovvero una piccola sorpresa: colui o colei che troverà la sorpresa nella sua fetta di Galette (attenzione ai denti perché il rischio rottura è concreto e dietro l’angolo…e non vorrei mai iniziare l’anno con una visita dal dentista) potrà indossare la coroncina d’oro che danno in dotazione al momento dell’acquisto di ogni Galette e che serve per incoronare il re o la regina!

Ingredienti
2 fogli di pasta sfoglia
150 gr di farina di mandorle
100 gr di zucchero
1 uovo
25 cl di latte
Portate il latte ad ebollizione; sbattete l’uovo, lo zucchero e la farina di mandorle.
Mettete il latte fuori dal fuoco, versate il composto nel latte e rimettete sul fuoco continuando a mescolare sino ad ebollizione e poi lasciate intiepidire. Rivestite una forma per crostata con un disco di pasta sfoglia, versate il composto e ricoprite con il secondo disco di pasta. Chiudete bene i due dischi, poi spennellate con il latte e mettete nel forno caldo a 180° per 45 minuti circa. Lasciate raffreddare prima di mangiare.

Buona Befana a tutti!


mercoledì 4 gennaio 2012

Frittata al forno con porri e patate


Dopo la famiglia delle polpette e/o dei polpettoni, la frittata è un’altra di quelle preparazioni che fanno contenti i bambini e semplificano notevolmente la vita di noi mamme….la puoi preparare in mille diversi, usando gli avanzi del giorno prima o semplicemente mettendo dentro le verdure di stagione, è saporita perché basta aggiungere un paio di cucchiai di parmigiano, è morbida e quindi adatta anche alle bocche sdentate J, mette d’accordo grandi e piccini. La Nanetta adora quella con le zucchine romanesche, con i carciofi e con il prosciutto cotto ed il formaggio, però ha trovato di suo gradimento anche questa versione decisamente più invernale della frittata…..e poi, cotta al forno, rimane soffice soffice ed alta: un piacere per gli occhi ma anche per il palato!

Ingredienti
4 porri
1 patata media
4 uova
3 cucchiai di parmigiano
Sale e pepe q.b.
Burro q.b.
10 cl latte
Un goccio di olio evo
Pulite i porri, tagliateli a rondelle e fateli cuocere in una padella, a fuoco basso, con un pezzettino di burro. Sbucciate la patata, bollitela e schiacciatela bene con una forchetta. In una ciotola mescolate i porri e le patate, le uova, il parmigiano, il latte, il sale ed il pepe fresco. Sbattete bene tutti gli ingredienti. Prendete una pirofila da forno, ungetela appena con l’olio, poi versate il composto, mettete nel forno caldo a 170° per 20 minuti circa, quando si sarà formata la crosticina dorata, la frittata sarà pronta.

lunedì 2 gennaio 2012

Speedy soia…….


Bonne année, Meilleurs vœux, che il 2012 vi porti tanta tanta salute e serenità che sono poi le cose che contano di più nella vita.

 Ebbene si, lo confesso, oggi giornata tutta per me…..Sono in ferie, mio marito lavora e la Nanetta è al nido almeno sino alle 5 del pomeriggio: come ogni wonder mamma che si rispetti, ho preparato una lista di cose da fare kilometrica, che se riesco a farne la metà, già mi posso considerare più che soddisfatta….ma il bello di questa giornata tutta per me, è che, dopo il periodo delle feste in cui avevo sempre parenti ed amici in giro per casa, potrò finalmente godermi la mia casetta, dedicare mezz’ora al mio benessere (di norma alla cura della mia persona non dedico più di 10 minuti cronometrati J) e soprattutto cucinare, prendere nuovamente possesso dei fornelli…..e si perché nonostante me la cavicchi in cucina, non appena arrivano i miei da Roma, vengo subitamente relegata al rango di sguattera dalla mia dolce mammina: vietato avvicinarsi ai fornelli, proibito cucinare e portare in tavola ricette che contengano al loro interno anche particelle infinitesimali di aglio o cipolla ;-)))) e allora dopo l’allontanamento coatto dai fornelli, oggi mi scateno, preparo, sperimento, assaggio, aggiusto……..ma per fare tutto questo, non mi rimane poi molto tempo per preparare il pranzo ed allora ecco la ricetta della speedy soia…..

Faccio saltare per 3-4 minuti i germogli di soia in un wok con l’olio ed uno spicchio di aglio, ci aggiungo la quinoa precedentemente sbollentata, salto ancora per un paio di minuti aggiungendo un cucchiaio di salsa di soia oppure di oyster sauce, salsa di ostrica che trovate nei negozi di alimentari esotici anche nei supermercati: ecco pronta una ricetta light per wonder mamme!

Prima di lasciarvi, mi preme segnalarvi questa iniziativa che trovo molto interessante: si parla spesso di incidenti sul lavoro, ma non trovate strano che si menzionano sempre e solo incidenti sul lavoro in cui sono coinvolti uomini?...Ebbene “Donne che Vincono” è il titolo di un calendario fotografico, voluto da ANMIL, che si propone di sensibilizzare l’opinione pubblica sulla tutela della salute delle donne sul luogo di lavoro.

E’ un calendario che racchiude le foto e la storia di dodici donne, crudelmente colpite da un incidente sul lavoro, che hanno dovuto riprogettare totalmente la loro vita e i loro sogni, ma che sono riuscite a preservare la loro femminilità e il loro ruolo all’interno della famiglia, grazie alla tenacia ed alla determinazione tipicamente femminile. Le foto, tutte rigorosamente in bianco e nero,  sono state scattate dalla fotografa italiana, Tiziana Luxardo.  Ogni immagine è accompagnata da un breve racconto  delle protagoniste scritto dalle giornaliste Loredana Quatrini e Nadia Zicoschi e da alcune ‘pillole’ in tema di prevenzione degli infortuni.  Se lo volete, inviate una mail a donnechevincono@anmil.it, specificando l’indirizzo al quale recapitare il calendario: vi sarà inviata una copia gratuita, voi dovrete solo sostenere  le spese di spedizione.

Buona settimana corta!