venerdì 16 novembre 2012

Risotto stracchino e pancetta



Ultima ricetta, quella di oggi, prima della chiusura momentanea del blog per viaggio di nozze. Domani  mattina partiamo per tre settimane, lontani diverse migliaia di km e a 13 ore di aereo dall’Italia per un viaggio che ho sempre sognato di fare e che sino ad oggi non ero mai riuscita a fare. Ci portiamo dietro la nostra terribile ma adorata Nanetta che farà parlare di se anche in Oriente……
Lei ha già detto che sull’aereo chiederà alle cuoche (le hostess ha deciso che le chiama cuoche perché portano da mangiare….) di portarle la salsiccia ed il pollo: non si nota vero che è soprattutto una carnivora la cucciola di casa? Le fa onore, invece, il fatto che si sia privata di tutte, ma proprio tutte, le caramelle/lecca lecca/gelatine che ci sono in casa per metterle in una busta e portarle ai bambini laggiù. Tutto è pronto, o quasi, manca solo la mini valigia della Nanetta con i suoi libri ed i suoi giochi che l’accompagneranno in questa nostra avventura.
Quanto a me, io annoterò tutte le ricette interessanti sul mio solito quaderno goloso, farò tante foto, me ne andrò in giro per mercati e supermercati alla ricerca di ingredienti e profumi che qui in  Occidente non ci sono e cercherò di darvi notizie ogni tanto sul mio blog.

E per concludere con la ricetta di oggi, confesso che lo spunto l’ho avuto l’estate scorsa a Roma mentre ero in una pizzeria al taglio ed esitavo su quale pezzo di pizza prendermi : ho letto sul menù una pizza con stracchino, mozzarella e pancetta…..e mi sono detta che forse un bel risotto autunnale con gli stessi ingredienti, tranne la mozzarella, ci poteva anche stare…..e visto che nel mio frigo lo stracchino non manca mai ed avevo ancora della pancetta, ho imbastito un risottino. Io non ho volutamente utilizzato la mozzarella, perché secondo me l’effetto sarebbe stato “stropicciato” più che cremoso, mi sono quindi limitata allo stracchino che ha dato al mio risotto quel tocco di morbidezza che si è sposato bene con la croccantezza della pancetta.
Au revoir et a bientôt!
200 gr di riso carnaroli
80 gr di stracchino
80 gr di pancetta dolce tagliata a fiammifero
2 cucchiai di parmigiano
Brodo vegetale q.b.
Olio evo q.b.
2 dita di vino bianco
Sale q.b.
 
In un padellino fate abbrustolire la pancetta senza l'aggiunta di materia grassa. In una pentola scaldate l'olio, unite il riso, tostatelo un minuto e poi sfumatelo con il vino bianco. Proseguite la cottura tradizionale del risotto aggiungendo brodo al bisogno. A 2/3 della cottura unite la pancetta, a 3 minuti dalla fine della cottura versate anche lo stracchino e mescolate bene. Spegnete il risotto, aggiungete il parmigiano, mescolate bene e lasciate riposare il vostro risotto un paio di minuti prima di portarlo a tavola.

mercoledì 14 novembre 2012

Di castagne e di ceci


Diversi anni fa, quando ancora ero in Francia, scoprii per caso la scrittrice Simonetta Agnello Hornby, siciliana, trapiantata da decenni nella multiculturale Londra. Ho cominciato con il leggere il suo primo romanzo, La Mennulara, poi La zia marchesa ed ancora Boccamurata. Amo molto gli scrittori siciliani per l’attaccamento che dimostrano alla loro bellissima terra di origine che compare sempre, come fosse un palcoscenico, nei loro romanzi. Dei libri di Simonetta Agnello Hornby mi piace l’ambientazione, i forti personaggi femminili, con molte macchie ma senza paura; mi piace il suo modo di descrivere i personaggi e di ricreare le situazioni, insomma è una scrittrice che amo molto e che non ho mai smesso di seguire. Una mia amica mi ha prestato, prima dell’estate, il suo ultimo libro,  La cucina del buon gusto, scritto a 4 mani con Maria Rosario Lazzati: è un libro diverso dagli altri, è un libro filosofico sulla cucina, una cucina intesa come usi, costumi, tradizioni, consuetudini che ci accompagnano sin da bambini. E’ un libro che contiene ricordi tenerissimi di vita passata, profumi di vita presente e vibrazioni di vita futura….E’ un libro illuminante che mi ha insegnato che bisogna sempre riservare le cose migliori a se stessi. E’ un libro che contiene al suo interno diverse ricette: io ne avevo selezionato alcune che mi avevano particolarmente colpito per l’abbinamento inedito degli ingredienti e la crema di castagne e ceci è una di queste. Complice un weekend di tempo pessimo, ho preparato questa semplice vellutata e contrariamente a quanto mi sarei aspettata, la Nanetta ha finito la sua scodella in men che non si dica sotto gli occhi stupefatti miei e dell’Uomo Goloso.

Ingredienti:
120 gr di castagne bollite
120 gr di ceci
400 ml di brodo vegetale
Carota, cipolla, sedano per soffritto
1 foglia di alloro
Sale q.b.
Per velocizzare la preparazione di questa crema, io ho usato i ceci in scatola e le castagne bollite. In una padella con un poco di olio, fate soffriggere la carota, il sedano e la cipolla, aggiungete le castagne ed i ceci, lasciate cuocere per qualche minuto e poi unite il brodo vegetale e la foglia d’alloro: cuocete a fuoco bassissimo per 35-40 minuti circa. Aggiustate di sale, togliete la foglia di alloro e frullate il tutto. Mangiare calda. Potete anche arricchire questa crema con dell’olio aromatizzato al rosmarino, noi l’abbiamo mangiata semplice semplice e non ci è affatto dispiaciuta!

 

lunedì 12 novembre 2012

Gratin di finocchi e tonno


 
Buon lunedì a tutti! A parte il tempo orribile, il weekend è stato di tutto riposo: in realtà ne ho approfittato per fare le valigie J….infatti tra 5 giorni partiamo tutti e 3, Io, la Nanetta e l’Uomo Goloso, per un viaggio dall’altra parte del mondo. J’ai hâte d’y être! E mentre la mia mente già vaga, il corpo mi ricorda che siamo ancora qui, soprattutto oggi che mi aspetta una bella trasferta per lavoro a Firenze. So già che ritornerò a casa stasera stanca e distrutta e che la Nanetta, non appena metterò piede in casa, si attaccherà a me in modalità cozza; però la prospettiva di partire 3 settimane per un viaggio che ho sempre sognato di fare con i due amori della mia vita (oltre a mamma, papà e Mummu naturalmente!) mi rende tutto meno difficile!

Il tempo orribile del weekend mi ha spinto ad accendere il forno: avevo le olive raccolte la scorsa settimana da cuocere e ho infilato nel forno anche questo gratin di finocchi che è veramente buono.

A parte il fatto che io amo i finocchi sia cotti che crudi e che mangio in quantità industriale in questo periodo, questo gratin rappresenta un modo gustoso  per mangiare in maniera diversa e completa i finocchi: provatelo!

Per due persone
2 finocchi
150 gr di tonno sott’olio o al naturale
5 cl di latte
60 gr di groviera grattugiata
1 uovo
1 cucchiaino di semi di finocchio
Olio Evo q.b.
Sale q.b.
Pulite i finocchi, tagliateli in quarti e fateli bollire in acqua e sale. Tostate i semi di finocchio in un padellino. Sbattete l’uovo, incorporate il latte, il formaggio ed i semi di finocchio. Sminuzzate il tonno. Ungete con un filo d’olio una pirofila, disponete i finocchi, mettete il tonno e, alla fine, versate anche il composto. Infornate a 200° circa per 20 minuti. Lasciate raffreddare qualche minuto prima di consumarlo.


venerdì 9 novembre 2012

I cavolfiori e la Nanetta....


 
Come si fa a far mangiare ad una bimba di tre anni cavoli, broccoli e cavolfiori, insomma tutti quegli ortaggi che l’orto ci propone in questa stagione? E’ la domanda che mi sono fatta spesso ultimamente. Oltre alle vellutate che in casa nostra vengono preparate su base settimanale, oltre al minestrone trasformato anch’esso in vellutata, come posso avvicinare la Nanetta ai cavoli o ai cavolfiori? Lei è attualmente in una fase strana: ha scoperto che si può mangiare non solo perché si ha fame e quindi ci si deve nutrire, ma si può mangiare anche per gola, semplicemente perché un determinato alimento ci piace. Sino a qualche mese questo meccanismo non era così chiaro nella sua testa nel senso che, a volte in maniera semplice, a volte con un po’ più di difficoltà, riuscivo a farle mangiare quello che avevo preparato e, nella maggior parte dei casi, quello che avevo cucinato era anche una cosa sana….da qualche tempo invece, sarà stata forse l’estate in cui le regole e le sane abitudini vengono meno, sarà stato l’inizio della scuola materna, la furbastra ha la tendenza a “concentrarsi” solo su quello che le piace e si rifiuta caparbiamente di assaggiare le novità che porto in tavola. E’ diventata una lotta farle mangiare la frutta o la verdura….eccerto è molto più semplice bere un succo o un frullato!

Armata delle migliori intenzioni sto cercando, ogni sera, di farle capire che ci sono degli alimenti che fanno bene perché ci fanno crescere, ci consentono di andare in bagno tranquillamente, ci proteggono dalle malattie e dai raffreddori….e poi ci sono quegli alimenti “golosi” che ci piacciono tanto ma non contribuiscono molto alla nostra crescita, mi riferisco al prosciutto che lei adora (ma questa passione è nel DNA di tutti i componenti la famiglia di origine dell’Uomo Goloso…) oppure alle caramelle oppure ai succhi….e questi alimenti devono essere presi a piccole dosi….si lo so che sono all’antica però ritengo che i bambini debbano mangiare di tutto, innanzitutto gli alimenti che fanno bene alla salute e vi scrive una che è stata completamente inappetente sino all’età dello sviluppo….

Tutto questo per farvi comprendere che, all’origine di questa ricetta, c’è la mia caparbia volontà di propinare alla Nanetta  le verdure in tutte, ma dico tutte, le salse….questa pasta alla crema di cavolfiore ha lasciato “indifferente” il nostro piccolo cucciolo d’uomo mentre ha letteralmente conquistato me e l’Uomo Goloso.

250 gr di mezze maniche di kamut
200 gr di cavolfiore bianco bollito
5/6 acciughe sott’olio
3 cucchiai di panna
3 cucchiai di parmigiano grattato
Sale q.b.
Pulite il cavolfiore e bollitelo in acqua salata. Nel frullatore, mettete il cavolfiore bollito, le acciughe salate e la panna: fate andare il frullatore, se il composto dovesse risultare troppo denso, aggiungete un cucchiaio di latte. Dovrete ottenere una crema densa e corposa. Aggiustate di sale. Cuocete la pasta, scolatela e conservate da una parte un po’ di acqua di cottura che userete se la pasta dovesse risultare troppo compatta. Conditela con la crema di cavolfiore e prima di servire in tavola versate una generosa manciata di parmigiano grattugiato.

mercoledì 7 novembre 2012

Torta di cachi ed olio d’oliva


Puntuali, ad ogni autunno, arrivano i cachi dell’orto e, com’è mia abitudine, ogni anno mi invento una ricetta di utilizzo alternativo dei cachi. In questi due anni di vita del mio blog vi ho proposto dapprima una ricetta di torta a base di cachi e cacao, poi una merenda con cachi, vaniglia e cannella adattissima ai pomeriggi autunnali, poi ancora una marmellata di cachi con noce moscata ed, infine, la mia Nutella vegana che ha riscosso un grandissimo successo con la Nanetta e le nonne golosone della Nanetta. Oggi vi propongo, invece, una torta di cachi morbida, soffice che prevede naturalmente l’impiego di questi frutti dolcissimi e l’uso dell’olio d’oliva: è ottima per la prima colazione ma buona anche se accompagnata da una tazza di thé per la merenda del pomeriggio.


300 gr di farina
600 gr di polpa di cachi
150 gr di zucchero
2 uova
40 ml di olio evo
La scorza grattugiata di un limone non trattato
1 bustina di lievito per dolci
Un pizzico di sale
Recuperate la polpa dai cachi e frullatela. In una terrina mescolate bene lo zucchero e le uova, aggiungete poi l’olio continuando a mescolare. Unite poi il pizzico di sale, la scorza del limone e la polpa dei cachi. Versate poi la farina ed il lievito setacciati, mescolate bene. Mettete il composto in una tortiera ed infornate a 170° per 45 minuti circa: fate la prova dello stuzzicadenti prima di togliere dal forno.


lunedì 5 novembre 2012

Sandwich di patate


 

Buongiorno a tutti!

Com'è andato questo Ponte dei Morti? Noi abbiamo fatto taaaaante cose ma l'attività che più ha divertito il ns cucciolo d'uomo è stata la raccolta delle olive: avete visto come sono grandi le olive che abbiamo raccolto? E non ci siamo dovuti neppure spostare dal luogo in cui abitiamo per fare questa raccolta! La signora che solitamente mi fa gli orli dei vestiti ed i rammendi ha, nel suo giardino, un enorme olivo stracarico di questi deliziosi frutti: l'ha messo gentilmente a nostra disposizione e noi ne abbiamo approfittato per raccogliere un secchio di olive che abbiamo utilizzato per diversi esperimenti.....ma torniamo alla ricetta di oggi: vi ricordate della serata con Viviana Varese a cui avevo partecipato lo scorso mese di luglio? Ve ne avevo parlato in questo post. In quell’occasione abbiamo sperimentato due menù: uno estivo ed uno autunnale;  tra i piatti autunnali, questi sandwich di patate hanno riscosso un consenso unanime.

Aspettavo, però, l’arrivo di temperature più fresche per proporvi questa ricetta e subito, ai primi freddi, l’ho nuovamente testata ed immediatamente  adottata….oltre alla semplicità della preparazione, devo riconoscere che anche la Nanetta di casa l’ha trovata di suo gradimento, ragione in più per prepararla più spesso.

Per due persone
4 patate piccole
2 sottilette Cremose
25 gr di speck
1 rametto di rosmarino
½ cucchiaino di origano
Olio evo q.b.
Sale e pepe q.b.

 
Pelate le patate e fatele cuocere nella pentola a pressione per 3-4 minuti al massimo. Le patate dovranno essere appena sbollentate e rimanere un po’ dure all’interno. In alternativa, potete farle cuocere in forno a 200° per 40 minuti circa spennellandole con l’olio, un po’ di sale e di pepe, dopo aver praticato delle incisioni sul dorso delle patate. Se le passate in pentola a pressione, una volta tirate fuori, tagliatele a metà nel senso longitudinale, svuotatele e praticate delle piccole incisioni nella parte alta. Frullate l’interno delle patate con lo speck, aggiungete l’origano e riempite con questo ripieno la metà di ogni patata. Prima di richiudere il sandwich, adagiate mezza fettina di sottiletta. Chiudete, spennellate con olio ed un pizzico di sale+pepe, poi mettete in forno a 180° per 15 minuti circa; gli ultimi 5 minuti, girate il forno in modalità grill in modo che si formi la crosticina.

Prima di servire, decorate con dei piccoli rametti di rosmarino. Sono ottime calde!