lunedì 31 gennaio 2011

Tajine di pollo con limoni canditi ed olive


Niente paura non vi sto per proporre una ricetta astrusa e neppure troppo esotica; il nome in effetti è fuorviante ma il termine tajine, nei paesi maghrebini, equivale ad un banalissimo stufato. Ora come tutti gli stufati, uno ci può dentro mettere gli ingredienti che più gli piacciono. Nel caso della ricetta che vi propongo e che è un classico della cucina nord africana, io ho utilizzato del pollo, delle olive taggiasche e dei limoni canditi che potete trovare nei negozi di delicatessen (vedi Castroni a Roma solo per citarne uno, oppure Peck a Milano).
La tajine va accompagnata dalla semola che trovate precotta in tutti i supermercati e che mischierete alla fine più che volentieri con il sughetto che si è formato. Forse la cosa più difficile della ricetta è trovare la pentola con il caratteristico coperchio a forma di imbuto, che permette agli alimenti di cuocere bene, mantenendoli però morbidi e gustosi. Io l'ho comperata della marca Ballarini e devo dire che mi trovo bene; certo in Marocco trovate anche delle splendide pentole da tajine in terracotta (quelle originali insomma) ma bisogna anche guardare al lato pratico della vita.


Ingredienti (per 4 persone)
1 kg di cosce o sottocosce o petto di pollo tagliato a dadini
1 cipolla grande oppure 2 piccole
2 spicchi di aglio
1/2 barattolo di pomodori datterini oppure 3 bei pomodori freschi (se la stagione ve lo consente)
3 limoni canditi
150 gr di olive nere/taggiasche
1 pezzetto di zenzero
1 bustina di zafferano
1 limone spremuto
sale q.b.


Per la marinade
1/2 bicchiere di olio EVO
1 cucchiaino di curcuma
1 cucchiaino di paprika
1 pizzico di peperoncino
sale


Cominciate la sera prima con il pollo che dovrete mettere nella marinade. In una ciotola mettete l'olio, la curcuma, la paprika, il peperoncino ed il sale: emulsionate il tutto. Adagiate il pollo in una pirofila e ricopritelo con questa salsina. Conservate al fresco per una notte.
L'indomani, mettete il pollo e la marinatura in una padella e fatelo appena scottare, poi mettetelo da parte. Tagliate le cipolle e schiacciate l'aglio e versateli nella stessa padella in cui prima avevate fatto cuocere il pollo. Fate imbiondire il tutto, poi aggiungete i pomodori, lo zenzero e lo zafferano e lasciate ancora cuocere a fuoco basso per 5-10 minuti circa. Rimettete nella padella il pollo ed il succo del limone e lasciate cuocere il tutto per un altro quarto d'ora. A cottura quasi ultimata aggiungete i limoni canditi che avrete tagliato a spicchi e le olive. Continuate la cottura per altri 10 minuti. Servite lo stufato accompagnato dalla semola. 

PS: molti aggiungono alla tajine il coriandolo fresco, personalmente detesto il sapore del coriandolo fresco mentre adoro il profumo ed il gusto delle bacche di coriandolo....insomma vedete voi, come vi più vi piace.

venerdì 28 gennaio 2011

Endives au jambon

Endives au jambon ovvero involtini di indivia belga con prosciutto cotto, besciamella ed emmental.



Le endives au jambon è una di quelle ricette stra-classiche della cucina francese, semplice, amatissima dai bambini e tipicamente invernale. In realtà ho imparato ad apprezzare questa ricetta grazie alle mense francesi. Ora potrei aprire un capitolo interminabile sulla ristorazione nelle mense in Francia: la prima cosa che mi viene da dire è che spesso proponevano dei piatti immangiabili per i miei gusti. Mi sono sempre chiesta come fosse possibile che nel menù della mensa figurasse la trippa alla maniera di Caen (vi rendete conto voi la trippa a mezzogiorno, roba da stramazzare sulla scrivania nel pomeriggio), l'andouillette de Troyes (una specie di salsicciotto preparato con lo stomaco e l'intestino del maiale e cotto nel vino rosso......ehm, non proprio il massimo della digeribilità direi) e salse a base di aglio (che mi facevano strabuzzare gli occhi durante le riunioni). Ora la seconda domanda, a cui non ho mai ricevuto risposta, è come facessero i miei colleghi francesi a mangiarsi 'sta robba a pranzo....è come se nelle mense italiane cominciassero a proporre la cassoeula oppure la coda alla vaccinara.....insomma tutta questa premessa per dirvi che i miei rapporti con la "cantine" francese non sono stati mai idilliaci e che quando c'erano le endives au jambon, io ero felice come una Pasqua perché potevo finalmente prendere altro che non fosse carne ai ferri o insalata o crepes.....certo il gusto delle endives au jambon della mensa non era quello della stessa ricetta preparata in casa, però almeno aveva il pregio di non contenere aglio!

Ingredienti (x 2 persone)
4 indivie di medie dimensioni
4 fette larghe e spesse di prosciutto cotto
besciamella
100 gr di emmental grattugiato
2 cucchiai di pangrattato
1 noce di burro
sale q.b.

Per la besciamella
50 gr di burro
5 cucchiai di farina
1/2 lt di latte
noce moscata
sale

In un pentolino sciogliete il burro a fuoco lento, versate poi la farina, avendo cura di mescolare bene affinché non si formino grumi. Poi cominciate a versare gradatamente il latte, prima un pochino, poi quando si è ben amalgamato con il resto degli ingredienti, sempre di più. Vedrete che si formerà una salsa: aggiungete sale e un pizzico di noce moscata. Lasciatela cuocere, a fuoco lento, per una decina di minuti mescolando di tanto in tanto........è pronta.

Pulite le indivie e fatele bollire per 5 minuti circa, devono restare piuttosto sode.
Avvolgetele con la fettina di prosciutto cotto. Imburrate una pirofila da forno ed adagiate gli involtini di individia nella pirofila. Copriteli con la besciamella, l'emmental grattato e il pangrattato. Mettete in forno preriscaldato a 180° per 20 minuti circa, prima di tirarle fuori assicuratevi che siano dorate.  

giovedì 27 gennaio 2011

Metti il design in tavola....

Comunicazione di servizio: prima di parlarvi del tema di oggi, desidero segnalarvi un'intervista di Quaderni Golosi andata in onda ieri su Ciao Como Radio all'interno della trasmissione Buonissimo!
Buon ascolto a tutti!

Credits: AFP

Lo scorso fine settimana in Francia, si sono svolte due manifestazioni importanti a livello mondiale. Innanzitutto il Sirha a Lione che è l'appuntamento mondiale della ristorazione e che ha visto il team spagnolo guardagnarsi faticosamente sul campo il prestigioso titolo di Campione del Mondo della Pasticceria con una creazione ispirata al romanzo Il giro del Mondo in 80 giorni.

Questa competizione è assolutamente unica nel suo genere e si ispira al più celebre e celebrato Bocuse d'Or: 19 team in rappresentanza di altrettante nazioni si sfidano per circa 10 ore davanti ad un pubblico da stadio e creano delle sculture magnifiche che oltretutto sono anche buonissime. Tutte le équipe sono composte da tre persone (un pasticcere, un mastro cioccolataio ed un "gelataio") che devono dare prova di una grande creatività ma anche di un grande affitamento. Vince la squadra che realizza l'opera più creativa ma in realtà il punteggio viene attribuito soprattutto in relazione al sapore. E poi c'è sempre la suspence dell'ultimo minuto perché sino a quando queste dolci opere d'arte non sono montate davanti alla giuria c'è sempre in agguato il rischio di una rovinosa caduta. Al secondo posto quest'anno abbiamo trovato la squadra italiana ed al terzo i Belgi.

A Lione avevamo il Sirha, a Parigi invece si è svolta l'esposizione intitolata Maison et Objet 2011 in cui troviamo le novità in fatto di design per l'anno appena cominciato....ed andando a curiosare tra le novità che le centinaia di espositori hanno proposto ai visitatori di tutti il mondo ci sono delle simpatiche ed originali proposte che riguardano proprio la cucina.

Credits: Alessi
Cominciamo con questa trottola dagli psdichedelici colori che è utilizzabile senz'altro come svuota tasche ma che starà benissimo sulla nostra tavola soprattutto in estate per contenere noccioline e piccoli sfizietti come aperitivo...è di Alessi e sarà in vendita dalla prossima primavera.


Credits: Konstantin Slawinski
E poi ancora un'impugnatura in silicone morbidosa e dai colori pop all'interno della quale infilare due posate trasformarsi così in pinza dalle mille funzioni.....è di Konstantin Slawinski

Credits: Magisso
ed il "Servi dolce" ideato dalla designer scandinava Maria Kivijärvide e proposto da Magisso : è in grado di tagliare e servire un pezzo di torta, in acciaio oppure in 4 differenti colori.

Credits: Royal VKB
E per finire uno spremi agrumi praticissimo da utilizzare direttamente nel bicchiere oppure fuori dal bicchiere, si chiama Citrange, sarà in vendita a partire da marzo 2011 e lo trovate qui Royal VKB.

mercoledì 26 gennaio 2011

Le riforme “alimentari” di Barack Obama


Barack Obama starà pure un po’ indietro con le riforme tanto promesse in campagna elettorale, però una cosa buona l’ha fatta firmando un testo di legge che modifica, tra l’altro, le indicazioni del Ministero dell’Agricoltura in fatto di alimenti e di menù da proporre agli studenti americani. Secondo queste nuove indicazioni, infatti, dovranno essere riviste le quantità di grassi e di sale inseriti nei menù delle mense scolastiche americane e questa è una vera e propria rivoluzione in piccolo perché è la prima volta da 15 anni a questa parte che vengono introdotte modifiche salutiste. Tutte le mense scolastiche pubbliche dovranno imperativamente prevedere nei menù proposti agli studenti molta più frutta, verdura, cereali integrali e latte scremato.
L’obiettivo è quello di avere dei pasti più light degli attuali: quindi via la pasta di qualità scadente che sarà sostituita dalla pasta integrale, via la mozzarella e largo ai formaggi scremati, ma soprattutto welcome alla maionese light. Attualmente un pasto di un bambino della scuola materna conta circa 630 calorie; grazie a queste misure, si dovrebbe arrivare alle 550 calorie….insomma niente male nella lotta all’obesità giovanile (bambini e ragazzi la cui età è compresa tra i 6 ed i 19 anni) che negli USA colpisce un ragazzo su tre: è una cifra altissima! L’unica nota negativa è che queste misure per motivi di budget non potranno essere applicate nell’immediato ma occorrerà aspettare un paio di anni…..

martedì 25 gennaio 2011

Cake con farina di castagne, pancetta e parmigiano


Anche se la stagione delle castagne è finita con l'arrivo dell'inverno, siamo sempre in tempo per gustare questo delizioso prodotto della natura. Dopo la ricetta della panna alla crema di marroni, vi propongo un utilizzo alternativo della farina di castagne con un cake salato che può benissimo trasformarsi in piatto unico. I cake hanno il pregio di essere delle preparazioni semplici, veloci, da preparare anche il giorno prima e che presentano delle varianti infinite dolci o salate che siano. A completare il mio elogio del cake si aggiunge il fatto che sono amati dai bambini e si possono apprezzare al mattino, come aperitivo o come un vero e proprio pasto.


Ingredienti


100 gr di farina di grano
70 gr di farina di castagne
1 sacchetto di lievito per pizza
3 uova
1 yogurt magro
100 gr di pancetta dolce
70 gr di parmigiano grattato
50 gr di uva secca
50 gr di pinoli
sale e pepe q.b.


Lasciate rinvenire per 15 minuti circa l'uvetta secca in una ciotola con acqua tiepida, poi sgocciolatela e mettela da parte. Tagliate la pancetta a dadini oppure a julienne e mettetela in una padella a cuocere sino a quando non diventerà croccante. In un'insalatiera mescolate i due tipi di farina ed il lievito. Scavate un buco al centro e metteteci le uova: mescolate il tutto. Aggiungete lo yogurt, continuando a mescolare, poi il parmigiano grattato, la pancetta, l'uvetta ed i pinoli. Amalgamate bene il tutto. Mettete sale e pepe. Versate il composto in un contenitore per plumcake che potete foderare con della carta forno oppure imburrare leggermente e mettete in forno caldo a 180°. Lasciate cuocere per 45 minuti circa, per capire se il cake è cotto, inserite la punta di un coltello nel cake, questa dovrà uscire secca.  

lunedì 24 gennaio 2011

Ogni riferimento a loghi reali è puramente voluto.....

Credits: Starbucks
E' di qualche giorno fa la notizia che il famosissimo marchio americano di caffé, cappuccino e quant'altro, Starbucks, modificherà il suo logo quest'anno in occasione dei suoi 40 anni di attività. Concretamente quello che cambierà, sarà la scomparsa del logo Starbucks che prima compariva sopra la sirena:  ora, invece, sul nuovo logo, sempre verdeggiante, comparirà solamente la sirena stilizzata. Vi lascio immaginare i commenti in rete degli amanti di Starbucks; più che commenti ho letto delle vere e proprie dichiarazioni di guerra con gente che minaccia di fare scorta di bicchieri con il vecchio logo perché non vuole cedere al nuovo.
E sempre facendo un giro in rete, ho visto che, come accade per tutti i marchi conosciutissimi, ci sono stati numerosi tentativi di "contraffazione" o di plagio. Ne ho selezionati alcuni che vi propongo di seguito perché mi sembrano divertenti.

Credits: Atylia
In questo caso, il logo di Starbuck è stato preso in prestito per una linea di cestini della spazzatura (Atylia).

Credits: Zazzle
E poi ancora una simpatica spilletta in cui compare una sirena stordita dalla caffeina (Zazzle.fr) oppure l'interpretazione sexy-manga del logo fatta dal disegnatore giapponese Kayu.....


Credits: Kayu
ma non mancano neppure i tentativi di imitazione in giro per il mondo, primo fra tutti quello cinese......

Credits: Thepiratedilemma

e poi quello iracheno.....(Thepiratedilemma.com).

Credits: Thepiratedilemma

venerdì 21 gennaio 2011

Le puntarelle......


In occasione del mio ultimo viaggio a Roma, oltre a girovagare per le strade del mio quartiere con il naso all'insù in ammirazione delle tante, tantissime piante di agrumi che c'erano, ho fatto più di qualche giro al mercato della Garbatella (si, proprio quello dei Cesaroni per tutti gli amanti di questa fortunata serie televisiva) per accompagnare mia mamma a fare la spesa e mi sono imbattuta nelle famose puntarelle che sono un Must della cucina romana invernale. Per quanti non le conoscono, le puntarelle niente altro sono che la parte interna, tagliata in senso verticale, della catalogna o del cicorione volgarmente detto. Si prende il basco di catalogna, si apre ed il budello al centro, il cuore, la parte più tenera, viene tagliata a striscioline, messa a bagno per diverse ore nell'acqua fredda in modo da far arricciare le striscioline e poi semplicemente condita. Mio marito, che da nordico, non aveva mai assaggiato le puntarelle, ha cominciato a mangiarle da quando ci conosciamo e non se ne stanca mai. Il pregio di questo piatto semplicissimo è quello di essere un'insalata veramente alternativa, croccante, amarognola al punto giusto ed anche digestiva.


A Roma nei mercati rionali tutti i banchi di verdura propongono le puntarelle già pulite, anzi "capate" come si dice da noi, e questo è un innegabile vantaggio per le lavoratrice; ma ho visto che anche i supermercati si sono attrezzati e le propongono pronte all'uso, come le normali insalate. A Milano sinceramente non le ho trovate nei supermercati che frequento abitualmente, ma si trova comunque la catalogna e se si ha un pò di tempo a disposizione, si può provare a pulirle da soli.


Una volta che le avrete pulite, immergetele nell'acqua fredda per un paio di ore almeno, asciugatele e mettetele in un'insalatiera. Poi preparate una salsina così composta: olio extra extra vergine (abbondate non state lì a contare i cucchiaini), aceto (un filo), 5/6 filetti di alici sott'olio che avrete sminuzzato con la forchetta, 1 spicchio di aglio tagliato in du/tre pezzi (in modo da poterlo rimuovere facilmente se non lo si mangia), sale.
Condite le puntarelle con questa salsina e lasciate riposare per un paio in modo da poter prendere il sapore della salsa. Buon appetito e buon weekend!

giovedì 20 gennaio 2011

Crema di mascarpone al profumo di clementine (bio)


Dopo la ricetta detox dell'altro giorno, mi sono detta che non bisognava esagerare con le diete (ecco arenarsi sulla spiaggia della pigrizia i buoni propositi di diete e quant'altro...) e quindi ho pensato di proporvi una ricetta inventata da poco, già molto sperimentata che certamente si adatta alla stagione in corso. In un'ottica di cucina a km0, ho utilizzato il mascarpone prodotto dal Caseificio Papetti di Liscate (circa 15 km ad est di Milano, che figura tra l'altro tra quei caseifici che producuno il taleggio DOP) che è assolutamente artigianale ed il cui gusto ça n'a rien à voir con i mascarpone comperati al supermercato...ciò detto e dopo aver fatto un pò di sana pubblicità a questa azienda a conduzione familiare, che ha il pregio di proporre pochi formaggi ma assolutamente da non perdere (stracchino, ricotta di mucca e taleggio sono il top della loro produzione...), vi espongo la mia ricetta:


Ingredienti (per 6 coppette di crema)
500 gr di mascarpone
4 tuorli di uova
150 gr zucchero
scorza grattata di 2 clementine (bio, rigorosamente non trattate)
succo delle 2 clementine
2 clementine a spicchi
1 schizzo di rhum


In un'insalatiera lavorate i tuorli e lo zucchero (la quantità di zucchero è estremamente soggettiva, c'è a chi più dolcissima, a chi meno dolci ed io sono tra  quelle a cui piace poco sino ad ottenere una crema soffice, incorporate poi il mascarpone, la scorza delle clementine grattuggiata e lo schizzo di rhum (ora se ci sono bambini, io il rhum lo eviterei). Amalgamate bene il tutto. Prendete delle coppette in vetro, disponete sul fondo gli spicchi di clementine tagliati a cubetti, versate la crema di mascarpone, lasciate riposare in frigo per 2 ore almeno. Servite fredda. Ora questa crema io l'ho utilizzata molto anche sopra il panettone, il gusto cambia dal solito zabaione/mascarponato che va tanto di moda, perché il poco zucchero e, soprattutto, le clementine gli conferiscono un profumo ed un'aroma unico.

mercoledì 19 gennaio 2011

E se la vera alternativa fosse la cucina del “sottobosco”?


E’ di ieri la notizia, pubblicata da Reuters Lifestyle, secondo cui in effetti l’unica vera alternativa per fronteggiare la futura carenza di cibo e di acqua potabile e ridurre concretamente le emissioni di ossido di carbonio sarebbe proprio una cucina a base di vermi, cavallette ed altre gustosissime creature croccanti.
Secondo lo studioso olandese Arnold van Huis, infatti, sostenitore di questa tesi, gli insetti contengono più proteine della carne, sono meno costosi da allevare, consumano meno acqua ed hanno l’innegabile vantaggio di produrre una quantità di emissioni dannose di gran lunga inferiore ai normali allevamenti di bestiame. L’esimio professore van Huis  riconosce però che ci sono delle evidenti problematiche legate al consumo quotidiano e stabile di insetti: "I bambini non avrebbero nessun tipo di problema a mangiare insetti"- sostiene il professore- "sono gli adulti, con delle abitudini alimentari sviluppate e ben radicate, ad essere i più recalcitranti (lo credo bene……ndr) a questa alternativa forma di alimentazione e solo attraverso la sperimentazione di questa cucina diversa, il pubblico adulto potrebbe cambiare idea". Van Huis ha addirittura organizzato delle sessioni di lettura, dei percorsi di degustazione e dei corsi di cucina per adulti con l’obiettivo dichiarato di accrescere il numero di proseliti della sua teoria; inoltre, lavorando a stretto contatto con una scuola di cucina, ha elaborato delle succulente ricette a base di insetti: perché non provare allora la torta realizzata con i vermi della farina (quei deliziosi vermetti bianchi che compaiono nei ns barattoli di farina se ci dimentichiamo di utilizzarla....ndr) oppure le praline di cioccolato fatte con i vermi dei bufali…..mmmmmm.....già vi vedo piuttosto restii….ma state calmi, "è solo un problema psicologico" afferma van Huis. Il professore aggiunge che gli insetti dovrebbero essere considerati una valida fonte alternativa di proteine da preferire alla carne perché contengono sino al 90% di proteine contro il 40-70% della carne del manzo.
Insomma se vogliamo attivamente dare il nostro contributo per salvare le foreste pluviali e siamo intenzionati a ridurre le emissioni di carbonio, se ci interessa la nostra salute e puntiamo a mantenerci giovani, mettetevi l’anima in pace e cominciate già a pensare ad un bel panino con un prosciutto di cavallette!

martedì 18 gennaio 2011

Vellutata detox di carote e mandorle


Gennaio, tempo di buoni propositi (che durano in genere non più di una settimana) e di diete, che hanno come obiettivo innanzitutto quello di placare i nostri sensi di colpa dopo le abbuffate delle feste e, solo in seconda battuta, quello di eliminare le tante (troppe) calorie accumulate ......ecco allora una ricetta facile facile, sicuramente light (volendo esagerare con le calorie, potrei proporvi delle varianti sicuramente più saporite ma con diverse centinaia di calorie in più), adatta anche ai più piccoli (basta aggiungere dei crostini) e detox.


Ingredienti (per 2/3 persone)
2 carote grosse oppure 4 di medie dimensioni
3 patate di medie dimensioni
acqua q.b.
sedano e cipolla per soffritto
2 cucchiai di mandorle sfilettate
olio
un pugnetto di sale grosso
una grattata di parmigiano (se proprio volete esagerare)


Pulite e sbucciate le carote e le patate, tagliatele grossolanamente e mettetele da parte. Pulite e tagliate a piccoli cubetti il sedano e la cipolla da utilizzare per il soffritto. A questo punto prendete la pentola a pressione, mettete dell'olio, riscaldatelo e gettate il sedano e la cipolla, fateli rosolare un poco e poi aggiungete le carote e le patate ed un pugnetto di sale grosso. Fate insaporire il tutto per qualche minuto, poi coprite le verdure con l'acqua, chiudete la pentola a pressione e cuocete 15 minuti circa dopo che la pentola ha iniziato a fischiare. Una volta trascorsi i 15 minuti, fate sfiatare la pentola a pressione, aprite il coperchio e lasciate raffreddare prima di immergere il blender con cui frullerete il tutto direttamente nella pentola. Nel frattempo, in una piccola padella fate tostare le mandorle sfilettate.
Riscaldate la vellutata prima di consumarla, mettetela in un piatto (aggiungete del parmigiano) e guarnite con le mandorle tostate.


Considerazioni varie: al posto dell'acqua si potrebbe mettere del brodo, addirittura del latte. Per una cottura in una pentola normale, considerate che le verdure devono cuocere il doppio del tempo. E se dopo aver frullato la vellutata, vi pare troppo liquida e poco vellutata, allora mettetela sul fuoco nuovamente e fate andare ancora per una decina di minuti.

lunedì 17 gennaio 2011

Utilizzo alternativo dei filtri da caffé……


Se in piena crisi di shopping compulsivo avete comperato dei filtri da caffé per quella specie di maxi macchinette del caffé in uso essenzialmente nei paesi anglosassoni e non sapete come utilizzarli, visto che il caffé americano proprio non vi piace, ecco finalmente un modi di impiegarli in maniera intelligente: provate a pulire lo schermo del vostro computer o della vostra televisione.
Secondo il blog Unplggd, da cui ho tratto la notizia, i piccoli coni che filtrano il caffé (come quello della fotografia sopra) sono perfetti per rimuovere lo spesso strato di polvere che ad una velocità impressionante si accumula sui nostri televisori o sui nostri pc. I filtri da caffé, infatti, catturano la polvere ed hanno la proprietà di eliminare la carica ellettrostatica che si genera sugli schermi, tutto questo senza lasciare la benché minima traccia di fibre, come potrebbe invece succedere con una qualsiasi salvietta di carta. Ora, anche se il sito non lo precisa, il buon senso di « casalinga » mi porta a suggerirvi che i filtri da caffé non devono essere stati usati prima, altrimenti non assicuro il risultato.

venerdì 14 gennaio 2011

I cookie di Francesca.......


Come evoca il titolo stesso, questa ricetta è della mia cara amica Francesca, siciliana trapiantata a Parigi da oltre 25 anni che, come me, ha la passione per la cucina ed è alla perenne ricerca di nuovi accostamenti in fatto gastronomico.

E' una ricetta, questa dei cookie, che mi mette un pò di nostalgia perché mi porta inevitabilmente indietro nel tempo e mi ricorda dei momenti felici della mia vita passata. Francesca aveva (ed ha tutt'ora) l'abitudine di preparare questi cookie per i suoi amici il sabato mattina presto: poi si presentava al nostro abituale appuntamento in palestra con questo sacchettino di cookie che doveva essere la mia merenda per la settimana ma che inevitabilmente domenica sera era già finito perché nn resistevo alla tentazione di divorarmeli.....e poi dopo la palestra, andavamo insieme a fare la spesa, parlando del più e del meno, alternando considerazioni di massaie "parigini" a spetteguless tipicamente italiani....insomma questi morbidi biscottini mi rimandano immediatamente a tutti quei sabati mattina trascorsi con lei.....e la ricetta che vi metto di seguito è pari pari come me l'ha scritta lei, io ho solo aggiunto, in qualità di redattore, qualche piccola nota margine di questa ricetta che a mio avviso è adatta a tutti i tipi di pubblico e di buongustai..... 

Cookies (35/40)
Forno a circa 200°
Burro (morbido) 200 gr
Zucchero vanigliato una bustina
Zucchero (di preferenza di canna) 250 gr
Uova 2
Farina 300 gr
Farina di noccioline o mandorle (ndr come preferite) 125 gr
Lievito 5 gr
Pepite di cioccolato o noci o mandorle “effilées” (ndr sfilettate) o quello che ti fa voglia.

Mescolare il burro con lo zucchero vanigliato.
Aggiungere lo zucchero a poco a poco.
Quando lo zucchero è ben amalgamato, aggiungere le uova una per volta.
Mescolare la farina con il lievito e la farina di noccioline o mandorle.
Amalgamare a poco a poco.
Finire con le pepite di cioccolato o noci sminuzzate o altre cose che ti fanno voglia.
Imburrare una “plaque” (ndr teglia) e posare sopra delle palline di pasta (ogni biscotto deve corrispondere all’incirca ad un cucchiaino di pasta).
Far cuocere per circa 10 mn.

PS: io per i biscotti che vedete nella foto ho usato della farina di mandorle e delle pepite di cioccolato. Per la farina di mandorle ho semplicemente messo nel mixer delle mandorle dolci e l'ho fatto andare per un minuto circa.

giovedì 13 gennaio 2011

Voglia di una salsiccia in pura lana…….

Credits: Clemence Joly
Se passate da Bruxelles, oltre a non mancare il Museo Magritte, cercate di fare un salto alla Galleria Iukbox, concept store di oggetti contemporanei, che ospita, sino al 22 gennaio prossimo, le prodezze manuali di Clemence Joly. E chi sarebbe ‘sta Clemence vi starete chiedendo in molti? Oltre ad essere una giovana grafica che lavora a Parigi, Clemence ha deciso di mettere insieme la moda e la carne riproducendo in maniera super realistica, a maglia, tutti quegli alimenti che facilmente potreste trovare in una salumeria o in una macelleria: nella sua collezione compaiono infatti salsicce e salami, piedini di porco, pancetta, insomma quasi tutto l'occorrente per fare una buona cassoeula lombarda, ma la grande differenza dagli originali è che questi modelli sono morbidissimi ed anche adatti ai vegetariani più rigidi ;-))))

 Credits : Clemence Joly
L'idea di partenza di Clemence è di mostrare il contrasto tra la carne cruda e la dolcezza della lana per poi arrivare a riflessioni più profonde tra il vissuto quotidiano della moda e quello del cibo, che sono due aspetti comunque fondamentali della nostra vita. Il risultato è sotto i vostri occhi: ibridi divertenti ed artigianali che mettono insieme il lato estetico di una sfilata di moda ed il bancone di una macelleria. 
Credits: Clemence Joly
Le creazioni di Clemence sono piaciute talmente tanto al marchio di vestiti New Look, che le ha utilizzate come campagna pubblicitaria per l'apertura di un nuovo store a Lione, ma per l'occasione Clemence ha abbandonato la morbida macelleria e si è sbizzarrita nella creazione di sushi, maki e club sandwich!

mercoledì 12 gennaio 2011

Torta salata ai porri e speck


I porri, tipico ortaggio invernale, sono stati una delle tante piacevoli scoperte, in materia culinaria, fatte in Francia. A Roma, infatti, il porro non figura nella preparazione delle ricette, diciamo che è quasi assente, mentre è ampiamente utilizzato nella cucina francese. Questa ricetta poi, l'ho tratta da un libro di ricette per bambini pubblicato recentemente in Francia da Cyril Lignac, giovane e talentuoso chef, diventato famoso grazie ad una trasmissione televisiva simpaticissima realizzata qualche anno fa in Francia, che seguivo sempre con attenzione perché il tema era proprio la cucina. Ho rimaneggiato la ricetta, aggiungendo dello speck dell'Alto Adige affinché questa torta salata diventi un pasto completo, se poi deciderete di accompagnarla con una semplice insalata, il gioco è fatto per grandi e piccini.


Ingredienti (per 4 persone)
1 rotolo di pasta sfoglia
3 porri grossi oppure 4 di medie dimensioni
100 gr. di speck a listarelle
3 uova
3 cucchiai di panna da cucina
80 gr di emmental grattuggiato
una grattata di noce moscata
una noce di burro
sale (poco)


Pulite i porri, eliminando la parte verde scuro e tagliateli a rondelle sottili. In una padella antiaderente fate sciogliere una noce di burro e versateci i porri facendoli cuocere a fuoco medio per 15 minuti circa sino a quando non diventino trasparenti; lasciate raffreddare. Nel frattempo, srotolate la pasta sfoglia, deponetela in una tortiera e punzecchiate con una forchetta il fondo della pasta, mettetela poi nel forno caldo a 180° per 10 minuti e poi tiratela fuori. Tagliate lo speck a listarelle (nei supermercati lo trovate anche in pratiche vaschette già tagliato) e  mescolatelo con i porri. Grattuggiate l'emmental. Mettete in un'insalatiera le 3 uova, sbattetele, aggiungete la panna da cucina, l'emmental, la noce moscata ed un pizzico di sale.
Alla base della pasta sfoglia mettete i porri e lo speck, poi ricoprite il tutto con la crema che avrete ottenuto. Rimettete in forno per 20-25 minuti.

lunedì 10 gennaio 2011

Risotto radicchio e salsiccia


Il luogo comune che vuole che ci sia sempre un certo "attrito" tra nuora e suocera è vero (altrimenti non sarebbe un luogo comune), però è altrettanto vero che spesso dalle suocere si imparano molti trucchi, astuzie, segreti che tornano prima o poi utili. Nel mio caso, questa ricetta, semplicissima, mi è stata in realtà insegnata da mia suocera che, per le sue origini mantovane, ha proprio in questa ricetta uno dei suoi cavalli di battaglia "gatronomici" (oltre ai ben più noti tortelli di zucca). La peculiarità sta tutta nella modalità di cottura del riso: semplicemente bollito - proprio come quello che si fa per i malati. Lei al posto della salsiccia (da queste parti identificata con il nome di salamella) utilizza la pasta di salame che compera sul posto ma che non è sempre reperibile altrove in Italia.

Ingredienti (x 2)
200 gr di riso Carnaroli o Vialone Nano
2 salsicce di puro suino
1 basco di radicchio rosso
1/2 cipolla
vino bianco
parmigiano grattugiato
sale e pepe q.b.

Togliere la pelle alle salsicce, sminuzzarle e farle rosolare in padella in modo da eliminare, con la cottura, il grasso della salsiccia. Lavare il radicchio e tagliarlo a listarelle sottili, rosolarlo in padella con la cipolla. Unite la salsiccia sminuzzata (avendo cura di scolarla di tutto il grasso rilasciato in fase di cottura) e lasciate insaporire il tutto unendo uno schizzo di vino bianco, salate e pepate secondo il vostro personale gusto.
Nel frattempo fate bollire l'acqua, una volta arrivata ad ebollizione, gettate il riso, giratelo di tanto in tanto. Terminata la cottura del riso, scolatelo ed unitelo all'intingolo prepararato, aggiungendo una generosa manciata di parmigiano reggiano. Coprite la pentola con il riso con uno strofinaccio e lasciate riposare per un paio di minuti: et voilà il vostro risotto Mantova style pronto per essere divorato.

mercoledì 5 gennaio 2011

Torta di cachi e cacao


Dopo due mesi di scorpacciate di cachi biologici, ho pensato che fosse venuto il momento di farsi venire delle idee sul loro uso "diversificato" ed allora ho trovato su un vecchio libro di cucina una ricetta che ho riprodotto. Onestamente la prima versione non mi ha entusiasmato molto; ho deciso così di testare diverse variazioni sul tema e, fra tutte quelle provate, una mi è piaciuta molto: è una ricetta che non prevede l'uso delle uova che in un dolce è quasi scontato, inoltre è un modo per mangiare un pò di frutta, al di là della più tradizionale torta di mele. Insomma ne è uscita una ricetta che è piaciuta non solo a me ma è stata anche apprezzata dai miei ospiti, uno di quei dolci invernali da accompagnare con un thé o una tisana.

Ingredienti (per 6-8 persone circa):
4 cachi grossi e molto maturi
400 gr di farina
200 gr di zucchero
50 gr di mandorle e 100 gr di noci
100 gr di amaretti
2 bustine di lievito per dolci
50 gr di cacao
scorza grattugiata di arancia bio
80 gr di uvetta secca
2 dita di rhum

Sminuzzate grossolanamente le mandorle e le noci.
Immergete l'uva sultanina nel rhum e lasciate che si ammorbidisca per circa 20 minuti circa, poi strizzatela ben bene.
Aprite i cachi in due, togliete la polpa, mettetela in un'insalatiera e schiacciatela; unite poi la farina, lo zucchero, le mandorle e le noci sminuzzate, l'uvetta, il cacao e la scorza di arancia, ed alla fine il lievito: dovete mescolare il tutto affinché si crei un impasto omogeneo. Imburrate un contenitore per dolci e versatevi il composto.
Lasciate cuocere nel forno pre-riscaldato per 45 minuti circa: per sapere se è il dolce è cotto, inserite un coltello, dovrà uscirne asciutto. Servite di preferenza tiepida.

martedì 4 gennaio 2011

Amanti dei cavoletti di Bruxelles, è il vostro momento!


Credits: Burger King

Dopo l’esperimento lanciato in Francia, prima di Natale, da una nota insegna di fast food, dell’hamburger al foie gras, ecco la risposta dei cugini d’oltre-Manica : l’hamburger ai cavoletti di Bruxelles !
L'idea è del famoso marchio americano di fast food Burger King che ha pensato bene di proporre ai nostri amici inglesi un hamburger a dir poco originale: questo "eccentrico" hamburger oltre ai classici ingredienti quali pomodoro, cipolla, emmental e carne macinata, si presenta al consumatore su di un letto di cavoletti di Bruxelles......   
I signori di Burger King giustificano la scelta spiegando che i cavoletti di Bruxelles sono parte integrante del tradizionale pasto di Natale e che il loro è stato solo un tentativo di esportare l'impiego di questo ortaggio nel fast food. Peccato che non la pensino esattamente così gli estimatori del junk food che non hanno tardato ad esprimere tutto il loro sdegno sulla pagina ufficiale di Facebook.
Tranquilli, comunque, l’offerta commerciale è limitata alle festività natalizia (e quindi destinata ad esaurirsi a breve) ed a tre città inglesi scelte come campione.

lunedì 3 gennaio 2011

Agrumi in città!



La scorsa settimana ero a Roma per passare le feste di Natale in famiglia ed ho approfittato delle temperature miti per portare a spasso mia figlia e per fare una bella passeggiata nei quartieri che frequento abitualmente: Garbatella, San Saba, Testaccio, Aventino....aggirandomi per le strade di questa Roma silenziosa, al di fuori dei tradizionali percorsi turistici e mezza addormentata, ho scattato molte foto. Al mio ritorno a Milano, nel rivederle, mi sono accorta che ce ne erano tantissime che hanno come soggetto un albero di agrumi: chissà, forse sarà stato il desiderio inconscio di ritrovare gli stessi "paesaggi" urbani anche qui al Nord, forse anche il fatto che un albero di agrumi con i suoi coloratissimi frutti è in grado di scaldare e di ravvivare anche le giornate più grigie....per queste e per tante altri motivi che non sto qui ad elencarvi, ecco a voi una breve selezione dei miei agrumi in città! 


Ed in questa mia passeggiata, mi sono imbattuta in una signora che portava due vassoi di struffoli e non ho potuto fare a meno di immortalarli (non lei, gli struffoli).