venerdì 30 settembre 2011

Marmellata di pere, pinot nero e cannella


Questa NON è una ricetta per bambini, ma visto che normalmente i bambini si fanno in due e che anche questi poveri papà contribuiscono, come meglio possono, alla crescita dei pargoli, bisogna pure accontentarli qualche volta! Nel mio caso, mio marito aveva scovato la ricetta nella mia Bibbia delle marmellate (si è sempre lei, Christine Ferber…..) e visto che in casa gironzolavano ancora delle pere dell’orto, qualche settimana fa ho pensato di fargli una sorpresa preparandogli questa marmellata tipicamente da papà ;-)))))

Rispetto alla ricetta indicata da Christine, io ho apportato delle modifiche sostanziali: nella ricetta in realtà si consiglia di utilizzare come addensante, la gelatina di mele del giardino. Ora la gelatina di mele io non l’ho trovata in circolazione ed ho optato per l’impiego delle mele Granny: si proprio quelle dello shampoo Campus alla mela verde che ti veniva voglia di lavarti i capelli due volte al giorno per quell’inconfondibile odore di mela verde che ti avvolgeva…..poi però lo shampoo in questione è sparito misteriosamente dai scaffali ed ho sempre avuto il forte sospetto che fosse stato cancerogeno….insomma per ritornare alla nostra marmellata, io ho usato una mela grossa Granny perché avevo sentito dire che si possono utilizzare come addensanti al posto di Fruttapec e devo dire che il risultato non è male, certo con Fruttapec ci si mette 5 minuti, qui la faccenda è stata un po’ più lunga ed elaborata.

Buon weekend a tutti! E per quanti non saranno alla BlogFest, vi suggerisco di fare un giro sabato o domenica a Bimbinfiera, una delle più grandi manifestazioni destinate ai bimbi in programma questo weekend a Milano al Parco delle Esposizioni di Novegro. Troverete quindicimila metri quadrati dove scoprire le novità di mercato per la  gravidanza, l’allattamento, lo svezzamento, la nanna, la pappa, l’igiene e la cura di mamme e bebè….io farò un giro con la Nanetta anche perché ci sono tante animazioni per i bambini e così la tengo buona per un pomeriggio!  



Ingredienti

1 kg di pere Williams sbucciate oppure 1.3 kg di pere da sbucciare

800 gr di zucchero

il succo di 1 limone

30 cl di pinot nero

1 grossa mela verde tipo Granny

1 bastoncino di cannella

Sbucciate le pere e dividetele in spicchi: in una pentola mescolate le pere, lo zucchero, il succo del limone e la cannella. Portate il composto ad ebollizione e poi versate il tutto in un recipiente capiente, copritelo con un foglio di carta forno e lasciatelo riposare in frigo per una notte.

L’indomani portate nuovamente ad ebollizione il composto avendo cura, però, di aggiungere la mela. Cominciate a schiumare ed aggiungete il pinot. Continuate la cottura per almeno un’altra mezz’ora, eliminando la schiuma e girando delicatamente. Togliete le pere in pezzi e ripartitele nei barattoli. Togliete la cannella. Nella pentola vi rimarrà il succo che dovrete far cuocere ancora 5-10 minuti. Verificatene la consistenza e poi versatelo nei barattoli. Capovolgete i barattoli per 5 minuti.

Io dopo aver fatto la marmellata avevo molto “succo” (in realtà ha più la consistenza solida che liquida) che mi era avanzato: ho messo anche quello nei barattoli e lo uso sul gelato oppure nello yogurt bianco, ma è adattissimo anche sulle crostate, provateci!

mercoledì 28 settembre 2011

Supplì di melanzane di Laura


Ebbene si, anche questa settimana vi prendete una bella ricetta a base di melanzane dell’orto! La strana estate appena trascorsa ha fatto sì che le melanzane ed i peperoni fossero pronti soltanto a settembre inoltrato….ed io che in questa stagione già cucinavo le zucche! E’ proprio vero, signora mia, che non esistono più le mezze stagioni!

La ricetta di oggi me l’ha insegnata la mia amica Laura: anche lei come me, ha vissuto molti anni in Francia, è rientrata in Italia un anno prima di me, e vive a Milano…..insomma Laura è una di quelle amiche che mi sono letteralmente portata dietro……siciliana di origine ma padana di adozione, anche quando entrambe vivevamo a Parigi, preparava questi supplì di melanzane che sono ottimi in ogni momento del pasto, ma forse io dico così perché mi piacciono moltissimo le melanzane.

Vi metto la ricetta, indicandovi le dosi approssimative, poi regolatevi voi. Per due persone+ Nanetta prendete due melanzane di media grandezza viola scuro. Tagliate l’attaccatura e praticate con il coltello delle profonde incisioni nel senso della lunghezza. Fate scaldare l’acqua in una pentola, portatela ad ebollizione, salatela e poi mettete le melanzane a cuocere. Per quanto tempo, vi starete chiedendo? Dipende dalla grandezza delle melanzane. Comunque se infilate una forchetta nella melanzana e sentite che è molto morbida, allora sarà sicuramente cotta. Lasciate scolare le melanzane almeno 4 ore. Io le cucino la sera prima e le lascio nello scolapasta tutta la notte. Quando le recupererete strizzatele leggermente e poi cominciate a smembrarle con le mani: vedrete che la pelle verrà via facilmente. Mettete la polpa in un’insalatiera e mescolatela con l’uovo (1 0 2 uova: anche qui dipende dalla quantità di polpa melanzane che avrete recuperato), il pangrattato, un’idea di aglio (io non l’ho messo perché quando faccio le ricette per mia figlia preferisco evitarlo), sale, pepe, un paio di cucchiai di parmigiano e prezzemolo. Otterrete un composto certamente morbido ma assicuratevi che non sia troppo morbido perché altrimenti non riuscirete a fare i supplì. Mettete nell’incavo di una mano un po’ di composto, all’interno, come per i supplì, aggiungete un pezzetto di caciocavallo ragusano (in alternativa potete utilizzare un provolone saporito), chiudete il supplì con dell’altro composto e fatene una sfera che passerete nel pangrattato…..

A questo punto dovrete operare una scelta tra le più difficili che ci siano: friggere questi deliziosi piccoli supplì dal cuore tenero oppure metterli nel forno a 170° per 20-25 minuti circa con un filo d’olio e chiss’è visto s’è visto…..ehm…..io ho abbracciato la seconda opzione, decisamente più sana ma anche meno appetitosa. Siete grandi ed assolutamente in grado di decidere per il meglio!

Buono sfizio perché questi supplì sono veramente uno sfizio da togliersi!


martedì 27 settembre 2011

La VegHipWeek!

Credits: Equology

Oggi vi segnalo al volo questa iniziativa che ritengo interessante anche se non sono vegana e neppure vegetariana perché amo troppo il pesce (della carne potrei fare benissimo a meno ma sia la Nanetta che il suo papà sono dei super carnivori stile uomini delle caverne): dopo la Milano Fashion Week e la Social Media Week, dall'1 al 7 ottobre Milano ospiterà la Settimana Vegana, che intende sensibilizzare le persone sull’impatto che le scelte alimentari hanno sull’ambiente e sulla nostra salute e  sfatare il luogo comune che essere vegetariani oppure vegani significhi rinunciare ad una cucina stuzzicante e varia.

La manifestazione è rivolta a tutti, nessuno escluso: ambientalisti, salutisti, oppure semplicemente curiosi che vorrebbero iniziare a fare qualcosa di concreto per un comportamento alimentare sostenibile.
Io vi anticipo gli appuntamenti che ho selezionato e che mi sembrano più interessanti:
- si parte sabato 1° ottobre alle 15.00 con una conferenza interamente dedicata alla cucina sana ed equilibrata  presso il Design Library (Via Savona 11). Uno dei temi trattati sarà proprio quello dell’alimentazione vegetariana da proporre ai bambini.
- martedì 4 a Corsico e mercoledì 5 ottobre a Carugate presso i megastore IKEA, si terrà a partire dalle 18.30 circa, uno show cooking+degustazione della Veg Chef Claudia Biondini, che vi ho già segnalato nel mio blog qualche tempo fa con un’appetitosa ricetta a base di tofu.

Per chi invece vuole cimentarsi in corsi di cucina veg, da lunedì 3 a giovedì 6 ottobre sono previsti degli incontri dalle 19.00 alle 20.30 al The Hub (Via Paolo Sarpi 8) con Veg Chef qualificati (previa iscrizione a info@veghipweek.it).

Lato ristorazione, hanno aderito all’iniziativa il Joia Kitchen dello Chef Pietro Leemann e Al Grande Cerchio di Maria Marangelli. Più interessante l'offerta dei ristoranti tradizionali tra cui KM0-Osteria per Passione (Via Donatello 22) che organizzerà durante la settimana due serata a tema vegan e la Trattoria da Vin (via Pioppette 3) che per tutta la settimana offrirà un gustoso menu di ricette vegane della tradizione toscana: la pasta con le briciole, la pappa al pomodoro, la panzanella oppure le lenticchie e castagne, lo strudel di verdure e fagioli all’uccelletto e per finire  baldino e ciaccia con l’uva.

Per saperne di più fate un giro sul sito www.veghipweek.it e troverete tutte le info!

lunedì 26 settembre 2011

Vellutata di fagiolini e patate con gocce di pesto!


Yesssss! Ce l‘ho fatta e sono fiera di me! No, non ho vinto una maratona e neppure ho totalizzato 50.000 visitatori del blog, ma più semplicemente sono riuscita, dopo un’estate di tentativi falliti miseramente, a far mangiare i fagiolini alla Nanetta.  Come accade anche a noi adulti, la Nanetta ha le sue preferenze in fatto di alimentazione: adora ad esempio il “ciccio spada”, i pomodori datterini mangiati crudi senza condimento, la frittata con le zucchine, la “cocciolata” (ndr. cioccolata), il  parmigiano…. ma non proponetele i fagiolini perché quelli proprio non le vanno giù…..All’asilo li rifiuta (c’è anche da aggiungere che quelli dell’asilo magari saranno pure congelati e non farebbero impazzire neppure un’erbivora come me), io le ho provate tutte per farle mangiare in fagiolini: cotti al vapore con olio e limone, ripassati in padella con il pomodoro, sotto forma di terrina con pinoli e taaaaaaanto formaggio…..niente niente niente…..la risposta è sempre la stessa: “Mamma no piace, blahhhhhh”……Quando la scorsa settimana le ho preparato questa vellutata l’ho presa un po’ come l’ultima spiaggia; mi dicevo che questo era l’ultimo tentativo che facevo e poi se, per l’ennesima volta avesse rifiutato, allora avrei gettato la spugna…..Però come mamma sentivo il “dovere morale” di provarle tutte…….e quando le ho messo davanti la sua scodella di vellutata di fagiolini e patate (guardandomi bene dal dirle che erano fagiolini naturalmente!) con le sue gocce di pesto ed i suoi crostini e se l’è finita tutta, non ho potuto fare a meno di esclamare: Yesssss, li ha mangiati!
La lezione che ho imparato – l’ennesima che mia figlia mi impartisce da quando sono diventata mamma- è sostanzialmente la seguente: voi provate, provate  e riprovate a fargli mangiare quello che non gli piace, il fine giustifica i mezzi, quindi impiegate delle piccole astuzie o dei trucchi e vedrete che un giorno o l’altro cambieranno idea e se la mangeranno ‘sta verdura benedetta J !!!!!!

Ingredienti
400 gr fagiolini (io ho usato quelli dell’orto che avevo congelato)
450 gr di patate
Soffritto (carota, cipolla e sedano)
Pesto
Olio evo
Sale q.b.
Crostini
Parmigiano 
Nella pentola a pressione fate scaldare un po’ di olio e fate il soffritto classico. Mettete i fagiolini nella pentola a pressione, lavate e sbucciate le patate, fatele a dadini e mettete anche queste nella pentola a pressione. Lasciate insaporire le verdure per qualche minuto, poi aggiungete l’acqua in modo da ricoprire  appena le verdure, chiudete la pentola a pressione e lasciate cuocere. Non abbondate con l’acqua, avrete sempre tempo di aggiungerne un poco. Da quando la pentola a pressione comincia a fischiare, calcolate 10 minuti circa. Lasciate raffreddare, immergete il frullatore e lasciatelo andare sino ad avere una vellutata dalla consistenza cremosa, piuttosto densa, aggiustate di sale. Servite in un piatto con delle gocce di pesto (proprio quello che utilizzate per la pasta), un filo di olio evo, un cucchiaio di parmigiano ed una manciata di crostini……..Ha funzionato: la Nanetta ha finito da sola tutta la scodella!  Buona fortuna

venerdì 23 settembre 2011

Cucinare in famiglia: ricette tra rime e fornelli


Sarà in libreria da lunedì prossimo questo delizioso libricino Cucinare in famiglia: ricette tra rime e fornelli che propone ricette “per grandi” e “per piccini”. Quelle “per grandi” sono di Antonietta Curti (1917–2010), che ha curato «il pensare bene, l’amare bene e il dormire bene» di molte persone che sono passate per Perugia, occupandosi per quarant’anni di ristorazione in uno dei maggiori ristoranti perugini (tra i suoi clienti anche il Re Baldovino del Belgio ;-))) e ha conseguito il diploma presso il Cordon Blue de France. Quelle “per piccini” sono di Maddalena Curti, che, con la sensibilità di figlia, madre e dottoressa per “piccoli animali”, ha tradotto in linguaggio semplice e in rima alcune ricette di famiglia. Si tratta di preparazioni super semplici, veloci, alla portata di tutti. Nella prima parte Ricette tra i fornelli, si ritrovano quelle ricette che fanno parte dell’eccellenza italiana con un’attenzione particolare alla tradizione umbra: i taglierini alla francescana, la minestra con fagiolina del Lago Trasimeno, le bistecchine delle monache o le trote del Nera al vino rosso, insomma preparazioni in cui si attinge abbondantemente al territorio. Capovolgendo il libro, nella sezione Ricette tra le rime,  trovano spazio le ricette dell’infanzia che solitamente i bambini preparano insieme ai genitori come la pizza, le ciambelle, la crostata, la zuppa inglese proposte però sotto forma di filastrocca e di rima e quindi piacevoli da leggere anche ai più piccoli. Il libro non contiene fotografie od immagini ma l’assenza di immagini è voluta perché tra i fornelli la fantasia deve essere maestra. Ultimo dettaglio da non trascurare: il libro – come tutte le pubblicazioni della Graphe.it – è pubblicato su carta riciclata, quindi un occhio alla cucina ma anche un all'ambiente ;-)))

Buon weekend a tutti!

giovedì 22 settembre 2011

Strudel di erbette, stracchino e mandorle


In un mio post di qualche giorno fa, vi elencavo le verdure che proprio non digerisco (in senso fisico ed anche figurato!); le erbette invece, figurano tra quelle verdure che non mi dicono molto, che in cucina non mi ispirano più di tanto….Quindi quando mio suocero si è presentato con un cesto di erbette dell’orto sono stata assalita dal dubbio amletico: “e mò che ce faccio con tutta ‘sta robba?”. Allora mi sono messa a pensare e mi è venuto in mente che forse “mascherando” le erbette da strudel, sarebbero diventate più appetibili per tutti e non solo per la sottoscritta (in fin dei conti il mio obiettivo di mamma è quello di far mangiare alla Nanetta le sue 5 porzioni giornaliere di frutta e verdura).

E’ quello che ho fatto e vi spiego come: ho pulito le erbette (non le ho pesate ma dopo la cottura saranno stati 500-600 gr di erbette), le ho sbollentate per 5-6 minuti in acqua salata e le ho scolate bene per togliere tutta l’acqua in eccesso.

In una padella ho ripassato le erbette con il burro ed il parmigiano: proprio come quando si ripassano gli spinaci. Ho lasciato raffreddare ed ho frullato le erbette con il minipimer in modo da sminuzzarle ulteriormente e da renderle irriconoscibili per mia figlia. Ho preso della pasta sfoglia, l’ho aperta ed ho cominciato a spalmarci dello stracchino morbido che compero nella mia solita cascina dietro casa (by the way, se volete comperare lo stracchino della “mia” cascina, lo trovate nei supermercati di Milano e provincia, si chiama Papetti….e così ho fatto anche un po’ di pubblicità al mio fornitore ufficiale di stracchino, taleggio e gorgonzola ;-))))))

Ci ho spalmato le erbette frullate ed ho ricoperto il tutto con delle mandorle sfilettate che avevo tostato in un padellino. Ho richiuso questo strudel, l’ho spennellato con l’olio e l’ho messo in forno per 25 minuti circa a 180°. L’ho lasciato raffreddare 5 minuti per evitare l’effetto ustione e poi l’ho tagliato a fettine. Devo dire che ha riscosso un grande successo con la Nanetta e mio marito: questo strudel si fa mangiare volentieri, è ottimo come antipasto stuzzicoso ma può, in alternativa, essere consumato anche come piatto unico accompagnato ad esempio da una ricca insalata.


mercoledì 21 settembre 2011

Paninetti di melanzane


E’ sempre la solita storia: cosa inventarsi per far mangiare le verdure ai nostri figli? A onor del vero, riconosco che la Nanetta ha sempre dimostrato di gradire molto le verdure, in particolar modo le zucchine, ma come mamma sono cointunamente alla ricerca di nuove ricette che mi permettano di proporle le verdure cucinate in maniera diversa e gustosa. Questi panini di melanzane hanno proprio tutto quello che ci vuole per allettare i bambini dal punto di vista del gusto e per soddisfare la legittima ansia delle mamme riguardo alle verdure. Sono un piatto completo per i bambini e non solo e si preparano in 15 minuti, quindi volendo li potete fare anche la sera al momento della cena. Io li faccio sempre al forno: è evidente che se li fate fritti, sono ancora più buoni (come tutti gli alimenti fritti del resto….) però anche al forno rimangono morbidi, il formaggio si scioglie e non ci sono tutti quei grassi derivanti dall’olio di frittura.
 
Ingredienti per 6/8 paninetti
2 melanzane tonde viola chiaro
Prosciutto cotto a fette tagliate un po’ spesse (calcolate una fettina di prosciutto cotto x paninetto)
Fontina a fette (sempre una fettina/paninetto)
1 0 2 Uova a seconda del bisogno
Pangrattato q.b.
Olio evo
Sale q.b.

Prendete le melanzane, lavatele, asciugatele e tagliatele a fettine abbastanza sottili. In una piatto fondo sbattete l’uovo o le uova con un pizzico di sale. In un piatto piano mettete il pangrattato. Passate le fettine di melanzane dapprima nell’uovo e poi nel pangrattato. Disponete una fettina di prosciutto cotto ed una di fontina sulla melanzana, richiudete con l’altra fettina ed adagiatela su di una teglia rivestita di carta forno.

Irrorate con un filo d’olio ed infornate a 180° per una mezz’ora circa. Lasciate raffreddare per qualche minuti prima di addentare i paninetti.

martedì 20 settembre 2011

MomCamp 2001: ciak si parla…..

Credits: Fattore Mamma


“Il futuro delle mamme on line e non solo” è il tema del prossimo MomCamp che si svolgerà sabato 24 settembre a Milano. Questo titolo scelto a seguito di un sondaggio in rete, offrirà lo spunto per discutere di temi particolarmente cari alle mamme: il lavoro, la realizzazione a 360°, i figli, le aspettative ...

Ad intervenire non ci saranno docenti universitari o psicologi ma le mamme, che avranno l’opportunità di esprimersi e di scambiare idee e punti di vista: il MomCamp nasce infatti come momento di condivisione ed incontro per quanti vivono il web in maniera attiva, come strumento che semplifica la vita, che aiuta ad organizzarsi, che permette di vivere una dimensione "social".

Venite con i vostri pargoli perché, mentre le mamme condivideranno le loro esperienze, i bambini saranno impegnati in attività ludiche e sportive, grazie alle opportunità offerte dalla location scelta per quest'edizione, il Quanta Village (via Assietta, 19) alle porte di Milano.

Io e la Nanetta ci saremo e daremo il nostro contributo (soprattutto la Nanetta!).

Trovate tutte le informazioni per partecipare al MomCamp sul blog: www.momcamp.it

lunedì 19 settembre 2011

Seppie affogate.... nell’aceto


Questa ricetta prende spunto da una mia gita al mercato del pesce di San Benedetto del Tronto. Coloro che mi seguono abitualmente sanno che sono andata in vacanza a San Benedetto del Tronto e durante il mio soggiorno, ho voluto a tutti i costi visitare il mercato del pesce. In settimana i pescherecci rientrano nel primo pomeriggio: ho quindi mollato la Nanetta e mio marito tra le braccia di Morfeo, ho preso una bicicletta, la macchina fotografica e sfidando il caldo che a quell’ora del giorno è al suo apice, mi sono avviata, pedalando, verso il mercato del pesce. Arrivata sul molo, di barche non c’era traccia, neppure all’orizzonte, ma il fatto che ci fosse una folla di vecchiette appollaiate sulle panchine del molo, all’ombra, mi ha portato ad immaginare che il loro arrivo non dovesse essere così lontano. …..siccome sono una persona che, quando vuole, parla anche con i muri, non potevo non attaccare bottone con le autoctone e l’argomento di conversazione è stato quello della cucina. Ho rimediato un paio di ricette che hanno veramente stuzzicato la mia fantasia ed il mio palato: le seppie affogate nell’aceto è una di quelle.

Mentre le stavo preparando intorno a me regnava un clima di diffidenza (e mi riferisco a mio marito….): ci si domandava come potesse un piatto dagli ingredienti estremamente semplici trasformarsi in una prelibatezza ed invece con mia somma soddisfazione, è avvenuto proprio questo.

Il segreto per la riuscita di questa ricetta è prendere le seppie (in alternativa potete utilizzare anche i totani freschi) freschissime presso la vostra pescheria. Ho poi chiesto al signore del banco del pesce di pulirmi le seppie. Per due persone ne ho comperate 600 gr circa.

Una volta arrivata a casa ho tagliato le seppie a rondelle. Ho affettato una cipolla intera di medie dimensioni: in una padella ho fatto scaldare l’olio, ho versato la cipolla e l’ho fatta imbiondire. Ho poi versato un bicchiere con metà aceto e metà acqua. Ho lasciato che evaporasse un poco e poi ho gettato le seppie. Ho richiuso con il coperchio, lasciato a fuoco medio per 15-20 minuti. Vedrete che il sughetto si restringerà. Salate a piacimento e servite calde. Munitevi di pane perché dovrete fare la scarpetta J

Alla Nanetta questa ricetta è piaciuta molto: sarò onesta e devo dire che lei ama molto tutto quello che è calamari, totani, seppie, ecc……e poi questa è una ricetta gustosa perché il sapore forte dell'aceto evapora con la cottura e rimane un sughetto appetitoso in cui intingere non solo il pane ma anche le dita ad esempio ;-))))).


venerdì 16 settembre 2011

Teglia mediterranea


Continuo imperterrita con le mie ricette tipicamente estive, quelle che puoi benissimo preparare il giorno prima e proporre agli ospiti o più semplicemente ai tuoi cari, il giorno dopo….e continuo con le ricette estive perché, viste le temperature che ci sono in questo momento, di mettermi a cucinare la zucca oppure i funghi proprio non mi passa per l’anticamera del cervello. Ecco ho preparato questa ricetta ieri sera, dopo aver messo a letto la Nanetta ed oggi visto che arrivano i miei da Roma la tirerò fuori, la scalderò un attimo al forno e sarà già pronta…… il vantaggio di questa ricetta è anche quello di poter assemblare i vari ingredienti senza doverli cuocere, diversamente da una parmigiana ad esempio, in cui ti devi mettere lì a friggere tutto per poi ricomporre i diversi elementi in una pirofila. E poi sono particolarmente fiera di me perché per questa ricetta ho utilizzato solo verdure dell’orto, 100% biologiche: patate novelle, pomodori, cipolle rosse J




Ingredienti
Patate
Pomodori San Marzano o da sugo
Cipolla Tropea o rossa
Basilico
Origano
Parmigiano
Pan grattato
Olio evo
Sale e pepe q.b. 

Lavate e sbucciate le patate e tagliatele a fettine molto sottili. Tagliate sempre a fettine, ma più spesse, il pomodoro e la cipolla. Prendete una pirofila, irrorate il fondo di olio d’oliva e cominciate a comporre i vostri strati: dapprima le patate, poi il pomodoro, poi la cipolla, il basilico, sale, pepe e formaggio grattugiato. Componete almeno un paio di strati. La teglia dovrà finire con una base di patate a cui aggiungerete un’abbondante manciata di pangrattato e di formaggio, sale e pepe ed un filo di olio. Mettete nel forno caldo a 180-200° almeno per 50 minuti/un’ora. Se volete accorciare i tempi, pre-cuocete in pentola a pressione le patate: 5 minuti di cottura andranno bene. Lasciatele raffreddare, sbucciatele e tagliatele a fettine. Essendo già cotte, potrete anche fare delle fette un po’ più grandi. Non consumate la teglia calda, lasciate raffreddare e, se possibile, preparatela oggi per consumarla domani: vedrete che prenderà un sapore ancora più intenso.

Buon weekend a tutti!

mercoledì 14 settembre 2011

Let’s Eat’s!


Sono stata invitata la scorsa settimana all’inaugurazione di un nuovo food concept store nel cuore di Milano. Devo confessare che la mia prima reazione è stata quella di dire: “ancora un locale da fighetti dove si va essenzialmente per vedere e per farsi vedere”….e quindi è stata ancora più grande la mia sorpresa quando mi sono trovata davanti un vero e proprio supermercato dell’alto di gamma.


Il concetto non è nuovo: a Parigi, la Grande Epicerie del Bon Marché è un supermercato nel vero senso della parola che offre al consumatore solo prodotti selezionatissimi e di altissima qualità…..a Milano hanno ripreso questo concetto, lo hanno elaborato in chiave italiana mettendoci quel tocco di design e di lusso che però in questo contesto non guasta…è nato così l’Eat’s Store per una food-shopping-experience caratterizzata da un’ampia scelta di prodotti e specialità enogastronomiche alto di gamma.

Il Protagonista, con la P maiuscola, dell’Eat’s Store è il cibo: un trionfo di prodotti alimentari freschi, confezionati e pronti al consumo che danno vita ad una boutique alimentare in cui genuinità e qualità sono tutelate dal rigore professionale e dalla passione dei grandi artigiani del cibo. L’unicità della formula Eat’s è l’alta qualità globale ottenuta e garantita attraverso il coinvolgimento di ognuno dei piccoli artigiani, spesso piccolissimi, produttori di eccellenze.

Accanto alle grandi isole delle carni, del pesce, dei formaggi, dell'ortofrutta e del pane, il Food Store ospita una raffinata dispensa ricca di prelibatezze alimentari, all’interno della quale è possibile trovare ogni sorta di sfizio: gli olii e gli aceti più pregiati, le spezie più esotiche, le conserve, la pasta fatta a mano, il caffè più ricercato, il cioccolato più sopraffino, selezionati uno a uno da un parterre di produttori di altissimo livello.

Spazio al bianco ed ai toni chiari che sono i colori predominanti e richiamano in qualche modo il concetto di genuinità e pulizia, e spazio anche all’utilizzo di materiali naturali quali il rovere che mira a conferire all’ambiente quel tocco di calore.

Io ho amato molto il banco dei formaggi con un numero di referenze variabile dalle 140 alle 200 a seconda della stagione, in grado di rappresentare degnamente il variegato panorama dell'arte casearia in Italia e all'estero (Francia, Regno Unito, Olanda e Svizzera) ed il settore dedicato alle conserve, ai sott’olio di tutti i tipi in grado di risvegliare anche i palati più addormentati. Vado spesso da Eataly ma penso proprio che l’Eat’s Store diventerà un altro dei miei punti di riferimenti per lo shopping godereccio in città.

Se volete andare a farci un giro, sappiate che è aperto dal lunedì al sabato, dalle 09.00 alle 22.00 e la domenica dalle 10.00 alle 21.00 e che si trova nella Galleria del Corso all’interno dei locali che una volta hanno ospitato il cinema Excelsior.

martedì 13 settembre 2011

Arriva Gamberetto!

Credits: Gambero Rosso
Prendete 8 bambini curiosi, mettetegli accanto la simpatica Francesca Barberini ed Andrea Golino, shakerate il tutto ed otterrete cosi la nuova trasmissione di Gambero Rosso Channel, Gamberetto, in onda dal prossimo 17 settembre, in cui i piccoli foodies si avventurano nel favoloso mondo della gastronomia.

Otto puntate per otto diversi temi: la frutta, le verdure, i cereali, il latte, la carne, il miele, le uova e le erbe aromatiche. I bambini apprenderanno come si fa il miele, come si raccolgono le fragole e le spighe di grano o come prendere un uovo da una gallina. Gli 8 piccoli aspiranti chef superano prove e giochi per realizzare alla fine una ricetta basandosi sul tema della puntata. Gnocchi di ricotta su vellutata di piselli, mousse di miele e ricotta con salsa di fragole, tortini di verdure sono solo alcune delle gustose ricette che i giovani protagonisti prepareranno seguendo il loro gusto.
Credits: Gambero Rosso
Girato in una fattoria didattica nei dintorni di Roma, il programma si avvale della collaborazione dell’INRAN, l’Istituto Nazionale di Ricerca per gli Alimenti e la Nutrizione e del WWF: i rappresentanti dei due enti stimoleranno la curiosità dei bambini nei confronti del cibo con interventi di approfondimento, giochi e informazioni utili anche ai genitori, sia dal punto di vista nutrizionale che del rispetto per l’ambiente.

L’estro e la fantasia dei piccoli gourmet vengono così arricchiti di consigli, trucchi e segreti che anche i più grandi apprezzeranno e che faranno loro realizzare ricette degne del più famoso degli chef.

Appuntamento quindi con Gamberetto, ogni sabato alle 19.00 a partire dal 17 settembre, su Gambero Rosso Channel, Sky canale 411.


lunedì 12 settembre 2011

Melanzane saltate allo zenzero


Oggi vi propongo una ricetta dal sapore decisamente “esotico”: le bucce di melanzane saltate allo zenzero . Venerdì scorso avevo messo sul blog la ricetta  del mio caviar d’aubergines ed alla fine della ricetta vi avevo chiesto di non gettare via la pelle delle melanzane. Infatti eccomi con una ricetta di “recupero”: per la serie non si butta via niente specie se si tratta di verdure biologiche. Le melanzane saltate allo zenzero è una ricetta che avevo assaggiato anni fa in un ristorante giapponese a Parigi, che avevo provato a rifare sulla base dei profumi e dei sapori che mi erano rimasti impressi e che faccio periodicamente soprattutto in concomitanza con il caviar d’aubergines per evitare di gettare via le bucce. Coloro che non amano il sapore dello zenzero sono pregati di astenersi……



Ingredienti
Bucce di melanzane (3-4)
3 cucchiai di olio di girasole
2 cucchiai di zenzero fresco tagliato finemente
1 testa di aglio sminuzzata
Peperoncino schiacciato q.b.
3 cucchiai di salsa di soia
1 cucchiaino di zucchero di canna
Sale

Tagliate a strisce le bucce delle melanzane. In una padella mettete l’olio e riscaldatelo: lasciate dorare l’aglio, lo zenzero ed il peperoncino per un paio di minuti. Aggiungete le melanzane e continuate la cottura per altri 4-5 minuti. Versate poi la salsa di soia e lo zucchero: mescolate il tutto e lasciate cuocere ancora per 5 minuti circa. Servite calde ed aggiustate eventualmente di sale.
Buona settimana a tutti!

sabato 10 settembre 2011

Taste of MILANO for "Baby Foodies"



Dal 15 al 18 settembre andrà in scena la seconda edizione di Taste of Milano. Taste of Milano è un’iniziativa che si propone di avvicinare il grande pubblico all’alta cucina e consentire a tutti, grandi e piccini, di provare piatti di famosi Chef in un contesto decisamente informale.
E proprio nell’ottica di sensibilizzare le “giovani generazioni” al buon cibo e alla buona tavola, quest’anno Taste of Milano ha creato un biglietto speciale, il Biglietto Famiglia, per permettere anche ai più piccoli di sperimentare nuovi gusti e nuovi sapori, divertendosi anche a cucinare all’aperto.  
Presso la Cooking School  di Taste of Milano si terranno due sessioni dedicate ai più piccoli che potranno così divertirsi a cucinare a fianco dei loro genitori mettendo le mani in pasta!
Nelle giornate di sabato 17 e domenica 18 settembre invece,  Chef esperti impartiranno ai più piccoli lezioni di finger choco cake, mini corsi di cucina regionale e percorsi “bio”, proponendo attività focalizzate sugli aspetti materico-sensoriali del cibo e dell’alimentazione. 
Tra cioccolata, verdure, farine, frutta di stagione, uova e prodotti del territorio, i bambini prenderanno parte attivamente alla preparazione delle più originali ricette, cimentandosi in operazioni di intaglio, impasto e  cottura.
Ma non è finita mica qui! Sempre nelle giornate di sabato e domenica Bice Perrini rallegrerà i visitatori con Coloribo, i colori da mangiare.  
Bice è un’artista che da anni ricerca il colore nell’arte e nella natura e grazie ai suoi Coloribo (acronimo di colore e cibo) ora ha reso possibile dipingere con il cibo, facendo di ricette creative e colorate delle vere opere d’arte!
Con Coloribo a Taste of Milano, grandi e piccini potranno vivere un’esperienza multisensoriale in cucina: vista, olfatto, tatto, udito e gusto li guideranno nella scoperta  di gusti e sapori mai assaggiati  prima. 
I laboratori verranno seguiti e coordinati direttamente da Bice Perrini che guiderà i bambini ad utilizzare in cucina tutti e cinque i sensi attraverso la pittura, la musica, il cibo, sino ad arrivare alla creazione gastronomica.
All’interno del laboratorio di cucina e con l’aiuto dell’artista i bambini prepareranno le salse Coloribo a base di frutta e verdura freschissima e di stagione (pomodori, menta, salvia, finocchietto, mandorle, olio extra vergine d’oliva, etc..) e predisporranno piccoli menù cromatici e merende facili da gustare e riproporre ai propri amici. 
Per conoscere tutti i programmi, gli orari e le attività proposte da Taste of Milano per tutti gli aspiranti “Chef in erba”, consultare il sito www.tasteofmilano.it.

venerdì 9 settembre 2011

Caviar d’aubergines



Mi hanno fatto un po’ attendere però finalmente le melanzane dell’orto sono arrivate ed eccovi quindi una piccola serie di suggerimenti gastronomici con questo ortaggio che amo moltissimo. In realtà, l’avrete capito anche voi, io di base sono un’erbivora e farei prima ad elencare le verdure che non mi piacciono piuttosto che quelle che mi piacciono. Ecco, non impazzisco per i cetrioli ma perché, come accade per i peperoni, ho difficoltà a digerirli. Non amo invece i cavoletti di Bruxelles, pensate che mi ricordo ancora la prima volta che li ho mangiati! Avevo appena compiuto 14 anni e, come regalo per la promozione, ero partita con mio nonno a fare un mini giro d’Europa. Avete presente quei viaggi organizzati sullo stile giapponese in cui visiti in una settimana 15 paesi diversi in torpedone (e sì perché una volta mica si chiamavano bus gran turismo!)? Ecco la mia scoperta dell’Europa è stata più o meno così!
Insomma stavo transitando per il Belgio quando ci fermiamo a mangiare e ci servono questi mitici cavoletti di Bruxelles: sono stata malissimo, altro che mandarli giù! Però siccome sono ostinata, quando, molti anni più tardi, mi sono trasferita a Parigi ho voluto assaggiare nuovamente ‘sti benedetti cavoletti: rien à faire, ils ne passent pas…..ho cercato di fare astrazione dai miei ricordi adolescenziali, ma non c’è stato nulla da fare….proprio i cavoletti non mi piacciono e diciamo che con i cavoletti si esaurisce la lista delle verdure che non amo.

Per ritornare alle amatissime e più mediterranee melanzane, questa ricetta è un’altra di quelle scoperte in Francia…..ma che è ‘sto caviale di melanzane di cui sentivo così spesso parlare dalle mie colleghe francesi? La risposta l’ho trovata una volta che sono andata a farmi un giro nel Sud della Francia, dalla parte di Hyère, e al momento del rito dell’aperitivo mi portano il caviar d’aubergines…… à tomber….buono da morire…..mi sono subito affrettata a farmi dare la ricetta che custodisco gelosamente e che ogni estate tiro fuori perché questo caviale è amatissimo da mio marito ed anche qualche amica che non ama il pesce, lo mangia volentieri ;-)))))

Vi metto di seguito gli ingredienti, spetterà a voi l’arduo compito di calibrarli e di trovare il giusto equilibrio nei sapori.
Melanzane nere lunghe
Aglio
Olio evo
Acciughe sott’olio
Prezzemolo
Sale grosso

Prendete la melanzana, tagliatela in due nel verso della lunghezza, praticate delle incisioni sulla parte bianca. Su di una teglia, mettete la carta forno e adagiateci la melanzana: la parte bianca dovrà essere rivolta verso l’alto. Mettete un filo di olio evo, del sale grosso e dimenticatevela in forno per 40-45 minuti circa a 160°. Tirate fuori la melanzana dal forno, lasciatela raffreddare e scavate delicatamente in modo da recuperare tutta la polpa che sarà ormai cotta. Versate la polpa nel contenitore del mixer, aggiungete lo spicchio d’aglio tagliato in due, l’olio e 5-6 acciughe. Lasciate andare il mixer, assaggiate e cominciate ad equilibrare: forse sarà necessario mettere ancora un paio di acciughe oppure un po’ più di olio. Alla fine aggiungete il prezzemolo ed il sale. Versate il composto in una terrina e lasciatelo riposare in frigorifero 24 ore. L’indomani servitelo con del pane tipo baguette oppure delle fette di pane passate in forno. E’ delizioso……

Ah, un’ultima cosa! NON gettate via le bucce delle melanzane: lunedì vi proporrò una ricetta all’insegna del recupero!
Buon weekend a tutti!


giovedì 8 settembre 2011

SANA KIDS ‘11

Credits: Ecostore

Se il prossimo fine settimana avete voglia di muovervi, fate un salto a Bologna dove a partire da oggi e sino al 13 settembre si svolgerà il Sana, l’evento dedicato al naturale più importante della penisola. Quest’anno poi ci sono una serie di iniziative pensate appositamente per le famiglie ed i bambini. Innanzitutto un’eco-store attraverso cui si intende raccontare i prodotti e gli alimenti ai più piccoli, ma che vuole essere anche un momento di interazione con gli adulti.

Il coloratissimo ecostore, ideato da Salamanca design, sarà presentato a SanaKids venerdì 9 settembre, alle ore 10.45 presso lo STAND A25 del PAD 31. Ma cosa ci trovate concretamente nell’ecostore? Al suo interno sono rappresentati scenograficamente i prodotti della natura, i colori, i profumi degli alimenti appena raccolti. Il lay-out dell’eco-store è costituito da un sistema a moduli che simula un mercato colorato, in cui  i prodotti sugli scaffali raccontano la propria origine, le proprie caratteristiche nutrizionali e persino il momento della giornata in cui si consumano. Così il pranzo è verde, giallo e rosso come la pasta, il riso, l’olio, le verdure…… Gli alimenti per la merenda si associano al giallo, all’arancio e al viola, ai colori del miele, del pane, della frutta sotto forma di composte o di nettare. Mentre la colazione è bianca e marrone proprio come il latte ed i cereali!


Credits: AlceNero

Inoltre sabato 10 e domenica 11 settembre 2011 Alce Nero e Mielizia creano in centro a Bologna un vero “triangolo del biologico”, una sorta di laboratorio itinerante per famiglie e bambini per dare informazioni sul prodotto biologico, dall’origine alla tavola. Due carrettini mobili, costruiti in materiale eco- compatibile, diventeranno i punti di assaggio dove i bambini potranno imparare a riconoscere i sapori, seguendo un divertente percorso all’interno della città che si concluderà all’Alce Nero Caffè. Lì, dalle ore 10 alle ore 18, si terranno i laboratori del gusto e della creatività, nei quali i piccoli potranno raccontare il biologico, visto e interpretato da loro.
Con “l’etichetta per tutti”, i partecipanti disegneranno la loro versione ideale delle etichette dei prodotti. I loro elaborati verranno esposti all’interno del negozio e pubblicizzati sui siti e sul blog di Alce Nero e Mielizia.
Troverete i carrettini golosi sabato 10 settembre in Piazza della Pioggia (zona Via Galliera) e in Piazza Ravegnana (sotto le Due Torri), domenica 11 settembre al Giardino del Guasto (Via del Guasto, angolo con Via Belle Arti) e in Piazza Ravegnana.


mercoledì 7 settembre 2011

Marmellata di pere, uvetta e noci


Dopo la marmellata di melone e mandorle che vi ho proposto la settimana scorsa, eccovi un’altra mia creazione. Questa volta non ho adottato nessun metodo Christine Ferber: ho semplicemente utilizzato Fruttapec, ho seguito il mio istinto che mi diceva di abbinare le pere dell’orto alle noci e di aggiungere una manciata di uvetta. Ne è venuta fuori una marmellata dal sapore decisamente autunnale, ottimo abbinamento con una fetta di pane integrale ed una tazza di thé fumante…..Ora vedendo la foto vi starete domandando perché mai ho agghindato il vasetto di marmellata in quel modo: semplice, perché ho deciso che i regali di Natale quest’anno saranno rigorosamente home made e quindi ho cominciato a sperimentare diversi packaging. Il risultato non è male: voi che ne dite?

Ingredienti:
1 kg di pere già pulite
½ kg di zucchero
1 bustina di fruttapec 2:1
200 gr di noci
150 gr di uvetta
un bicchierino di rhum (facoltativo)

Mettete a bagno l’uvetta per un paio di ore almeno nell’acqua tiepida o nel rhum: io ho utilizzato l’acqua tiepida perché dovendo far mangiare la marmellata alla pargola, la macerazione nel rhum non mi sembrava azzeccata. Sminuzzate le noci ma non fatele troppo sottili. Sbucciate le pere, tagliatele a pezzi piccoli e mettetele in una pentola. Unite Fruttapec allo zucchero ed aggiungetelo alle pere. Portate ad ebollizione: quando vedrete i primi segni di “fremissement” aggiungete le noci e l’uvetta strizzata. Lasciate bollire 3-5 minuti continuando a mescolare. Spegnete, lasciate che la schiuma scompaia e poi mettete la marmellata nei barattoli, chiudete e capovolgete. Una precauzione: l’uvetta e le noci tenderanno a depositarsi in basso quindi prima di riempire i vasetti, mescolate bene la marmellata in modo  che il “condimento” si distribuisca bene. Conservate al buio.








lunedì 5 settembre 2011

“Taboulé” di gamberi, pomodori, melone e piadina


Non so da voi, ma qui in provincia di Milano piove oramai da due giorni e stamattina uscendo di casa per accompagnare la Nanetta all’asilo ho avuto l’impressione che fossimo già in autunno. Fortuna che le temperature sono scese un pochino, che il caldo dei giorni scorsi si è attenuato ma che non è ancora fresco come in autunno. E poi mentre vi sto scrivendo mi sembra di vedere un timido raggio di sole fare capolino tra la spessa coltre di nubi: chissà come evolverà la giornata…..comunque sia, questa ricetta vuole essere uno scampolo di estate perché come tutte le ricette estive è leggera, fresca, non richiede ore di preparazione ma è, al tempo stesso, sfiziosa per una serie di accostamenti inediti e sorprendenti.

Devo confessare che sono stata ispirata da un’insalata che ho mangiato quest’estate in un ristorante a Milano e che poi, una volta tornata a casa, ho declinato seguendo un po’ la ricetta originale un po’ il mio gusto personale. Mio marito che l’ha provata, l’ha trovata molto buona: vero è che lui è un amante delle cipolle ed il fatto di servirle crude in questa ricetta, già mi ha fatto guadagnare un sacco di punti ai suoi occhi.

Vi elenco gli ingredienti indicandovi le quantità in maniera approssimativa, perché poi le quantità varieranno un funzione del numero di persone ed anche delle preferenze personali.


Per due persone:
15-20 mazzancolle/gamberoni sgusciati
1 fetta grande di melone
20 pomodori ciliegino
½ cipolla di Tropea
½ piadina di quelle piccole ed un po’ spesse
Olio evo q.b.
Glassa balsamica q.b.
Sale e pepe q.b.

In una padella fate scaldare l’olio e mettete i gamberoni a cuocere per 7-8 minuti circa.

Tagliate a dadini il melone, tagliate in due i pomodorini, affettate la cipolla e ricavate dei quadratini dalla piadina. Mettete in un piatto i gamberoni cotti, il melone, i pomodorini, la cipolla, la piadina: in una ciotola mescolate bene l’olio e la glassa balsamica, aggiungete sale e pepe e versate l'emulsione su questo anomalo taboulé che proporrete come antipasto o come piatto unico. Servite a temperatura ambiente.


venerdì 2 settembre 2011

I pomodori, il riso e l'origano


Sono andata a fare un giro sul mio blog per vedere che tipo di ricette avevo condiviso con voi quest’estate e mi sono resa conto che non ci sono molte proposte a base di pomodori: è un vero peccato perché sono buonissimi, fanno bene e sono colorati. Devo essere sincera: la Nanetta i pomodori dell’orto se li mangia crudi proprio come me li mangio io, senza sale e senza olio e poi visto che quest’anno abbiamo anche i datterini, dolcissimi, i sughetti con un pizzico di sale e due foglie di basilico sono à tomber…..però questa ricetta di pomodori con il riso non potevo non proporvela perché per me rappresenta un classico dell’estate e della cucina di mia mamma…… Perché? Semplicemente perché per i romani autentici, i pomodori con il riso rimandano subito a ricordi di estate, di scuole finite, di giochi in cortile con gli altri bambini, di nuche sudate e di corse sfrenate…..poi crescendo i pomodori con il riso hanno continuato, nel mio immaginario, ad evocare il profumo dell’origano, il riso mangiato croccante, le patate morbide morbide che sanno sorprendentemente di pomodoro.

E a Roma i pomodori con il riso sono un piatto tipico dell’estate, li trovate anche nelle rosticcerie che per i romani sono le gastronomie. Ricordo che ne facevano di buonissimi alla storica rosticceria Di Pietro, alla Piramide: ora non c’è più sostituita dall’ennesima banca. E da quando vivo a Milano ne sento la mancanza: fortuna che c’è l’orto che mi consente di approvvigionarmi di questi gustosi e colorati doni della natura.

Dovete innanzitutto munirvi della materia prima ovvero dei pomodori che dovranno essere grandi, maturi al punto giusto, non ammaccati, integri e saporiti. Considerate un pomodoro a persona. Tagliate la parte superiore del pomodoro e mettete da parte il “cappello”: svuotate il pomodoro, tagliatelo a cubetti e mettete l’interno a macerare in una terrina, per un paio di ore, con uno spicchio d’aglio tagliato finissimo, pepe, olio d’oliva, origano (molto, se vi piace) e  riso. Calcolate per ogni pomodoro un pugnetto di riso. Girate i pomodori svuotati e lasciateli sgocciolare. Nel frattempo prendete un paio di patate, sbucciatele e tagliatele a dadini piccoli: le utilizzerete come “contorno” ai pomodori. Riempite ogni pomodoro con l’intingolo della terrina (aggiungete il sale solo all’ultimo momento), richiudetelo con il suo cappello e disponetelo in una teglia da forno. Quando avrete sistemato i pomodori nella teglia, rimarranno degli spazi tra un pomodoro e l’altro che riempirete con le patate. Irrorate il tutto con olio e sale e mettete in forno caldo a 180° per almeno 45 minuti. Spesso succede che i pomodori si aprano un pochino: fate soprattutto attenzione al riso. Si cuocerà ma rimarrà comunque un po’ croccante, tipo pilaf. Le patate assolveranno perfettamente il loro compito: quello di assorbire l’acqua ed il gusto dei pomodori, diventando morbide. Lasciate raffreddare prima di consumarli.

giovedì 1 settembre 2011

Pasta alla Nettuno: pesce azzurro in quantità!


E’ sempre complicato riuscire a far mangiare il pesce ai bambini: non so neppure io il motivo, ma sembra quasi che i bambini nutrano una solida idiosincrasia per questo gustoso alimento. Ed ecco allora che quando si trova una ricetta che contiene pesce in quantità importante, che è gustosa e che i nostri pargoli sembrano gradire molto, diventa il nostro asso nella manica.

E’ il caso di questa pasta alla Nettuno che ho avuto modo di gustare in occasione delle vacanze al mare, che è molta piaciuta alla Nanetta e che ho rifatto con successo a casa. La prima volta che l’ho assaggiata la pasta utilizzata era lo spaghetto che a mio avviso si coniuga meglio; io l’ho voluta provare, per semplificare la vita alla Nanetta, con della pasta corta, ed il risultato non è male.

Per questa ricetta vi elenco gli ingredienti, mi risulta molto difficile indicarvi le quantità esatte perché variano in funzione del gusto e del numero di persone: a me la pasta piace con molto condimento perché spesso mangio solo un piatto di pasta, un po’ di verdura ed il mio pasto si ferma lì…..e poi se vi doveste rendere conto che il condimento è un po’ troppo abbondante, potete sempre metterlo in una vaschetta e surgelarlo come ho fatto io.

Alici fresche; sgombro fresco; pagro oppure, in alternativa, pagello rosa in filetti se possibile; gamberoni sgusciati e non; scampetti interi; vongole sgusciate...
+ Olio evo
+ Prezzemolo
+ ½ cipolla
+ Un goccio di vino bianco secco
+ Peperoncino
+ Sale e pepe

In pescheria fatevi eviscerare le alici, lo sgombro ed il pagro. A casa private le alici ed lo sgombro della testa e della coda, togliete le squame e lasciate solo il filetto. Per il pagro, se non siete riusciti a trovare i filetti, allora dovrete far cuocere il pesce intero scottandolo leggermente in una padella con un filo d’olio in modo che si riesca a pulirlo bene ed a staccare i filetti dalla spina.

In una padella mettete un po’ di olio evo, fate scaldare, aggiungete la cipolla e poi mettete i filetti di pesce: lasciate cuocere per 5/6 minuti. Tirateli fuori e fatene un battuto. Io li ho messi nel minipimer e li ho sminuzzati ma non tantissimo: ne sono venute fuori delle “briciole” di pesce azzurro.

Ho preso nuovamente la padella, ho messo un filo di olio ed ho fatto cuocere insieme le briciole di pesce con i gamberoni, gli scampetti e le vongole, sfumandoli con un goccio di vino bianco. Dopo averli cotti 5-6 minuti, ho aggiustato di sale e di pepe. Per color che amano il piccante potete aggiungere il peperoncino: con la piccola io non posso!

Nel frattempo fate bollire la pasta, buttatela nell’intingolo: prima di servire in tavola mettete un poco di prezzemolo sminuzzato. La Nanetta non ha naturalmente mangiato i gamberi, gli scampi e le vongole, però ha molto gradito le briciole di pesce forse perché le ha associate a quelle del pane o della pizza J ed è un bene che ami le briciole di pesce perché è pesce azzurro, particolarmente ricco di Omega3!